Il 25 luglio un pomeriggio caldo non ha impedito a tanta gente di essere in piazza a Canale Monterano per dire “no” al fascismo e alla difesa della nostra Costituzione.
Ha introdotto Manuele Magagnini, Segretario del Circolo PD di Canale, che ringraziando l’Eurodeputato Nicola Zingaretti per aver accettato per il secondo anno consecutivo l’invito, presenti il Sindaco Alessandro Bettarelli e il Vice Sindaco Fabrizio Lavini e tanti e tanti altri.
Ribadendo le lotte e tutte le conquiste fatte per la difesa della libertà, il diritto alla sanità pubblica, la scuola, il lavoro e uno Stato dove la democrazia non sia cancellata.
Nicola Zingaretti, ringrazia gli organizzatori e con l’ottimo intervento rilancia quanto sia importante stare in piazza e a difesa della Costituzione e degli articoli che costituiscono la salvaguardia dei diritti dei cittadini per uno Stato solidale.
Zingaretti invita tutti a farsi promotori verso coloro che non sono andati a votare e a quanti sfiduciati rinunciano a dare il loro apporto e voto per sconfiggere questa destra pericolosa ed irresponsabile.
La serata è continuata, allietata dalla musica degli “Sbronzi di Riace”, con racconti di storia dell’origine di questa manifestazione e altre storie partigiane. e con un’ottima “Pastasciutta antifascista”.
Un grazie per la bella e partecipata iniziativa e l’invito a firmare il Referendum contro l’Autonomia Differenziata delle Regioni.
Giovanni Furgiuele, redazione L’agone
Origini della pastasciutta
Il 25 luglio del 1943, a seguito della riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini viene destituito e arrestato. Dopo 21 anni terminava il governo del Partito Fascista. Il Re designò il Maresciallo dell’esercito Pietro Badoglio come nuovo capo del governo.
Nonostante la caduta del Fascismo, la guerra continuava a fianco dei tedeschi: nei giorni
successivi l’arresto vi furono numerose sollevazioni popolari; il 28 luglio, a Reggio Emilia, i
soldati spararono contro gli operai delle Officine Reggiane facendo 9 morti. I Cervi non vennero immediatamente a conoscenza della notizia della caduta di Mussolini perché impegnati nei campi, ma fu sulla via del ritorno a casa che incontrarono numerose persone in festa. Sebbene sapessero che la guerra non era davvero terminata, decisero di festeggiare comunque l’evento, un momento di pace dopo 21 anni di dittatura fascista. Si procurarono la farina, presero a credito burro e formaggio dal caseificio e prepararono chili e chili di pasta. Una volta che questa fu pronta, caricarono il carro e la portarono in piazza a Campegine pronti a distribuirla alla gente del paese. Fu una festa in piena regola, un
giorno di gioia in mezzo alle preoccupazioni per la guerra ancora in corso: anche un
ragazzo con indosso una camicia nera (forse era l’ultima rimasta?) fu invitato da Aldo a
unirsi e a mangiare il suo piatto di pasta.