Anche quest’anno è quasi giunto al termine e come sempre, prima di incominciare l’anno nuovo e la vita nuova del proverbio, bisogna guardarsi indietro e fare un resoconto analizzando alcuni degli eventi più importanti.
Primo fra tutti, questo è stato il centenario di Cesano come parte del comune di Roma e non più di Campagnano, ricorrenza che è stata festeggiata grandemente, e per secondo, ma certo non meno importante, la scoperta di una necropoli etrusca lungo via della stazione di Cesano.
Questa notizia è importante non solo sul piano storico-culturale del territorio, ma anche su quello della speranza dei residenti che vedono questa novità come l’occasione di far spostare il biodigestore che, da tempo, il comune di Roma vuole realizzare nella zona.
Già dal 2018 la zona risultava ad “alto rischio archeologico”, ma recentemente Ama per sfatare ogni sorta di dubbio ha svolto delle indagini archeologiche preventive che hanno confermato tale rischio.
I resti consistono in una necropoli etrusca del VII secolo avanti Cristo, con ben 25 tombe, una strada di epoca romana e diverse opere di natura idraulica, i cittadini non sono stati sorpresi da tutto ciò perché chi conosce il territorio sapeva già che quel terreno era ricco di storia, soprattutto considerando il fatto che via della stazione di Cesano si sviluppa quasi parallelamente all’acquedotto alsietino (II sec. A.C.).
Tra le tombe che hanno destato più interesse vi è quella soprannominata “del guerriero” caratterizzata da un corredo composto da vasellame pregiato di vario genere, la punta d’una lancia, una spada, un rasoio, un anello, la fibbia del cinturone e con lo scheletro in buono stato.
Nonostante la speranza dei cittadini di bloccare la realizzazione del suddetto biodigestore sia divampata nuovamente dopo contestazioni di ogni sorta che vanno dai flash mob ai ricorsi al Tar, Ama ha comunicato che la scoperta non bloccherà i lavori, bensì li posticiperà in modo da rivedere e modificare il progetto per adattarlo alla zona, come riferito anche da altre testate.
La zona interessata ha più volte dimostrato di non essere idonea per questo tipo di sfruttamento, ma questa semplice realtà è stata sempre ignorata, come sono state ignorate le problematiche del territorio, come la scarsità di mezzi pubblici o la scarsa viabilità, e i cittadini sono consapevoli di tutto ciò e per questo non smettono di lottare per la propria casa.
Claudio Colantuono