22 Dicembre, 2024
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Quel che affidiamo al vento, a Trevignano si chiude stasera la seconda parte della rassegna

Nel tardo pomeriggio di ieri nella piazzetta dello Scambio, nel Borgo di Trevignano, si è tenuta la prima parte di una piccola interessante  rassegna di musica e teatro, “Quel che affidiamo al vento”.  Arrampicati sulla scalinata che costituisce di per sé un piccolo teatro in verticale, abbiamo assistito ad un evento di inaspettata originalità e poesia. Per la parte teatrale sei voci femminili sospese ad un finto telefono – un colorato  giocattolo della nostra infanzia –hanno recitato testi a volte commoventi e a volte divertenti, rivelando, in conversazioni telefoniche immaginarie, emozioni e rimpianti, qualche volta rabbia, o dolori difficili da nominare. Questo inusuale spettacolo, non lungo ma intenso, è stato ideato e diretto da Paola Lorenzoni, fondatrice dell’Associazione culturale L’Esclusa.

La regista aveva tenuto nei mesi precedenti a Trevignano un corso di dizione, insegnando ad un gruppo di “allieve” a  modulare e padroneggiare la voce come strumento espressivo. Nella presentazione dello spettacolo, che si tiene appunto a conclusione del corso, Paola Lorenzoni ha raccontato che lo spunto registico le è arrivato da un romanzo della scrittrice Laura Imai Messina, romanzo ispirato ad un fatto realmente accaduto in Giappone. Lorenzoni ne ha ripreso il titolo,  rielaborando in chiave teatrale l’idea di una cabina telefonica immaginaria, da cui far partire chiamate rivolte a interlocutori immaginari e impossibili , dando così voce a emozioni, affetti, ricordi espressi con un solo strumento: la voce. Le sei brave voci recitanti, e non professioniste,  sono quelle di Brunella Brida, Rita Ciccarelli, Luigia De Michele, Paola Filoni, Sonia Succi, Emanuela Viarengo. I testi letti sono stati prodotti per lo più dalle stesse allieve, ma includevano anche una  pièce di Luisa Tucciarone e  due pièce di Antonia Berardi, alla quale Paola  vuole esprimere un particolare ringraziamento  per la  convinta collaborazione che ha dedicato al progetto.

Dopo un breve intervallo il pubblico della Piazzetta ha poi potuto assistere ad un piccolo gioiello musicale: un concerto della Young Jazz Band  tenuto dalla Scuola d’Orchestra di Anguillara Sabazia, diretta dal Maestro Nicola Buffa. I giovanissimi musicisti hanno presentato un programma di pezzi scelti tra noti  brani del jazz standard, adatti anche ad un pubblico di non specialisti . Il contatto empatico con il pubblico è stato forte, l’acustica eccellente, i brani – interpretati con entusiasmo – erano diretti e coordinati  per cenni quasi invisibili dallo stesso Maestro Buffa,  che suonava nel corpo della band. E’ piaciuto il virtuosismo dell’improvvisazione del giovane sassofonista, la forza precisa del batterista, ma nel complesso è arrivato al pubblico un concerto coinvolgente, la sintonia fra tutti i musicisti, la direzione discreta ed efficace del Maestro Buffa. Nel corso del concerto c’è stato anche un  breve intermezzo di teatro: uno dei musicisti ha interpretato un brano tratto da Novecento di Baricco. La giovinezza dei musici e il loro talento hanno reso l’esibizione un evento non solo prezioso e godibile , ma  anche commovente, proprio perché si vive un momento del nostro tempo così travagliato e incerto. La musica e la gioventù hanno un grande potere, e a concerto finito tutti ne siamo stati più consapevoli.

Questa sera, domenica 8 settembre, il programma della rassegna continua con altri interessanti proposte: la performance “Quel che affidiamo al vento”, con l’attrice Viviana Polic (ore 18) e lo  spettacolo “Di terra, di acqua, di vento e di fuoco”, ispirato al  Fuoco di G. D’annunzio e interpretato dalla stessa Paola Lorenzoni, con la partecipazione della danzatrice Francesca Facciaroni e del Mediterranean Jazz Quartet. Le semplici e suggestive scenografie sono state realizzate da Emiliano Ferro.
Grazia Caruso

 

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