Secondo quanto previsto in manovra, per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo nel 2025 ci sarà un incremento del 2,2% e dell’1,3% nel 2026. Le pensioni arriveranno così a 617,9 euro dai 614,77 attuali, con un incremento di circa 3 euro.
“Pensioni da fame! Un rialzo a dir poco vergognoso che non risponde al vero aumento del costo della vita, dato che i pensionati continuano a pagare i rincari verificatosi nel 2022 e nel 2023” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Inoltre, da anni chiediamo all’Istat e al Mise, ora Mimit di fare un indice ad hoc per i pensionati al minimo, dato che l’inflazione che oggi viene registrata dall’indice Foi, utilizzato per aggiornare le pensioni, non vale per chi spende gran parte dei suoi soldi per prodotti alimentari, salute e abitazione e non certo in servizi di ristorazione, comunicazioni o trasporti. Insomma, ci vorrebbe un paniere specifico per chi fatica ad arrivare alla fine del mese, altrimenti qualunque adeguamento è falsato in partenza” conclude Dona.