Il progetto, dell’assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale in collaborazione con la ASL Roma 1, è stato finanziato con 1 milione e 300 mila euro di fondi della Missione 5 del PNRR e prevede una presa in carico degli anziani dimessi dagli ospedali che necessitano di un supporto di assistenza domiciliare – ad oggi non possibile – proprio per evitare ricoveri impropri in RSA e lungodegenze. Inoltre, tramite l’utilizzo di una specifica App, l’anziano sarà attentamente monitorato e supportato con l’ausilio di strumenti di telesoccorso e teleassistenza.
La presa in carico dei pazienti inizia 72 ore prima della dimissione, con la possibilità di beneficiare anche di un servizio di trasporto dall’ospedale al domicilio. L’obiettivo è garantire la continuità dell’assistenza soprattutto a quegli anziani solo, per i quali è spesso difficile attivare in tempi rapidi e in forma personalizzata il servizio. La Teleassistenza offre un monitoraggio costante, mentre il Telesoccorso, attivo H24 ed effettuato da personale qualificato, rappresenta uno strumento salvavita indispensabile.
“A casa con cura – spiega l’assessora alle Politiche Sociali e alla Salute Barbara Funari – è un progetto sperimentale importante per prevenire l’istituzionalizzazione degli anziani dopo un ricovero in ospedale e riuscire a tutelarli, soprattutto dopo l’esperienza del Covid. Obiettivi che si possono raggiungere solo con un fondo sociosanitario unico che come Comune mettiamo a disposizione, con il supporto sanitario della ASL Roma 1 e grazie ai fondi del PNRR. Vogliamo dimostrare che, per avere buon sistema di dimissioni protette, è fondamentale la costituzione di una governance di sistema, che lavori sulla convergenza tra enti, soggetti e professioni diverse: essenzialmente che costruisca un’alleanza tra ospedale, medicina di base, servizi sociali e famiglie”.
“Un progetto come questo – commenta il Commissario Straordinario ASL Roma 1 Giuseppe Quintavalle – ci fa camminare tutti nella stessa direzione e alla stessa velocità, alimentando le sinergie in modo da realizzare una vera presa in cura, tutto per creare un reale valore aggiunto nella vita delle persone, soprattutto le più fragili. Sappiamo che un intervento tempestivo può agire su molti aspetti da quello psicofisico a quello sociale e relazionare, permettendo ai nostri anziani, anche in assenza di patologie evidenti, di contrastare il male del secolo, la solitudine”.