20 Ottobre, 2024
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Intervista a Matteo Roncoloni, un giovane talento musicale che incanta con il suono della tromba

La carriera musicale del giovane Matteo è decollata prestissimo. Già da piccolo mostrava un talento e una versatilità rari, alla sua età, nel suono della tromba. I cittadini manzianesi lo ammirano e lo considerano orgogliosamente una figura famigliare. La nostra redazione ha seguito i suoi ultimi successi, l’incontro e l’esibizione davanti a Papa Francesco, con i personaggi più noti della musica italiana, l’incontro con la principessa d’Asburgo, in occasione del Thai Street Food Festival di Vienna. Abbiamo   deciso di intervistarlo perché L’agone è sensibile al successo dei giovani talenti, a come sviluppano e coltivano le loro passioni, soprattutto ritiene che non tutti i genitori siano assenti nell’educazione dei figli anzi, quando li ascoltano e li sostengono essi raggiungono risultati incredibili.

1. Ciao Matteo, saluto te, la mamma Federica, papà Marco e il tuo maestro di musica Massimo Paffi. Ho piacere di conoscervi e vi ringrazio della disponibilità a questa intervista. Matteo, che impressioni ti sta facendo tutta questa notorietà che ormai ha superato i confini nazionali?

Mi dà tanta gioia, ho ricevuto l’abbraccio di Papa Francesco, del cantante Albano, di Orietta Berti, mentre Renato Zero, nella Giornata Mondiale dei Bambini mi ha detto “Vai e quando sarai famoso ricordati di zì Renato!” Così mi ha fatto esibire prima che lui cantasse. Ad aprile ho partecipato, a Trieste, ad un concorso per “le giovani eccellenze della cultura italiana”; lì ho vinto il Premio “Giovani Talenti” ed ho conosciuto una giornalista musicale Tailandese che ci ha invitati a Vienna perché io suonassi al Thai Street Food Festival di fine settembre. Con la mia famiglia noi abbiamo partecipato e sono rimasto sbalordito di essere ricevuto e premiato come “special guest” dalla principessa Herta Margarete D’Asburgo. Sono rimasto sorpreso e contento perché lei mi ha invitato nel suo palazzo principesco, nella sua bellissima casa privata. Non solo ma lei mi ha fatto conoscere la città di Vienna con un giro sulla sua auto privata. Addirittura, prima che io iniziassi a suonare, mi ha scaldato le mani perché era troppo freddo! Ho approfittato per andare a visitare a Salisburgo la casa museo di Mozart. Lì mi sono comprato tre sue opere; mi è sempre piaciuto “Il flauto magico”.

 

  1. Voi genitori avete saputo ascoltare i sogni di Matteo e lo avete sostenuto nel realizzarli. Avete aneddoti da raccontare su questa sua passione per la musica?

Matteo è stato sempre un bambino affascinato dai suoni, era piccolo quando in soffitta faceva roteare un tubo perché era attratto dal rumore che faceva. Dimostrò presto la sua passione per la musica. Tutto cominciò a tre anni e mezzo quando volle suonare la tromba, come regalo, al matrimonio della zia. Fu così che suonò per la prima volta in Chiesa “Fratello sole e sorella luna”. In quel periodo desiderava una chitarra e la nonna promise di regalargliela ma per essere iscritto alla scuola di musica gli fu detto che avrebbe dovuto aspettare di compiere 4 anni. Ebbene la mattina di quel compleanno, ci svegliò, perché dovevamo andare ad iscriverlo alla scuola musicale. Era tanta la fretta che lui si era già vestito, alla meglio, da solo. Crescendo, in ogni nostro viaggio, portava e ancora continua a portare con sé più strumenti ed in macchina suona la tastiera e canta. Pensate che, a soli 5 anni, durante un viaggio in Sicilia, mentre eravamo fermi in un ristorante, in un luogo tranquillo, i nostri figli uscirono sulla strada e si sedettero in sicurezza sul marciapiedi. Avevamo appena comprato un’armonica e Matteo iniziò a suonarla mentre il fratellino prese a ballare. Riportandoli indietro ci accorgemmo che avevano accumulato 25 euro in monetine donate dai passanti. Allora per noi fu una vergogna, ma oggi ricordiamo questo fatto con tanta tenerezza. In vacanza, in montagna a tremila metri sul monte Bianco, Matteo suonò per la prima volta un pianoforte, accogliendo la sfida della scritta posta su di esso “se sai suonare suonami”. E lui suonò, con nostra meraviglia, l’Inno alla Gioia, aveva 8/9 anni. Oggi Matteo ha 11 anni e mentre suona uno strumento può essere la tromba, il pianoforte, l’armonica, la chitarra ci trasmette le sue emozioni. Al mattino prima ancora di andare a scuola noi lo sentiamo suonare, è il suo primo pensiero, e già da lì noi avvertiamo subito il suo umore.

