L’ennesima aggressione al personale sanitario si è compiuta nella notte all’Ospedale San Paolo di Civitavecchia dove un medico del pronto soccorso è stato aggredito con un pugno in faccia, riportando una prognosi di 6 giorni. Il Direttore Generale ff, dottor Roberto Di Cicco ha espresso, in un comunicato stampa – a nome della Asl Roma 4 – la sua più sincera solidarietà e la sua vicinanza al medico aggredito e all’infermiera coinvolta. Ha condannato fermamente questo gesto violento e inaccettabile che umilia non solo il medico ma tutta la comunità sanitaria. Il Direttore comunica che l’Azienda si costituirà parte civile perché sono intollerabili gli atti di violenza verso chi si impegna costantemente, e anche con sacrificio, nel garantire la salute pubblica. Lo Stesso auspica che le autorità competenti facciano piena luce sull’accaduto e agiscano con la massima severità. Sconcerta il fatto che proprio gli operatori del pronto soccorso, deputati alla prima accoglienza di chi abbisogna di cure, siano sempre più oggetto di violenze verbali e/o fisiche da parte di chi va in perdita di controllo emotivo o è sotto l’effetto di alcol e droghe. Sconcerta, altresì, il fatto che non cessano le aggressioni al personale sanitario nonostante il Decreto Legge anti-violenza, approvato il 27 settembre 2024 dal Consiglio dei Ministri, sia già operativo. Il Decreto stabilisce pene più severe per chi aggredisce il personale sanitario e / o danneggia beni del servizio sanitario. Tra le pene è applicabile la reclusione da uno a cinque anni e una multa fino a 10.000 euro per chi danneggia beni e strutture sanitarie. Inoltre, il decreto stabilisce l’arresto obbligatorio in caso di lesioni al personale sanitario. Sarà possibile procedere anche all’arresto in flagranza differita, ossia nelle quarantotto ore successive al fatto, utilizzando foto e video registrati da impianti presenti nella struttura sanitaria o effettuati privatamente da cellulari. L’aumento delle pene, l’introduzione dell’arresto in flagranza differita, il potenziamento del servizio di polizia negli ospedali potranno fungere da deterrente se accompagnati da una grande opera di sensibilizzazione della popolazione e degli Enti interessati affinché sia attribuito a tutti gli operatori sanitari il riconoscimento umano ed economico che essi meritano.
Anna Maria Onelli
Redattore L’agone