Il fenomeno del ricorso alla chirurgia estetica tra gli adolescenti soprattutto, negli ultimi tempi, è diventato un tema di crescente preoccupazione. Sono sempre più numerosi i giovani che decidono di affidarsi alla chirurgia estetica, ma dietro la scelta di modificare il proprio corpo, spesso si nascondono fragilità emotive e pressioni sociali che meritano un’attenta analisi. Ne parliamo di questo e molto altro ancora con Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista, ordinario della società psicoanalitica italiana
Quale è il punto di vista sul crescente ricorso della chirurgia estetica, soprattutto da parte dei giovani?
Gli adolescenti che vogliono sottoporsi a chirurgia plastica hanno solitamente motivazioni e obiettivi diversi rispetto agli adulti. Spesso si sottopongono a chirurgia plastica per migliorare caratteristiche fisiche che ritengono imbarazzanti o imperfette, che, se non corrette, potrebbero influenzare la loro vita fino all’età adulta. Gli adolescenti tendono a sottoporsi a chirurgia plastica per adattarsi ai coetanei. Gli adulti, invece, tendono a sottoporsi a chirurgia plastica per distinguersi dagli altri. Le ripercussioni emotive e fisiche della chirurgia plastica negli adolescenti, secondo il National Institute of Mental Health statunitense, se non sono sostenute da valide motivazioni mediche e psicologiche, valutate insieme alla famiglia con il supporto degli specialisti, possono essere molto significativi ed avere un impatto emotivo importante nell’adolescenza, poichè la mente e il cervello sono in evoluzione e progressiva, ma non ancora giunti a compiuta maturazione.
Quali sono le motivazioni che portano a questa scelta?
Secondo l’American Society di Plastic Surgeon (ASPS), tra le caratteristiche fisiche o i problemi più comuni che gli adolescenti desiderano correggere sono un naso con deformità, orecchie disarmoniche o sporgenti, seni troppo grandi (macromastia) o asimmetrici, segni dell’acne grave e cicatrici. L’ASPS mette in guardia adolescenti e genitori chiarendo che la chirurgia estetica è un vero intervento chirurgico che accanto ai benefici, comporta anche alcuni rischi. Inoltre, gli adolescenti dovrebbero avere aspettative realistiche sulla chirurgia plastica e comprendere che cosa può fare effettivamente per loro. Un aspetto fondamentale è che devono essere raggiunte alcune tappe nella crescita psicologica e nella maturità fisica, prima di sottoporvisi.
Quali sono le proporzioni del fenomeno?
Secondo le statistiche dell’ASPS, negli Stati Uniti nel 2022 sono stati eseguiti 23.527 interventi di chirurgia estetica su adolescenti di età tra i 13 e i 19 anni, mentre sono stati eseguiti anche 244.252 interventi di chirurgia estetica mininvasiva. In Gran Bretagna, il fenomeno della toxic teen generation era divenuto di tali proporzioni che è stato vietato per legge il ricorso dei minorenni al botulino. In Italia, secondo le stime ufficiali diffuse dalla Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica (SICPRE), i trattamenti di medicina e chirurgia estetica negli adolescenti hanno avuto un incremento di almeno il 20% nel 2021, di cui +67% rispetto al 2019 e +130% rispetto al 2020. Nel 2022, un rapporto della SICPRE ha evidenziato l’aumento dei trattamenti estetici tra i giovani, con una prevalenza di interventi non invasivi come tossina botulinica (botox) e filler, che sono meno impegnativi e più facilmente reversibili rispetto agli interventi chirurgici maggiori.
In che modo, la psicoanalisi può aiutarci a comprendere il desiderio di modificare il proprio corpo attraverso interventi estetici?
Durante l’adolescenza, la mente è in continua crescita e trasformazione. Il corpo, cambiato con lo scatto puberale, diventa il fulcro delle attenzioni degli adolescenti che vi proiettano il proprio mondo interiore, nel bene e nel male. Come è oggetto di idealizzazione, così è oggetto di conflitti. Inoltre, possono esser forti le pressioni sociali o le “mode” che quando si parla di manipolazioni, soprattutto chirurgiche del corpo, posso avere degli effetti negativi sulla mente. Ogni ferita nel corpo è anche una ferita nella mente che si supera, certamente, ma che in adolescenti fragili può invece peggiorare il quadro psicologico, la depressione, l’ansia e indurre o rinforzare una dismorfofobia.
