22 Novembre, 2024
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Oriolo Romano e il fungo porcino, un matrimonio perfettamente riuscito

Una sagra che da oltre vent’anni continua a mietere successi

Enrico Lo Sardo tira le somme della sagra del fungo porcino di Oriolo Romano.

Può tirare le somme della manifestazione? Come è andata? Qual è stata la risposta del pubblico?

«Come ogni anno, la nostra sagra è cresciuta in termini di apprezzamento e di presenze. E’ stato di nuovo un anno record, nonostante le prime due giornate vissute con un tempo atmosferico che non ci ha assistito. Siamo apprezzati per organizzazione, ottima qualità del cibo e cortesia dei nostri operatori. Cerchiamo di mantenere pulito il paese e al termine di ogni fine settimana, anche col supporto della amministrazione locale e dell’impresa dedicata alla nettezza urbana, la piazza viene pulita e i cassonetti di raccolta svuotati di continuo durante la manifestazione. Tra le poche sagre nel Lazio, offriamo due casse munite di Pos e siamo organizzati per far giungere alla cassa l’avventore con l’ordine già predisposto. Dal momento del pagamento, l’ordine arriva in cucina e viene preparato e servito al momento, a un impressionante ritmo che arriva anche a 100 ordini ogni 15, 20 minuti. Ogni sera ci sono stati spettacoli musicali di vario genere, e a seconda delle giornate c’è stato intrattenimento pomeridiano, giochi per bambini e uno spettacolo circense.

Siamo perfettamente integrati nel territorio, non creiamo particolari disagi alla circolazione sulla Braccianese; i nostri avventori arrivano a Oriolo Romano, trovano agevolmente posto gratuito nelle vie del paese non interessate dalla manifestazione è questo consente anche di visitare il resto del paese, passando tra i negozi che insistono sulle diverse vie. Certo, per qualche giorno modifichiamo le abitudini degli oriolesi, che vedono il paese vissuto da tante persone che, molto spesso, tornano per fare escursioni, per mangiare o vedere meglio il paese stesso, ma siamo anche consapevoli che ormai i cittadini di Oriolo vivono con orgoglio questa manifestazione che fa tanto ben parlare del Paese.

Il mercatino, quest’anno servito da uno specifico servizio igienico, giusto nello spazio che l’amministrazione concede per non stravolgere troppo le vite dei cittadini, consente agli avventori di fare una passeggiata e acquistare oggetti di artigianato, dolci, formaggi e salumi provenienti dalle migliori zone d’Italia per la loro produzione. Non mancano antiquariato e vintage, come pure proposte in termini di risparmio energetico. Di particolare apprezzamento è risultata la villa comunale, Villa Altieri, con i suoi otto ettari da esplorare in un meraviglioso percorso naturalistico. Anche l’arte e la storia del paese sono visitabili, attraverso l’accesso al museo di Palazzo Altieri colmo della sua naturale bellezza storica con la grande pinacoteca “papale”. Vi sono poi altre bellezze naturali da scoprire, come la Mola e il bosco (faggeta) patrimonio dell’Unesco, che danno motivo di tornare a visitare Oriolo Romano nel corso dei mesi successivi».

Quante persone del vostro staff sono state impegnate nella riuscita della manifestazione?

«Sono circa 150 i volontari impegnati nella realizzazione della manifestazione, oltre ai fornitori che si prodigano per non farci mancare nulla e per darci materie prime della giusta qualità; ogni anno abbiamo nuove persone e giovani che entrano nel “circuito” chiedendo di entrare a dare una mano. Negli ultimi anni, in particolare molti giovani si sono affacciati e sono coloro, ne sono certo, che continueranno questa avventura nei decenni a venire, orgogliosi di chi gli avrà lasciato una grande eredità positiva».

Quando si chiude una manifestazione del genere si dice “finalmente è finita” oppure si dice “peccato” e si comincia subito a lavorare all’edizione successiva?

«Quando si chiude una manifestazione del genere, in un certo senso si dice “è finita” (la fatica), ma si è orgogliosi del risultato e dell’apprezzamento sempre crescente, della consapevolezza di essere riusciti nell’impresa di accontentare tutti, di essere parte di una grande organizzazione che tanto “buon nome” ha portato a Oriolo Romano negli ultimi ventuno anni.  Non per tutti poi finisce allo stesso momento: al termine dell’evento occorre smontare tutto e riportare i luoghi che ci hanno ospitato allo stato precedente (se possibile meglio), pensate che quest’anno in soli 3 giorni dalla fine dell’evento, è stato tutto smontato e riposto nei relativi magazzini. Poi le attività proseguono con le chiusure amministrative verso fornitori ed erario, si programmano le attività e le donazioni che l’Acor fa con i proventi della manifestazione e si inizia a pensare all’edizione successiva. La prossima, la ventesima realizzata, sarà certamente un’edizione speciale. Nel corso delle settimane successive poi, arriva anche un senso di “mancanza” di quei momenti di condivisione che oltre 150 persone vivono insieme, tra la fatica, lo scherzo, le risate, qualche discussione (come in ogni buona famiglia) che poi si chiude nel giro di qualche bicchiere di vino, caffè o un dolcetto consumato insieme, a “buriana terminata”».

Ha ringraziamenti particolari da fare, nel merito dell’edizione appena conclusa?

«Siamo arrivati alla fine dell’intervista, alla fine dell’evento e all’inizio di un nuovo ciclo di programmazione dell’evento stesso e degli eventi a seguire (le luminarie per le vie del paese in occasione del Natale e la festa di Halloween per i bambini, finanziati dalla nostra associazione), non posso non ringraziare quindi prima di tutto i nostri fedeli avventori e i tanti nuovi che ci hanno fatto l’onore di venire a Oriolo ad assaporare le nostre pietanze (qualcuno ne fa anche scorta a portar via); a seguire i tanti volontari che, nei diversi ruoli, hanno reso possibile la manifestazione, l’amministrazione comunale, le forze dell’ordine, Carabinieri e polizia locale, la Croce rossa italiana di Capranica, Oriolo e Bassano Romano, la protezione civile di Oriolo Romano e dei comuni limitrofi che hanno inviato personale, il consiglio di amministrazione della nostra associazione, gli artisti e il service audio e luce, e tutti i nostri impeccabili fornitori. Non posso dimenticare gli operatori che realizzano e animano il mercatino, i cittadini di Oriolo Romano, gli operatori ecologici, il personale di Palazzo Altieri, i commercianti di Oriolo. E ringrazio L’agone per la sempre impeccabile attenzione che pone agli eventi del territorio e alla nostra sagra in particolare».

Massimiliano Morelli

 

 

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