29 Novembre, 2024
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L’intervista – Parola alle istituzioni, Marco Crocicchi

Con questa intervista inizia una serie di incontri con le istituzioni della città di Bracciano. Partiamo ascoltando il primo cittadino di questa cittadina lacustre, ma avremo altri ospiti: oltre a politici di maggioranza ed opposizione, anche figure istituzionali che ci illustreranno la propria azione.

Il disamore verso politica ed istituzioni nasce spesso dalla non completa conoscenza della realtà e nostro scopo sarà dare la parola a chi gestisce la società, per poi far loro rispondere alle domande che vorreste fossero poste, per suggerirle basterà scrivere al redattore autore di questa serie di interviste.

Quanto segue, per motivi di spazio, è solo la prima parte dell’intervista, il discorso completo è disponibile sui nostri social.

Un giovane sorridente, in elegante giacca e cravatta, appena rientrato da un impegno istituzionale, ha poggiato la fascia tricolore e ci ha accolti nel suo ufficio del palazzo comunale risalente al 1619. Da dietro una antica scrivania, non ha avuto remore né tentennamenti e, con molta attenzione e passione, ha risposto a tutte le domande postegli, come fosse un politico di lungo corso. Il piacevole colloquio si è protratto per oltre un’ora, interrotto, di tanto in tanto, da richieste tecniche esterne che, con gentilezza, ha sbrigato velocemente per non metterci a disagio.

Marco Crocicchi, lei è nato il 6 marzo del 1980, è stato eletto primo cittadino di Bracciano con 4458 voti nel 2021 (oltre il 61% dei votanti), ed è, sinora, il sindaco più giovane di questa città, ChatGpt dice di lei: “Crocicchi è noto principalmente per il suo impegno in politica e per il suo approccio focalizzato sulla collaborazione e sul coinvolgimento dei cittadini nelle questioni locali”, è corretto? Cosa significa per lei la politica e in che senso intende la politica?

La politica per me è una azione che crea legami, quando non lo fa diventa retorica. Fare politica significa cercare di ricucire, unire, mettere in campo una dialettica che sia propositiva e che non lasci indietro nessuno. Significa mettere in pratica con passione un progetto più grande, che superi le ambizioni personali e abbracci l’intera comunità.

Ritiene che vi siano differenze tra la politica mondiale, nazionale e locale?

La politica, a qualsiasi livello dovrebbe mirare a creare una società più giusta e inclusiva. È naturale che questi valori vadano declinati, in ambiti diversi in modo differente. Per esempio valori come la giustizia e l’uguaglianza, sia a livello mondiale sia nazionale, passano attraverso la promozione dei diritti universali di leggi e politiche che proteggono la dignità e l’equità dei cittadini; a livello locale si applicano attraverso iniziative che garantiscano l’accesso ai servizi e opportunità per tutti, specialmente per i più vulnerabili. Valori come inclusione e partecipazione a tutti i livelli passano attraverso il coinvolgimento delle persone per una politica realmente rappresentativa e vicina alle esigenze dei cittadini, dalle conferenze internazionali, ai consigli comunali passando per le consulte e i consigli di quartiere, la partecipazione dei cittadini arricchisce il processo politico e rafforza il senso di appartenenza alla comunità.

Come ha trovato la macchina amministrativa di Bracciano al momento del suo insediamento?

Al momento del mio insediamento la macchina amministrativa di Bracciano presentava diverse criticità che hanno posto alcune sfide che richiedevano un intervento mirato per renderla più efficiente e vicina alle esigenze dei cittadini. Ho trovato alcune questioni economiche su cui siamo intervenuti subito, e nel corso dei primi bilanci ci sono stati miglioramenti. È emersa la necessità di un approccio più moderno e partecipativo, per cui abbiamo avviato un lavoro di riorganizzazione delle risorse disponibili e di dare priorità alle questioni sociali e ai servizi essenziali che da tempo si erano arenati. È stato ed è tuttora un percorso impegnativo non ancora concluso, ma credo che, con una visione chiara e l’impegno di tutti, si possa ottenere una macchina amministrativa più efficiente e orientata al bene comune.

Le possibili denunce per abuso di ufficio hanno rappresentato, sino a poco tempo fa, una “spada di Damocle” per tutti gli amministratori; lei cosa ne pensa dell’abrogazione di questo reato?

Si tratta di una questione complessa e molto dibattuta. Personalmente, ritenevo opportuno mettere mano, però, se mi permette la battuta, avrei usato “più il bisturi e meno la mannaia”.

Si sente il sindaco di tutti? Come sente di essere percepito da amici, alleati e avversari?

Sì, sono il sindaco di tutti. Essere sindaco significa avere un rapporto di prossimità e un contatto diretto con la comunità, per conoscere da vicino le singole realtà e le esigenze di ciascuno. È un privilegio, ma anche una grande responsabilità. In questi anni ho incontrato tantissimi cittadini nelle assemblee, negli appuntamenti in comune, per strada e non mi sono mai chiesto se i miei interlocutori mi avessero votato o meno. Con le opposizioni ho sempre cercato di mantenere una dialettica rispettosa, centrata sui contenuti e priva di attacchi personali. Credo fermamente che il confronto dovrebbe restare costruttivo e basato sull’interesse comune di Bracciano, mentre spesso, da parte di alcuni avversari, abbiamo assistito al tentativo di ingolfare la macchina amministrativa.

