14 Dicembre, 2025
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Mondo analogico e mondo digitale

Il giurista Stefano RodotΓ  in un articolo in cui trattava della conciliazione tra sviluppi tecnologici e qualitΓ  della democrazia, si chiedeva: β€œTutto ciΓ² che Γ¨ tecnicamente possibile Γ¨ anche eticamente ammissibile, socialmente accettabile, giuridicamente lecito?” (https://www.privacy.it/archivio/rodo19991020.html).

Viviamo in una societΓ  globale caratterizzata da uno sviluppo tecnologico talmente rapido e profondo da produrre cambiamenti di cui, in molti casi, la maggior parte della gente non riesce a concepire la portata. L’utilizzo dei β€œsocial media” aumenta di anno in anno in maniera esponenziale (https://wearesocial.com/it/blog/2024/02/digital-2024-i-dati-globali-5-miliardi-di-utenti-sui-socialmedia/) e si parla sempre piΓΉ diffusamente di intelligenza artificiale, una tecnologia che ha preso le mosse dagli sviluppi della potenza di calcolo necessaria a farne funzionare i software.

Grazie all’enorme capacitΓ  di archiviazione ed elaborazione dei dati e a costi sempre piΓΉ contenuti, oggi miliardi di persone sono connesse e trascorrono molte ore online. La maggiore capacitΓ  di memoria dei sistemi, di velocitΓ  e di interazione digitale, hanno prodotto una quantitΓ  sempre maggiore di dati che alimentano i sistemi stessi ma, al contempo, creano anche il problema dell’archiviazione e della conservazione dei dati su cui si basano. Stiamo passando da una societΓ  della memoria, in cui le biblioteche e gli archivi preservavano il sapere, a una in cui si rende necessario selezionare e cancellare per permettere di conservare quanto possibile.

Questa β€œrivoluzione digitale” ha modificato qualsiasi aspetto della nostra vita e l’intelligenza artificiale, giΓ  presente da molti anni in molti settori, Γ¨ arrivata all’attenzione del grande pubblico e tuttavia, recenti studi condotti in Italia (IA News, giugno 2024 β€œPerché’ gli italiani hanno paura dell’intelligenza artificiale”) hanno evidenziato che molte persone nutrono timori radicati al riguardo, basati su una combinazione di preoccupazioni reali e percezioni amplificate dai media, che influenzano profondamente l’opinione pubblica e, proprio in virtΓΉ di quell’utilizzo esponenziale di cui sopra, creano un circuito β€œnon virtuoso” che puΓ² essere scardinato solo da una informazione piΓΉ approfondita e un utilizzo piΓΉ consapevole.

Il divario generazionale che, soprattutto in un Paese a bassa crescita come l’Italia, vede le generazioni piΓΉ giovani, dai Millenials in poi, vivere realtΓ  sempre meno analogiche e le generazioni precedenti sempre piΓΉ diffidenti al cambiamento, crea una distanza che puΓ² tradursi in incomunicabilitΓ , disinteresse o allontanamento.

Come si gestisce in maniera positiva un quadro sociale cosΓ¬ composito? Sarebbe importante porre l’attenzione su come l’evoluzione dell’intelligenza artificiale possa condizionare la direzione delle scelte politiche e la visione sociale del mondo futuro quale occasione di potenziale estensione delle capacitΓ  umane, incluse ovviamente, quelle economiche. Valorizzando le competenze piΓΉ creative dei lavori innovativi basati sull’utilizzo di quelle tecnologie, si promuoverebbero lavori piΓΉ qualificati, che non entrano in competizione con la tecnologia ma se ne avvalgono.

La creativitΓ  risiede nelle menti giovani e la competenza nello studio e nell’applicazione e se si vuole affrontare le impegnative sfide di un futuro che noi boomer percepiamo con diffidenza, dobbiamo lasciare spazio ai nativi digitali offrendo loro quella memoria che non si fonda solo sui dati ma sui valori etici di un’esperienza che i software non potranno mai offrirgli.

Monica Sala

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