5 Ottobre, 2024
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L’intervento di Cgil, Cils e Uil al Festival Nazionale dell’Economia Civile

Qual è il ruolo delle parti sociali (associazioni di rappresentanza del mondo del lavoro e delle imprese) nell’attuazione del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali? Questo il quesito al centro della tavola rotonda tenutasi nel corso della 6ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, alla quale hanno preso parte Pierpaolo Bombardieri (Segretario generale UIL), Francesca Re David (Segretaria confederale CGIL), Luigi Sbarra (Segretario generale CISL) e Maurizio Gardini (Presidente Confcooperative).

Bombardieri ha dichiarato: «Per anni abbiamo sentito dire, anche dai partiti, che non servivano corpi intermedi come i sindacati. Ma nonostante tutto stiamo ancora sul territorio, sui posti di lavoro, sulle fabbriche. Ovviamente la capacità sindacale di organizzarsi è cambiata, essendo cambiato molto il mondo del lavoro. Il primo passaggio da fare, se vogliamo parlare di partecipazione, è quello di capire oggi chi rappresenta che cosa».

Per Re David «il nostro primo obiettivo oggi deve essere quello di una maggiore rappresentanza, per questo abbiamo contratti nazionali con parti sempre più ampi dedicati alla partecipazione e che si accrescono sempre più rispetto ai cambiamenti in atto. Però c’è bisogno che questi contratti vengano sostenuti, c’è bisogno di contrattazione collaborativa e che il Governo faccia la sua parte in questo processo, essendo di interesse comune».

Sbarra ha detto: «La possibilità per il sindacato di essere attrattivo e di far partecipare le persone dipende, innanzitutto, dalla sua capacità di evolversi, di affrontare le nuove sfide di questo tempo di transizione pur restando fedele ai valori originali: giustizia sociale, solidarietà, valore della contrattazione su tutti. La partecipazione è il nostro grande obiettivo, e questo ci impone di vivere la nostra rappresentanza con una visione moderna, innovativa e inclusiva».

Gardini ha sottolineato: «Penso che oggi si apra una sfida importante, che se non colta rischia di emarginare il ruolo delle organizzazioni di rappresentanza sindacale. Come Confcooperative questa sfida l’abbiamo raccolta quando siamo stati invitati a partecipare al tavolo sulla discussione sul salario minimo. Il nostro primo dovere è quello di dimenticare e lasciarci alle spalle chi pensa che la disintermediazione sia un valore dia velocità. A noi, come rappresentanza delle imprese, compete anche il ruolo di interpretare i cambiamenti, saper gestire le nuove necessità e sfide come quella della partecipazione».

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