Lei pensa di essere stato eletto sindaco grazie al programma o alle alleanze politiche?

Sono stato eletto perché la maggioranza dei cittadini di Bracciano ha votato un programma ambizioso e condiviso: un’idea di città con una visione a lungo termine. Per arrivare a questo risultato si è lavorato con passione, coinvolgendo le forze politiche democratiche e progressiste e centinaia di cittadini civici, nella costruzione di un’idea di città partecipata che è stata compresa, accettata ed è risultata vincente.

Come sta gestendo la squadra di assessori rispetto al piano programmatico?

Non la vedo come una gestione, ma piuttosto come un lavoro comune per realizzare il piano programmatico con gli assessori e con i consiglieri. Abbiamo introdotto strumenti di partecipazione per i cittadini, come i consigli di quartiere e le consulte. Sono state costruite importanti sinergie con le associazioni del territorio, con cui collaboriamo per la realizzazione di eventi e iniziative nei diversi settori. Molte energie sono state investite nell’ambito delle politiche sociali, con l’avvio di importanti progetti per la comunità e per le categorie più fragili. Abbiamo lavorato sugli impianti sportivi, con la riapertura del campo e il rifacimento del parquet del palazzetto “Starnoni”. L’obiettivo era ed è quello di restituire ai cittadini spazi di aggregazione. A breve proseguiranno i lavori sul lungolago e il progetto triennale di manutenzione del verde ha finalmente stabilizzato la situazione e stiamo lavorando per intervenire sulle manutenzioni con maggiore tempestività. È partito un importante cantiere per proteggerci dal dissesto idrogeologico: un’opera che porterà benefici concreti, anche se inizialmente potrà causare qualche disagio, ma occorre sopportare qualche sacrificio oggi per poter lasciare un territorio sicuro per domani. Con gli assessori e con i consiglieri delegati c’è un clima di trasparenza fattivo e di impegno reciproco.

Quali responsabilità sente e quali difficoltà trova nel suo ruolo?

Sono, queste, domande importanti, perché credo che aiutino a comprendere non solo chi sono come Sindaco, ma anche il peso delle responsabilità che questo ruolo comporta nel sistema amministrativo italiano. Essere Sindaco significa assumersi l’onere di decisioni che toccano direttamente la vita quotidiana dei cittadini, dalla gestione dei servizi essenziali alla promozione della coesione sociale fino alla cura del territorio. Tuttavia, è altrettanto importante capire che, in questo contesto, spesso il Sindaco si trova ad affrontare le sfide più rilevanti con risorse limitate e, in alcuni casi, con un supporto insufficiente da parte delle istituzioni centrali e regionali. Rendere chiare queste difficoltà contribuisce a far comprendere quanto sia importante una maggiore collaborazione tra istituzioni e quanto sia prezioso il ruolo della comunità a supporto del lavoro di chi amministra.

Pensa di avere possibilità di rielezione nel 2026?

Al momento, il mio obiettivo è quello di portare a termine i progetti avviati e di rispettare gli impegni presi, per il bene di Bracciano. Nel 2021 oltre il 60% dei cittadini ha avuto il “Coraggio di Cambiare” (motto della nostra lista civica di ispirazione di centro sinistra). Abbiamo creato aspettative importanti. Sono sempre stato consapevole che il Cambiamento vero non è una gara dei 100 metri ma una Maratona di 42 chilometri. Il bello della democrazia è che saranno i cittadini a decidere. Se a fine mandato i nostri risultati dimostreranno che questa amministrazione ha meritato la fiducia della città, allora valuteremo insieme il percorso da seguire, e alla fine, come sempre, sceglieranno i cittadini.

Un pensiero per Bracciano, per l’Italia, per l’Europa e per il mondo?

Per Bracciano, il mio desiderio è che continui a crescere come una comunità unita e solidale, capace di valorizzare la bellezza del nostro territorio e di offrire opportunità e servizi sempre migliori a tutti i cittadini, specialmente alle fasce più vulnerabili. Vorrei che ognuno si sentisse parte attiva della costruzione del nostro futuro comune.

Per l’Italia, sogno un Paese che valorizzi le sue diversità e sappia affrontare con coraggio e lungimiranza le sfide sociali, economiche e ambientali che ci attendono. Vorrei un’Italia che sappia guardare oltre i singoli interessi e lavorare davvero per il bene comune, mettendo al centro i diritti delle persone e la tutela del nostro patrimonio culturale e ambientale.

Per l’Europa, auspico un continente più coeso, che non si limiti a promuovere l’unità economica, ma che diventi un vero faro di inclusione, pace e solidarietà. Un’Europa che sappia rispondere con forza e umanità alle sfide globali, dalla crisi climatica alla gestione dei fenomeni migratori, e che sappia essere un modello per i diritti umani.

Per il mondo, immagino un futuro in cui prevalgano la pace e la cooperazione tra i popoli, in cui si superino i conflitti e le divisioni in favore di un impegno comune per la giustizia sociale e la salvaguardia del nostro pianeta. Sogno un mondo dove nessuno venga lasciato indietro e dove il dialogo e la solidarietà siano alla base di ogni relazione tra gli stati e le comunità.

Certo, questi obiettivi possono sembrare irraggiungibili, ma senza idee come queste come potremmo immaginare un futuro? Io nel mio piccolo, strada per strada, quartiere per quartiere, sto dedicando tutte le mie energie affinché questo futuro sia un poco più vicino, almeno a Bracciano.

Riccardo Agresti

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