27 Settembre, 2024
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Andrà tutto bene

Il caso dell’ex-ministro Sangiuliano, le cui dimissioni sono state date per ragioni non ancora perfettamente chiare, ha riportato all’attenzione le conseguenze imprevedibili che le relazioni sentimentali al di fuori del matrimonio possono avere per gli uomini di potere. La questione Sangiuliano non sembra finita, nuove rivelazioni escono tutti i giorni sugli organi di informazione, ma essa ha comunque il merito di aver posto alla nostra attenzione quelli che sono gli obblighi di un politico nei confronti della propria famiglia.

Nella puntata de La7 del 13 settembre, Lilli Gruber dice una frase che dovrebbe far riflettere – “Nell’attuale classe di governo non c’è nessuno che dia il buon esempio in tema di famiglia tradizionale” – che peraltro trova una ben chiara definizione nella Costituzione (art. 29) e soprattutto nelle leggi e nelle norme che anche in anni recenti hanno adeguato tale definizione alle radicali trasformazioni che l’istituto famiglia ha avuto nella società. Interessante, a tale proposito, è la concezione di autonomia della famiglia rispetto allo Stato espressa nel 1946 durante i lavori preparatori per la redazione della Costituzione, da Aldo Moro “…dichiarando che la famiglia è una società naturale, si intende stabilire che la famiglia ha una  sua sfera di ordinamento autonomo nei confronti dello Stato, il quale, quando interviene, si trova di fronte  ad una realtà che non può menomare né mutare….” (Luana Leo, Cammino Diritto, Rivista di informazione giuridica, 4/2021).

In definitiva, quale è il senso di riportare il dibattito sulla famiglia a una concezione superata che non corrisponde più alla realtà che viviamo tutti i giorni? Abbiamo il diritto di amare chi vogliamo, indipendentemente dal genere, e abbiamo il diritto di formare una famiglia con le persone con cui costruire un progetto di vita che lo Stato non può menomare né mutare. Alla luce di ciò il povero Sangiuliano è stato vittima di una sorta di fuoco amico, non ha avuto neanche la libertà di vivere la sua relazione sentimentale in piena libertà, a meno che non ci fosse qualcosa che andava in conflitto con il suo ministero, ma queste sono questioni regolate dalla legge e verranno trattate dai giudici.

Come si vede, la conoscenza della Costituzione risulta ancora fondamentale per la lettura della società, e a questo proposito l’istituzione dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica nelle scuole con la legge n.92/2019 e successive linee guida definite nel D.M. n. 35/2020 andavano proprio nella direzione di portare all’attenzione degli studenti conoscenze e competenze relative alla Costituzione, allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza digitale.

Nel mese di settembre sono state pubblicate nuove linee guida che hanno sostituito, senza una motivazione apparente, le precedenti. Il Consiglio superiore della Pubblica istruzione (CSPI) dando il parere negativo allo schema di decreto (parere approvato in seduta plenaria il 28/08/2024), peraltro inascoltato, giudicava non necessarie particolari revisioni del decreto del 2020 anche alla luce del fatto che non si conoscevano le conclusioni del comitato tecnico-scientifico istituito a suo tempo per la valutazione degli effetti del precedente D.M..

Certo, a leggere il documento approvato dal Consiglio superiore della Pubblica istruzione, si ha la sensazione che le nuove linee guida non tengano proprio conto della evoluzione della società e della necessità che i nostri ragazzi ne abbiano un riscontro anche nella scuola. Infatti, nel decreto è assente il “riferimento esplicito all’educazione contro ogni forma di discriminazione e violenza di genere” e si suggerisce di evidenziare il ruolo delle famiglie nell’uso consapevole degli strumenti informatici. Anche sull’educazione finanziaria, il DM la limita a uno strumento per valorizzare e tutelare il patrimonio privato, non approfondendo il rapporto tra bene pubblico e bene privato.  Insomma siamo di fronte all’ennesimo provvedimento che cambia un aspetto importante della nostra vita, la scuola, senza sapere se il provvedimento precedente aveva dato i suoi frutti oppure no.

Salvatore Scaglione

 

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