Ci sono dinamiche inconsce che entrano in gioco?
Il desiderio di cambiamento può esprimere il bisogno di cambiare qualcosa di se stessi che non piace o non è accettato, ma poichè inconscio o angosciante, è “spostato” sul corpo. Un altro bisogno, può essere il camuffamento, ovvero nascondere la propria vera personalità dietro un Falso Sé che può avere un risvolto corporeo. Da qui l’innesco di una spirale di continui interventi e rimaneggiamenti, come talvolta accade, alla ricerca di una perfezione idealizzata e irrealistica o di un’immagine di sé difensiva e conformista. In senso positivo, può essere dettato dalla necessità di rendere più armonico il volto o il corpo, in questo caso i professionisti, sanno dare le indicazioni più corrette.
Ritiene che i social media abbiano un ruolo significativo nell’influenzare la percezione di sé e dei propri autentici bisogni?
Come ha sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Non bisogna affidarsi al web come se fosse il medico di fiducia” e questo vale anche per la chirurgia estetica. I social media non sono intrinsecamente negativi, ma il modo in cui vengono utilizzati può influenzare profondamente anche la percezione di se stessi. È noto che il loro cattivo uso può essere tossico per la mente adolescente. Numerosi studi hanno dimostrato che sono dopanti e che talvolta esercitano una persuasione di cui giovani non sono consapevoli, che possono creare falsi bisogni e che possono rispondere a mere logiche di mercato. Non è corretto demonizzare chi li usa per farsi conoscere né chi ne fruisce per informarsi, è necessario però rendere consapevoli gli utenti, soprattutto i ragazzi, che queste magnifiche vetrine necessitano anche di essere calate nella realtà. La conoscenza e la consapevolezza permettono di fare le scelte migliori per se stessi, soprattutto se rinforzati dal confronto con adulti, genitori e professionisti, che possono informare correttamente, spiegare, consigliare e orientare.
Molti giovani si sottopongono a interventi di chirurgia estetica per sentirsi meglio con se stessi, cosa accade se i risultati sono diversi da quelli attesi?
In un’ottica psicoanalitica, possono attivarsi dinamiche emotive e inconsce che possono influenzare profondamente il benessere psicologico dei giovani. Si può attivare un conflitto tra il Sé reale e il Sé ideale. In questo caso, possono sentirsi rinchiusi in un corpo che psichicamente non rappresenta più la percezione di sé come prima dell’intervento e il corpo trasformato non è come era stato fantasticato. Quando s’infrange idealizzazione, possono comparire autosvalutazione, imbarazzo, vergogna. Negli adolescenti, il corpo è una parte centrale del Sé. Un intervento che lo modifica, ma che non soddisfa le aspettative (idealizzate), può indurre una frattura o una frammentazione della coesione mente-corpo, con una sensazione di estraneità tra l’identità psichica e il corpo non riconosciuto e dissociato.
In che misura la chirurgia estetica può essere vista come una “via di fuga” da problemi più profondi legati a depressione o a traumi?
Bisogna premettere che il ricorso alla chirurgia estetica non è per sé un segno o un sintomo di un disturbo psicologico, è vero però che in adolescenti depressi, dismorfofobici o traumatizzati, intervenire sul corpo può essere un agito non pensato, per affrontare problemi interiori o tentare di risolvere meccanicamente un malessere profondo. È chiaro che siamo già in un ambito in cui il ricorso alla chirurgia estetica spesso è improprio e quindi può essere facilmente intercettato e trovare la corretta risposta, ovvero una risposta psicoterapeutica. Dopo una psicoterapia analitica o un’analisi, affrontato e risolto il disagio di fondo, ricorrere alla chirurgia estetica diviene una scelta e non più un comportamento compulsivo.
Parliamo di corpo e psicoanalisi, quale correlazione esiste, più in particolare, tra la mente e il corpo?
