5 Ottobre, 2024
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Il rapporto fra famiglie e figli. Un “dietro le quinte” su cui ragionare

Prove tecniche di rapporti nel contesto di una società in continua evoluzione

La concezione di famiglia ha subito un netto cambiamento, a volte difficile da percepire in una società (come la nostra) in continua evoluzione. Eppure, se da un lato questo mutamento pare sottile, frutto di un semplice ricambio generazionale d’altro canto l’apertura nei confronti di una prospettiva diversa sulla famiglia sembra ancora un’idea utopistica. In un panorama che si focalizza sulla forma si rischia di perdere l’essenza o, ancor peggio, di snaturarla tanto da renderla irriconoscibile.

Un’idea allo sbando

L’ idea di famiglia intesa come famiglia tradizionale è oramai allo sbando, eppure non ci si interroga sulle cause del perché la famiglia sia diventata un ambiente sempre più disfunzionale e vuoto che opprime di solitudine i singoli che la compongono e che per alcuni è totalmente privo di significato.

Cambia la forma della famiglia ma le componenti non si adeguano o non riescono ad adeguarsi al cambiamento culturale, aumentando il divario già evidente dovuto alla differenza generazionale, e nella famiglia smette di esistere la comprensione reciproca,  la coesistenza e il dialogo.

Mancanza di tempo?

Dovuta forse alla mancanza di tempo insieme anche per via delle esigenze economiche che obbligano molte persone a cercare un doppio lavoro, fra genitori e figli si genera un’incomunicabilità sempre più evidente

I ragazzi perdono il tempo fondamentale da passare insieme alla famiglia e non riescono quindi a imparare i modelli comportamentali e i valori che gli si vorrebbe trasmettere e sentendo la mancanza dei genitori, si affidano a modelli e comportamenti sbagliati, pur di avere qualcosa da poter emulare e a cui assomigliare.

Quando il dialogo in una famiglia viene meno, i genitori sono disorientati e si accorgono di conoscere poco, oppure per niente, i loro figli.

Anomalia dei rapporti

Iniziano quindi a venire meno i rapporti con il mondo esterno, primo fra tutti il rapporto di coesistenza e aiuto reciproco fra famiglie e scuola.

Con il mutamento e la perdita dei valori familiari, i genitori tendono sempre più a formare un guscio protettivo volto alla salvaguardia dei figli, sempre meno pronti, o almeno così si crede, a interfacciarsi con il mondo esterno.

Da intermediari a difensori

In questo atto di protezione il genitore perde quel ruolo da intermediario fra docenti famiglie e ne assume uno da estremo difensore dei figli anche quando essi sono indifendibili incoraggiandone i comportamenti scorretti, dentro e fuori la scuola e anzi forse involontariamente invogliando a perpetrarli

La scuola tende d’altro canto ad allontanarsi dagli argomenti sociali difficili da trattare per dedicarsi a un programma che non va a rappresentare il percorso formativo di uno studente sacrificando la parte educativa per una istruttiva.

I ragazzi diventano vittime di un’emarginazione che li rilega a sentirsi soli ed abbandonati.

Latita il confronto

In molti non riescono a confrontarsi con i loro compagni o con dei professori che non li capiscono e che si focalizzano solamente sulla valutazione e quindi decidono di abbandonare il percorso di istruzione spesso all’insaputa dei genitori che in quanto tali non hanno neanche più il tempo per dedicarsi alla loro funzione.

Lorenzo GaioTroisi-Denis Mihut

 

 

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