“È dagli anni ‘90 che l’Associazione Nazionale Pedagogisti (ANPE) sollecitava i diversi parlamentari a presentare proposte di legge per l’istituzione dell’Ordine dei Pedagogisti e la nascita del relativo albo professionale “. Così dice la presidente nazionale dell’ANPE, Maria Angela Grassi, soddisfatta che “dopo un trentennio di dibattito sull’istituzione di un albo per pedagogisti, finalmente, è entrata in vigore la Legge 55/2024 che istituisce l’Ordine delle professioni pedagogiche ed educative”. Non solo un albo dei pedagogisti, dunque, che potranno svolgere la libera professione, ma anche un albo per educatori socio pedagogici con i titoli in regola secondo la normativa nazionale e regionale. Dubbi, ansia e preoccupazione per il timore di perdere il lavoro tra gli educatori e i pedagogisti in servizio senza i titoli richiesti. Tuttavia la Legge non lascia indietro nessuno e, in questa fase di prima applicazione, riconosce anche tutti quei titoli regionali che, in fase transitoria, davano accesso al lavoro. Molto sconcerto si è creato soprattutto tra le educatrici dell’infanzia da 0 a 3 anni che sono obbligate ad iscriversi mentre non lo sono le insegnanti dell’infanzia 3-6 anni. Stanno circolando notizie inesatte e senza fondamento normativo tra gli educatori, che sono per lo più dipendenti regionali, comunali e di cooperative sociali. Il consiglio per tutti è di leggere con attenzione la Legge che ben definisce, nell’art 2 e nell’art 11, i requisiti per l’iscrizione all’albo dei pedagogisti distinguendo tra i requisiti sempre validi per l’iscrizione e quelli che sono validi solo in questa prima fase di applicazione della Legge. L’Ordine restituisce valore alla figura del pedagogista che per molti anni è rimasta schiacciata, compressa tra la figura dello psicologo e quella dell’assistente sociale. Per quanto riguarda l’Ordine e l’albo degli educatori professionali, in questo momento di transizione gli educatori del nido e della sessione primavera dovrebbero essere lieti di cogliere questa opportunità di far valere quelle norme transitorie regionali che hanno determinato molte assunzioni da parte di cooperative e di Comuni. Infatti, oggi, per iscriversi all’albo degli educatori professionali socio pedagogici i requisiti richiesti sono presenti nell’art 4 e 11 della Legge. Al personale già in servizio nei nidi d’infanzia sono richiesti due requisiti di base:
– il titolo di studio adeguato ai sensi della legge 65/2017;
– regolare iscrizione all’albo degli educatori professionali socio-pedagogici.
Superata questa fase transitoria, a chi si iscriverà in seguito, sarà richiesta una laurea triennale.
Le associazioni nazionali di categoria ANPE, presidente Maria Angela Grassi; APP, presidente Silvia Negri; CONPED, presidente Samuel Spiga; FederPed, presidente Fabio Olivieri attraverso incontri di chiarificazione e webinar, stanno sostenendo pedagogisti ed educatori in questa prima fase che porterà a migliorare i servizi educativi del nostro Paese. Con l’istituzione degli albi, finalmente viene riconosciuta la preparazione, la professionalità, i titoli e i diritti sia dei pedagogisti sia degli educatori professionali. Ciò faciliterà le assunzioni del personale “con titoli” equiparati da parte di Regioni, Comuni, cooperative sociali. Ora, più che mai, il nostro Paese e l’utenza, necessitano di apporti educativi condotti in maniera professionale. Per l’iscrizione all’albo, in ogni tribunale dei capoluoghi di Regione, è stato nominato un commissario cui rivolgere la domanda entro il 6 agosto prossimo. Saranno questi commissari a pubblicare l’elenco dei nominativi la cui domanda all’albo è stata accettata. Gli stessi commissari indiranno le votazioni per l’elezione dei presidenti degli albi regionali.
Per il Lazio, il tribunale di Roma sta accogliendo le domande con modalità on line e chi è interessato può esaminare la modulistica sul sito https://www.tribunale.roma.giustizia.it/news_AreaComunicati.aspx?id=53774
Non sarà un percorso breve ma è certo che il viaggio è già iniziato.
Anna Maria Onelli
Redattore L’agone