Neanche il tempo di riaprire la linea che arriva l’immediato “stop”
Trenitalia riapre le danze dopo due mesi di fermo per lavori di riammodernamento e lo fa in pompa magna con due giorni di sciopero, proprio l’otto e il nove settembre, giornate che segnavano la riapertura della circolazione dei treni nella tratta Roma Viterbo. Lo sciopero quindi è durato due giorni, regalando non pochi disagi, aprendo così la stagione autunnale per i nostri cari pendolari che dopo due mesi di autobus speravano di rifocillarsi in un comodo posto a sedere con una splendida vista sulle nostre campagne che i treni nonostante tutto regalano sempre.
Non mancano i dissapori per questo nuovo inizio. Gli utenti sono molto informati sui lavori che sono stati fatti alla linea ferroviaria e sono attenti, segnalano tutto nelle loro pagine Facebook, dove le informazioni arrivano veloci, dopotutto gli utenti che hanno dovuto sottoporsi al cambiamento con i bus sostitutivi sono stati pazienti e ordinati anche perché il servizio navetta in questi due mesi è stato sempre efficiente ed efficace, pertanto ora queste persone meritano di poter fare il tragitto in serenità, senza i soliti ritardi che sembrano già disturbare la linea nei primi giorni di ripresa al funzionamento. La vita del pendolare non è facile, ci si sveglia presto, non si trova parcheggio, si arriva in ritardo e si corre per trovar segnalato un ritardo; e la banchina è sempre piena di gente in attesa, che arriverà anch’essa in ritardo al lavoro. Nella maggior parte dei casi la vita del pendolare è proprio questa. Sembra poi che per essere pendolari sia necessario un bel corso di meditazione, infatti ci si ingegna sempre per garantirsi il miglior confort, ma non sempre è possibile, c’è chi mette le cuffie e si isola, chi si sforza di leggere un buon libro e chi invece sopporta quello che grida o l’altro che tiene il cellulare ad alto volume, ma l’importante è essere a bordo per arrivare a destinazione e il treno è un mezzo che lo consente. Ed è anche bello prendere il treno specialmente in orari non consueti, con poche persone a bordo, ci si può sedere vicino il finestrino e vedere andar via i nostri pensieri alla stessa velocità del treno, godere della luce filtrata dal vetro, magari conoscere qualcuno di simpatico e fare quattro chiacchiere e assaporare l’emozione di andare lontano, verso la nostra meta.
Ilaria Morodei