L’incisione, rappresenta “Il Sacro Eremo di Montevirginio”.
Riporta la data 1668 e la firma dell’incisore G. Donck (Gerrit).
La stoffa è di raso (seta), è presente su un lato la cimosa. Da questa, si può stabilire che quasi sicuramente è italiana. La seta sembra coeva con il periodo. Possibile provenienza dai laboratori tessili di Venezia o Firenze. (gli Orsini erano imparentati con i Medici più probabile Firenze)
Data la presenza degli Orsini e della stamperia ducale di Bracciano dei Fei, si può pensare che l’autore possa averla stampata in loco. La stamperia all’epoca era di Giacomo Fei, figlio di Andrea Fei che aprì la stamperia nel 1614 e morì nel 1650. Il figlio Giacomo proseguì fino al 1682 (data della morte). La stamperia aveva già prodotto dei libri famosi, ricordo “La rosa Ursina 1627”, di Juan Bauptista de Lezana che nel 1635 fù consultore dei Carmelitani romani.
E il libro, “La Reformatio regolarium seu de disciplina religiosa” stampata a Roma da Fei nel 1645 con offerta al Padre Generale dei Carmelitani, Gregorio Canali. Pertanto viene da pensare che l’incisore G. Donck, che ha inciso vari santini su carta, pergamena e stoffa, e una raccolta di un santo gesuita, conservata a Boston (Università Gesuita), oltre a delle incisioni riguardanti Rembrandt, fosse nella cerchia dei Carmelitani, e che possa essere presente durante la costruzione dell’eremo.
La stessa incisione su carta è conservata all’Archivio di Stato a Roma, (pubblicata nel libro del Prof. Saverio Sturm nel 2002 e nel 1927 da Zimmermann).
La stampa e stata prodotta da due lastre di rame incise.
Riguardo la committenza, dato il pregio della stampa, potrebbe, essere stata commissionata da una figura di rilievo tra i Carmelitani.
Si è pensato anche per gli Orsini, ma manca la dedica, come di solito avviene.
Il ritrovamento è stato fatto all’interno di un libro del ‘600 messo in asta.
Dalle pieghe della stoffa si può capire che ripiegandola diventa molto piccola. Meno di una figurina.
Questo tipo di incisioni, avvengono come prima battuta, di una serie. Prima su seta (tessuto pregiato) e poi su carta.
L’ incisione, è stata comprata presso la casa d’Aste Gliubich (L’Aquila), nell’asta del 12 dicembre 2024.