Ieri, in Biblioteca, “Ferite a Morte” è stato l’ultimo degli incontri previsti per sottolineare l’esistenza della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza su donne e bambini. In questi giorni, molte le manifestazioni diffuse, anche per affermare che troppo spesso per gli atti di “violenza” non si attribuisce attenzione ed importanza ai comportamenti ed al ruolo dell’autore, anche nel suo contesto familiare e sociale.
Conoscere la vittima, le sue abitudini, in un puzzle fatto dallo scandire delle sue giornate, talvolta giornalisticamente ricostruite in maniera morbosa a sottolineare quelle “pericolose”.
Ma se la cronaca anche giudiziaria di questi giorni, afferma con forza, che l’attore del fatto delittuoso è troppo spesso considerato “un bravo ragazzo”, che mostra atteggiamenti naturali per un maschio, non è che sia proprio quella consuetudine, quell’immagine stereotipata da “uomo padrone” sulla quale bisogna confrontarsi ed agire?
Domenica, presso l’Auditorium BCC, una vastissima platea ha potuto ascoltare la voce di tanti giovani che, attraverso le parole della musica che avevano scelto, raccontavano storie troppo uguali a quelle di cronaca nera. La potenza delle loro voci e l’intensità delle emozioni che ci hanno regalato, ci ha strappato dal ruolo di investigatori da salotto tv.
Puntuale e innegabilmente interessante il contributo offerto dal Capitano Comandante della stazione dei Carabinieri di Bracciano, Simone Notaro e dal Tenente Vanessa Tocci della Guardia di Finanza. Loro, suggerimenti ed approfondimenti, per rafforzare la tutela delle vittime di maltrattamento, di violenza sessuale, di tutti quegli atti persecutori e lesivi, connessi ai contesti familiari e non solo. Ma anche le conseguenze etiche e morali legate alla diffusione in ambiente digitale, di foto, video e commenti con intento offensivo verso persone che si trovano in situazioni di vulnerabilità.
Usare un linguaggio adeguato, educare a riflettere sui contenuti e sulle azioni sulle quali soffermarsi, da porre in essere o da evitare, è sicuramente propedeutico per incidere sul quadro generale che mostra dati allarmanti.
La creazione di spazi di aggregazione giovanili, l’attivazione di sportelli dedicati, la programmazione di attività educative realizzate con metodologie e linguaggi appropriati anche all’età, come affermato durante l’evento “Ho smesso di tacere”, deve rappresentare un impegno condiviso tra Amministrazione e Comunità, Famiglie ed Educatori, Cittadini e territorio, azzerando tutte le questioni di genere, troppo spesso micce da tastiera alimentate per generare divisioni e discriminazioni.
Doveroso attivare soluzioni e presenze utili, grazie alla forza di una rete che non si ferma ma anzi cresce, sostenuta ed alimentata costantemente per i giovani e per un futuro che offra loro maggiori speranze ed opportunità.
Questo impegno e auspicio condiviso con i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, da parte del Sindaco, Claudia Maciucchi, del Vicesindaco, Luca Galloni e dall’Assessore alle Politiche Giovanili e Pari Opportunità, Viola Catena. Pronta la collaborazione della BCC espressa dal Presidente, Dott. Porcu, che oltre ad accogliere le tante persone presenti, ha rinnovato il suo impegno a sostenere e supportare iniziative di questo genere, simbolicamente donando una tshirt rossa ai partecipanti arricchita dalle parole di Alda Merini.
E come non esprimere un grazie anche alle voci che hanno animato queste giornate: Ginevra Capotondi, Cecilia Scalise, Ambra Perconti, Arianna Tabellini, Francesco Perconti, Marta Capponi. Al sostegno dell’APT con la presenza costante di Antonio Mariotti, la collaborazione dell’Associazione In Itinere con la moderazione e la riflessione di Anna Di Giovanni. E poi, ultima ma non ultima, Stefania Di Michele, che ha dato voce alle donne ferite a morte.
Molta strada è ancora da percorrere: imperativo mantenere la barra dritta ascoltando e sostenendo chi è in difficoltà, cogliendo le richieste di aiuto silenziose, i gesti e le parole sottaciute. Gli strumenti ci sono e dovremmo avere meno paura del loro utilizzo: insieme si può.