In occasione della giornata nazionale contro il tumore al seno è stato presentato il libro di Loriana Lucciarini “Il pennello che cura”; nella sala della biblioteca comunale, Daniela Puzzovio ha moderato l’autrice e l’artista da cui ha tratto ispirazione per il suo libro, Anna Maria Mazzini, presidentessa dell’associazione di promozione sociale “Body art therapy italia APS”. Tema delicato di vasta risonanza sociale quello del cancro al seno, che purtroppo vede combattere milioni di donne all’anno con grande coraggio e resilienza.
A fianco della ricerca e delle prassi terapeutiche scorre parallelo il palinsesto della prevenzione, fondamentale per contenere le casistiche e aumentarne le percentuali di guarigione. Per chi è colpito dalla malattia restano i segni purtroppo, sul corpo e nell’anima; consapevole, per essere stata testimone diretta di tale esperienza, Anna Maria Mazzini ha canalizzato la propria sofferenza attraverso i filtri della sua sensibilità, facendo passare dalla punta del suo pennello una sutura emotiva da cui far ripartire la percezione corretta di sé di ogni donna operata. La mastectomia lascia cicatrici devastanti per la percezione della femminilità; ecco che con la sua body art therapy, attraverso una proiezione del ricordo della sua sofferenza sul corpo di una neo operata, entrandoci in empatia, trasforma quell’afflizione in arte traendo ispirazione da quella sofferenza stessa.
Dopo la nascita della sua associazione l’idea è stata quella di raccogliere, in un calendario, dodici storie di dolore ritratte dopo le otto ore di una seduta, raffigurazioni di corpi straziati affrancati da quella mortificazione cicatriziale grazie all’arte. Con passionalità l’artista ha puntualizzato che non si tratta di semplice body painting, ma è qualcosa di più: entrare in contatto con quel dolore, riconoscerlo, comprenderlo, viverlo in empatia con chi lo prova e dargli la forma e i colori più giusti per l’innesco di un processo salvifico. Grazie a quei dipinti corporei, la mastectomizzata inizia ad abbandonare il senso devastato di sé recuperando la propria femminilità ferita.
Quei colori, che di fatto andranno via con una doccia, resteranno invece impressi nell’anima in un quadro percettivo del sé che è esso stesso principio di guarigione. Allo straordinario lavoro della Mazzini è dedicato il libro firmato Lucciarini; è una collezione prosaica delle interviste a chi quella terapia l’ha provata, attestazioni di efficacia e bontà di questa forma d’arte. Al termine della presentazione, in un cordiale dialogo con l’artista, si è presa testimonianza diretta della delicatezza delle sue mani, quelle stesse con cui l’artista restituisce i colori della vita a chi credeva che questa fosse ormai solo una tela nera.
Ludovica Di Pietrantonio