  1. Matteo so che suoni più strumenti ed hai avuto esperienza anche di flauti, ci puoi raccontare cosa sono i flauti di Pan?

Una volta, in vacanza ad Alghero, ho conosciuto un artista di strada, era un peruviano che suonava i flauti di Pan. Pan nella mitologia era il dio della foresta che si era innamorato di una ninfa che per sfuggirgli cadde in un fiume e annegò. Lui si disperò e per la tristezza, tagliò canne di bambù di diverse misure, perché ogni canna ha un suono diverso: le più lunghe hanno suoni più gravi. Legò tra loro queste canne ed iniziò a suonare. La leggenda dice che se continui a suonare certamente troverai l’amore. Pan è il veicolo tra uomo e natura. “Io trovo delle connessioni tra me e Orfeo di Euridice: lui suonava la lira per calmare gli altri, io suono uno strumento per calmare me stesso”.

  1. Come concili le esigenze di carriera con i giochi, con la scuola e con le relazioni fra compagni?

Molto bene, mi sento sereno, suonare davanti a tanta gente mi dà gioia, mi sento tranquillo, penso nella mia testa che devo solo concentrarmi. Con i compagni sto bene anche perché ho frequentato la scuola di calcio MCO, ho giocato anche a basket poi ho preferito coltivare di più la passione per la musica. I miei compagni di scuola seguono i miei viaggi, si interessano e mi chiedono: in quale città nuova vai a suonare? Da un anno suono nella Junior Orchestra di Santa Cecilia di Roma ed ogni sabato mattina i miei genitori mi accompagnano al Parco della Musica di Roma dove insieme a tanti altri giovani ci esercitiamo nei brani; e poi tutte le estati, a luglio, quando andiamo in vacanza a Nocera Umbra, lì frequento un mese di corsi che terminano con un concerto finale.

  1. Cosa ti aspetti per il futuro?

Il mio sogno è diventare direttore compositore d’orchestra ma soprattutto mi piacerebbe fare una rivoluzione musicale perché nell’orchestra agli archi (violini, violoncelli, viole) è sempre affidato il tema del brano mentre gli ottoni (corni, trombe, tromboni e tube) ma anche i piatti fanno sempre da accompagnamento. Io vorrei rivoluzionare tutto questo, affidando agli archi l’accompagnamento e dando il tema principale, con un brano completo, agli ottoni.

  1. E lei Maestro Paffi da quanto segue Matteo e come si prefigura il suo futuro professionale?

Matteo è un allievo fantastico, lo seguo dai primi passi nel mondo musicale, già a tre anni e mezzo, era affascinato indifferentemente dalla tromba e dalla chitarra. Così a 4 anni e mezzo ci esercitavamo, per un’ora nei due strumenti. È unico, non è da tutti, ricevere dalla principessa Herta Margarete & Sandors un riconoscimento e apprezzamento per l’impegno nel promuovere la pace e l’amicizia.  Ora siamo pronti a partire, con grande entusiasmo, alla volta di Tunisi per esibirci il 2 novembre nella Cenerentola di Rossini, al Teatro dell’Opera di Samed.

Vi ringrazio per questa piacevole conversazione; ammiro in te Matteo la tua determinazione, la ricchezza di linguaggio con cui sei riuscito a spiegarmi cose difficili, la curiosità per la ricerca, e la tua fresca semplicità, anche questi aspetti contribuiscono a fare di te un giovane di talento. Come ha detto papà “Da giovane anch’ io suonavo, ero bravo ma ero solo un esecutore. Matteo è tutta un’altra cosa”.

 

Anna Maria Onelli – Redattore L’agone

 

 

 

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