16 Novembre, 2024
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Fisco equo e inclusione sociale, al FNEC la voce delle istituzioni con Funaro, Leo e Acosta

La seconda giornata di lavori della 6ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia si è aperta a Palazzo Vecchio con gli interventi di Sara Funaro (Sindaca del Comune di Firenze) e Maurizio Leo (Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze), che hanno preso parte al panel “Partecipare al cambiamento dell’economia: Impatto civile, inclusione sociale ed equa fiscalità”.

Il Vice Ministro Leo ha dichiarato: «In questo momento, come MEF e come Governo, siamo al lavoro per preparare una delega che possa adeguare diverse situazioni problematiche, con particolare riguardo verso la certezza del diritto, l’evasione fiscale, la semplificazione delle procedure come quelle di dichiarazione e la pressione fiscale. Misure concrete di diverso genere, in grado di aiutare non solamente le imprese, ma anche e soprattutto il cittadino».

«Noi – ha aggiunto Leo – abbiamo oggi una pressione fiscale molto pronunciata. Il nostro obiettivo, com’è già stato fatto nel 2024 quando siamo passati dalle quattro alle tre aliquote, è di spingerci ulteriormente per venire incontro al ceto medio che oggi si sta sempre più impoverendo. E’ un tema che eventualmente, con il consenso di tutta la maggioranza e trovando le adeguate risorse potremmo trattare nella prossima legge di bilancio».

Funaro ha ricordato: «Prima ancora che da Sindaco, ho avuto la possibilità anche da Assessore di dare attenzione a tutte quelle politiche di sostenibilità – ambientale, civile, sociale e non solo – di cui Firenze e altre città hanno bisogno. Attualmente i Sindaci stanno vivendo un momento di grandissima urgenza, con cambiamenti climatici più che drammatici, innalzamenti delle temperature, alluvioni e calamità sempre più frequenti. A Firenze l’attuale amministrazione, come quella precedente, ha rivolto un grande impegno in questa direzione, cercando di rendere la città sempre più sostenibile.

Firenze è da tempo esempio e capofila, e mi impegnerò affinché lo rimanga a lungo, su diverse tematiche d’innovazione, dal sistema educativo a quello dei trasporti e, soprattutto, della sostenibilità»

Nel panel seguente l’economista Alberto Acosta ha parlato di Buen Vivir: «Il “vivere bene” nasce dalle comunità indigene, tradizionalmente emarginate e spinte ai margini della storia. Questi popoli, dopo aver dimostrato di essere capaci di condurre una lotta di resistenza per oltre 500 anni, nelle ultime decadi si sono resi soggetti politici portatori di una propria visione del mondo. Al centro del concetto di “buen vivir” ci sono tre elementi fondamentali: il primo è l’essere umano, tenendo a mente che pur essendo individui ci realizziamo solo nella comunità e nel rapporto con l’altro. Il secondo, è il tenere a mente che siamo parte della natura e non possiamo collocarla a margine. In ultimo, la necessità di un altro tipo di relazione tra gli uomini, ma anche tra umano e non umano, soprattutto tramite la reciprocità e l’empatia».

Acosta ha poi aggiunto: «Che significa l’Economia? Di quale economia stiamo parlando? In questo momento potremmo essere felici di un incremento del Pil ma questo non è un indicatore trasparente. Ad esempio non sappiamo quanta distruzione ambientale è stata necessaria per ottenerlo.

Se vogliamo costruire un mondo sostenibile in termini ambientali, un mondo giusto in termini sociali e un mondo democratico in termici politici, dobbiamo iniziare a pensare a una nuova economia. Invece vediamo che la democrazia è in ritirata. Dobbiamo iniziare a lavorare ad una nuova economia che deve essere sempre subordinata all’essere umano, non al capitale».

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