La psicoanalisi ha considerato il legame tra il corpo e la mente fondamentale nella strutturazione dell’Io e nella relazione con la realtà. Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista, ha individuato nel corpo il punto di partenza e del successivo sviluppo dell’Io. Anche se esiste una sola unità psiche-soma, corpo e mente sono inscindibili, si giunge gradualmente vivere se stessi come “abitanti” e protagonisti del proprio corpo. È un processo che inizia alla nascita e che prosegue fino alla tarda adolescenza, talvolta con dei recuperi o successive fasi e “riprese” maturative anche nell’età adulta.
Quali sono i segnali d’allarme che giovani e genitori dovrebbero notare prima di decidere di sottoporsi ad un intervento estetico?
Le prime manifestazioni che devono destare allarme è un’insistenza, che non permette dialogo o critica, per sottoporsi ad interventi chirurgici per modificare più parti del proprio corpo o tutto il proprio aspetto. In generale, riferimenti incalzanti o dichiarazioni esplicite di svalutazione del proprio aspetto e di se stessi, in generale, come persone, possono essere espressione di una bassa autostima e una difficoltà di accettazione di aspetti interiori o dei cambiamenti avvenuti con l’avvento dell’adolescenza. Un altro elemento è il bisogno pervasivo dall’approvazione altrui che non porta però a migliorare l’accettazione di se stessi, nonostante complimenti sinceri e rassicurazioni realistiche. Prestare attenzione alle preoccupazioni eccessive per un aspetto fisico percepito come difetto gravissimo, ma poco significativi o invisibili agli altri. Si potrebbe trattare di un sintomo di un Disturbo da dismorfismo corporeo o dismorfofobia, per cui è indicata una consultazione specialistica psicoanalitica.
Come può la psicoanalisi aiutare a riconoscere queste problematiche?
La psicoanalisi può aiutare a riconoscere e comprendere le ragioni inconsce di un eventuale disagio o problematiche profonde che sostengono il bisogno di sottoporsi a interventi di chirurgia estetica, soprattutto se non vi sono motivazioni realistiche. L’analisi offre uno spazio sicuro, vincolato rigidamente al segreto professionale, per riflettere sulle dinamiche psicologiche in gioco con un interlocutore disponibile, competente e di ampie vedute con cui affrontare argomenti delicati e intimi, non sempre facili da trattare, soprattutto per gli adolescenti. Nell’analisi si affrontano o ricostruiscono avvenimenti dell’infanzia del paziente o dinamiche familiari che possano aver influenzato la percezione del proprio corpo. Un altro ambito ancora, sono i conflitti inconsci, ad esempio, la difficoltà ad accettare i cambiamenti avvenuti con la pubertà, l’accettazione del corpo sessuato, le implicazioni relazionali e affettive di questa crescita. In alcuni adolescenti può essere necessario approfondire tematiche sull’identità di genere, se dovessero essere portate in seduta come bisogno di chiarirsi o causa di un disagio.
Quali consigli dare ai giovani?
Chiedersi sempre se il desiderio di cambiare qualcosa del proprio corpo, sia un’esigenza interiore autentica e spontanea o se non ci siano condizionamenti da mode, da modelli di perfezione proposti dai social soprattutto cercando di capire se sono realistici e non manipolati, anche con l’intelligenza artificiale; Attenzione che l’idea di ricorrere alla chirurgia estetica non sia espressione di un momento di fragilità emotiva o crisi psicologica, un tentativo di risolvere un problema interiore attraverso la manipolazione o un cambiamento nel corpo. Non solo non funziona, ma può peggiorare la situazione psicologica; Dopo aver parlato con il chirurgo e fatta un’attenta valutazione, chiedersi se si è pronti ad accettare il proprio aspetto dopo un eventuale intervento necessario, se il risultato non fosse esattamente quello atteso poiché idealizzato o non realistico già in partenza; Importante informarsi e scegliere con cura, anche con l’aiuto dei genitori o di propri medici di fiducia, gli specialisti a cui affidarsi. Sapere che esistono associazioni scientifiche specialistiche e gli Ordini professionali; In caso di disagio interiore, depressione o fissazione per piccoli particolari del corpo che gli altri non vedono, è utile consultare uno psicoanalista per affrontare il disagio interiore e comprendere se la necessità o il desiderio di una trasformazione del proprio corpo sono autentici o invece espressione del bisogno di cambiamento interiore, affrontabile in analisi.
Marialuisa Roscino