Analisi, sfide e prospettive per la gestione delle risorse idriche
Il lago di Bracciano, da anni al centro di studi e monitoraggi per garantirne la sostenibilità ecologica e idrica, continua a essere un punto cruciale per la gestione delle risorse idriche nel Lazio. Il geologo Alessandro Mecali, consulente del Parco regionale di Bracciano-Martignano, ci ha fornito una panoramica dettagliata sul monitoraggio del livello del lago, sulle sue attuali condizioni e sui fattori che influenzano la sua gestione.
Dal 2015 Mecali si occupa di monitorare il livello del lago di Bracciano. Per farlo, utilizza aste idrometriche posizionate in diverse località come Bracciano, Trevignano e Anguillara Sabazia. La scelta delle località di misurazione dipende anche dalle condizioni meteorologiche, in particolare dai venti forti che possono influenzare la precisione delle letture.
Le aste idrometriche sono strumenti che permettono di misurare il livello dell’acqua rispetto a un punto di riferimento noto, lo zero idrometrico. Come spiega il geologo, «lo zero idrometrico corrisponde al livello di sfioro della diga dell’incile presso la località Marmotta, posto a 163,04 m s.l.m, e il lago si trova attualmente a -136 cm rispetto a questo livello, un dato che suscita preoccupazione».
Normalmente, il ciclo idrico del lago di Bracciano è composto da due fasi: in inverno e primavera il livello tende a salire grazie alle piogge, mentre in estate scende a causa dell’evaporazione e soprattutto per le scarse precipitazioni, con abbassamenti che possono arrivare fino a 30-40 cm. Tuttavia, quest’anno il ciclo è stato anomalo, con il livello che non è aumentato come previsto, rimanendo stabile o addirittura abbassandosi nei mesi precedenti. Con l’arrivo dell’estate, le previsioni indicano un ulteriore abbassamento.
Le cause della “discesa” del lago
Una delle principali preoccupazioni riguarda la gestione dei prelievi d’acqua. Al momento, il livello del lago è a -136 cm rispetto allo zero, ma ancora lontano dalla media storica di circa -40 cm, un miglioramento rispetto al minimo storico del 2017 (-198 cm), quando i prelievi intensivi da parte di ACEA (nel 2016 e parte del 2017), avevano portato a una drastica riduzione del livello del lago, contribuendo ad un abbassamento di circa 50 cm, danneggiando l’ecosistema circostante. Tuttavia, il geologo conferma che, da quel periodo, Acea non preleva più acqua dal lago, anche a causa del limite di concessione per la captazione fissato a quota 161,90 m s.l.m. «Non sono i prelievi da parte di Acea la causa dell’abbassamento del livello attuale», sottolinea Mecali, che aggiunge: «Le ragioni principali sono il ciclo di precipitazioni irregolare, l’evaporazione e l’effetto dei venti».
Il recupero del livello del lago è lento, e dipende da vari fattori. Il geologo stima che il lago di Bracciano impiegherà dai 7 ai 10 anni per tornare a livelli normali, a condizione che le precipitazioni siano nella media. Tuttavia, l’imprevedibilità del cambiamento climatico complica le previsioni.
Le precipitazioni e l’influenza sul livello idrometrico
Le precipitazioni abbondanti e ben distribuite sono essenziali per il recupero del livello del lago. «Se le precipitazioni annuali raggiungessero gli 800 mm, il livello si mantiene stabile, c’è un perfetto equilibrio tra entrate e uscite», afferma Mecali. «Ma se le piogge sono inferiori a questa quantità, come negli ultimi anni il livello purtroppo tende a scendere».
La necessità di interventi infrastrutturali e ottimizzazione
Un altro aspetto cruciale per la gestione delle risorse idriche riguarda le perdite nelle vecchie condotte di Acea. Il geologo sottolinea che «ogni litro perso è una risorsa preziosa che non viene utilizzata correttamente». Sebbene dal 2017 siano stati fatti importanti investimenti per la sostituzione delle condotte, è necessario continuare a monitorare e ottimizzare il sistema idrico per evitare sprechi.
Il valore dell’acqua e l’importanza della gestione sostenibile delle risorse idriche
L’acqua è una risorsa vitale, ma la sua gestione è complicata. In molte aree, si perde una grande quantità di acqua trattata a causa di infrastrutture vecchie e mal mantenute. Le perdite, che possono arrivare fino al 40%, sono spesso il risultato di tubazioni obsolete, che non sono in grado di sopportare l’aumento della pressione necessaria per distribuire l’acqua a tutte le abitazioni. Questo porta a frequenti rotture delle tubature, aumentando non solo la dispersione d’acqua, ma anche i costi di riparazione e trattamento, che sono già elevati.
Per migliorare la situazione, è necessario investire nella manutenzione delle infrastrutture e nella modernizzazione degli impianti. Interventi mirati ridurrebbero le perdite e migliorerebbero l’efficienza del sistema. Inoltre, sarebbe utile raccogliere e riutilizzare l’acqua piovana, evitando di usare acqua trattata per scopi non essenziali.
Il trattamento dell’acqua è un processo complesso e costoso, ma una parte finisce persa a causa di perdite durante la distribuzione. Questo spreco implica non solo la perdita di acqua, ma anche delle risorse usate per trattarla.
Per ottimizzare l’uso dell’acqua, bisogna migliorare le infrastrutture, adottare tecnologie moderne e separare l’acqua grezza da quella trattata. L’acqua trattata deve essere destinata agli usi primari, mentre l’acqua grezza può essere usata per scopi secondari, come l’irrigazione.
Infine, la creazione di bacini di accumulo per l’acqua piovana è una soluzione importante. Recentemente, con il Decreto siccità D.L. n. 30/2023 ha semplificato la realizzazione di piccoli invasi artificiali per uso agricolo, che potrebbe aiutare a migliorare la gestione delle risorse idriche.
Il futuro del lago di Bracciano dipende dalla capacità di gestire questa risorsa in modo sostenibile, bilanciando le esigenze umane con la protezione dell’ecosistema naturale. In questo contesto, è essenziale rafforzare le politiche di conservazione, favorire la riduzione dei prelievi e adottare soluzioni innovative per il trattamento e il riuso dell’acqua.
«L’acqua – conclude il geologo – è una risorsa limitata e preziosa, e bisogna fare attenzione a non sprecarla. Solo con un impegno continuo e innovativo possiamo sperare di mantenere il lago di Bracciano sano e sostenibile per le generazioni future».
Paola Forte