2 Gennaio, 2025
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Sede vescovile di Civitacastellana. Il Vescovo, Monsignor Marco Salvi, ha aperto nella Diocesi l’Anno Giubilare 2025

Un’atmosfera speciale carica di emozioni, un’incredibile manifestazione di fede che ha raggiunto il cuore di tutti i presenti, ha caratterizzato il rito di passaggio della Porta Santa a Civitacastellana. Nel pomeriggio del 29 dicembre 2024, una lunga processione, guidata dal Vescovo della Diocesi Monsignor Marco Salvi, seguito da numerosi sacerdoti, sindaci, autorità civili e militari, vari ordini religiosi/e confraternite con il loro gonfalone, associazioni laicali, fedeli, si è mossa partendo da piazza G Matteotti incamminandosi verso la Cattedrale di Santa Maria Maggiore.

  

La processione è stata espressione del cammino verso il Regno di Dio, un richiamo peculiare al pellegrinaggio, elemento essenziale di questo Giubileo. Sul sagrato della Cattedrale, dove si potevano contare almeno 500 persone, è stata sollevata in aria la Croce invitando a riconoscerla come strumento e segno di salvezza e speranza.
Sua Eccellenza, Vescovo Salvi, ha presieduto il rito di passaggio della Porta, l’ha attraversata, seguito dal lungo corteo all’interno della Basilica già piena di fedeli.

La Porta è intesa come simbolo di Cristo stesso attraverso il quale bisogna passare per guadagnare l’indulgenza plenaria. Attraversare la Porta significa aprire il cuore, sono i cuori aperti a fare la fratellanza. «I cuori duri non aiutano a vivere» ha detto Papa Francesco.

Egli, dopo aver aperto la Porta Santa della Basilica di S. Pietro, poi quella del Carcere di Rebibbia, ha dato avvio, ieri 29 dicembre, al solenne Giubileo 2025 in tutte le Cattedrali e Concattedrali delle Diocesi. Ciò non prevede l’apertura delle Porte Sante in esse presenti ma la celebrazione dell’Eucaristia, con la lettura di alcuni passi della bolla di indizione dello stesso “Spes non confundit” e l’annuncio dell’Indulgenza Giubilare, che potrà essere conseguita nelle chiese giubilari di ciascuna Diocesi. Le chiese giubilari della nostra Diocesi sono la Cattedrale di S. Maria Maggiore di Civita Castellana e il Santuario diocesano di S. Maria “ad Rupes” a Castel Sant’Elia.

L’ingresso di Monsignore e del corteo in cattedrale si può dire che è stato un momento di grazia per tutti, la Chiesa sembrava ingrandirsi di minuto in minuto pronta ad accogliere un fiume ordinato e interminabile di persone che culminava conducendo ognuno a un luogo designato.


La SS Messa concelebrata dal Vescovo proprio nella domenica in cui si festeggia la Santa Famiglia di Gesù, ha reso la cerimonia una grande occasione di fede e unione. L’omelia del Vescovo ha reso questo evento un’opportunità unica, offerta a tutti i fedeli della Diocesi, per irrobustire la propria fede e per riflettere sul significato della speranza nella nostra quotidianità. Egli ci ha invitato alla speranza, nonostante le criticità del nostro tempo, come auspicato da Papa Francesco con la bolla di indizione dell’anno Santo 2025, dal titolo Spes non confundit, La Speranza non delude.

Per comprendere la portata dell’evento basti pensare che la Diocesi di Civitacastellana, estesa tra la città metropolitana di Roma Capitale e la provincia di Viterbo, comprende numerosi Comuni distribuiti su un territorio suddiviso in 76 parrocchie, raggruppate in 6 Vicarie. Erano presenti parroci e i rappresentanti istituzionali di tutte le Vicarie. Personalmente, vivendo nella Vicaria del Lago che comprende i comuni di Anguillara Sabazia – Bracciano – Canale Monterano – Manziana – Trevignano Romano ho potuto riconoscere con piacere il sindaco di Trevignano Romano, Claudia Maciucchi, il sindaco di Canale, Alessandro Bettarelli, il vice sindaco di Manziana, Remo Fiorucci. I sacerdoti della Vicaria, Don Giuseppe di Quadroni, Don Francesco Botta di Rignano Flaminio, Don Donelio di Manziana, Don Fernando di Bracciano, Don Enzo di Vigna di Valle, le suore francescane alcantarine di Manziana, suor Mariarita, suor Lara. Citare tutti sarebbe impossibile ma è grazie a tutti se questo evento è stato così sacro e solenne, direi unico, per il rispetto, la grande partecipazione e il raccoglimento di almeno mille fedeli, per l’organizzazione incentrata sull’ordine e sulla sicurezza.

 

Il messaggio che ci lascia è cogliere il Giubileo, anche detto Anno Santo, come una grande occasione di misericordia per promuovere la santità di vita di ciascuno di noi, è l’occasione del ritorno a Dio che è la vera speranza; la Porta Aperta è un segno di comprensione e di consolazione, ci invita ad entrare per sperimentare l’amore di Dio e divenire noi stessi portatori di speranza.
Anna Maria Onelli
Redattore L’agone

(foto di Anna Maria Onelli)

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