Si fa presto a dire ristorante; nel proliferare di attività food and beverage avviate secondo l’unica logica del fare cassa, conforta scoprire che c’è ancora chi fa le cose guidato dalla passione e dall’orgoglio di appartenenza a un territorio. È il caso di Federico Carpitella, sorriso pulito che nasce da un entusiasmo così raro da riscontrare in un giovane. Rivolge lo sguardo in un punto lontano quando si racconta, come è endemico di qualunque visionario: ha iniziato scommettendo sull’apertura di un bar nella piazza centrale del paese, che voleva fosse più un luogo di identità che un tipico locale. Piccole degustazioni di prodotti locali, da proporre oltre ai classici caffè. Ben presto affianco al bar apre un piccolo bistrot-enoteca, dove poter proporre le specialità del luogo e i vini tipici del Lazio ai numerosi turisti che vengono a visitare il paese oltre che ai cittadini locali. La proposta funziona e spinge Federico a rilevare un’attività di ristorazione e a luglio dello scorso anno inaugurare “Terra Nostra”. Pizzeria e cucina, si legge nell’insegna, ci fa visitare i locali come se ci facesse vedere casa sua.
«Sono molto orgoglioso e attaccato al mio paese, per questo ho deciso di proporre i piatti tipici del territorio; mi sono prefisso di proporre soltanto prodotti di elevata qualità. Rilevare la soddisfazione di chi apprezza diventa la mia soddisfazione, che ripaga l’impegno costante alla cura minuziosa che metto nel reperimento dei cibi e nella loro preparazione. Ho voluto chiamare il locale Terra Nostra, anche se potrebbe sembrare banale, riferendomi al nostro territorio del quale vado fiero. Le proposte sono tipiche della cucina romana, dalla pizza alle rivisitazioni dei piatti classici. Ho voluto dare spazio al cliente più che riempire gli spazi con i clienti, proponendo un’atmosfera accogliente e familiare, come è la conduzione dell’attività. Sto lavorando per allestire degli spazi esterni fruibili nelle stagioni più clementi, anch’essi pensati nella logica della rilassatezza familiare. Sto pensando a degli spazi musicali di intrattenimento, senza mai corrompere la tranquillità degli ospiti, che devono sempre sentirmi un amico che li invita a cena, percependo quella vicinanza discreta ma bonaria e distinta».
Non si sente un imprenditore Federico, ma un artigiano del buon gusto che vuole fare un passo indietro rispetto ai tempi moderni, recuperando quei sapori di una volta che devono passare dal palato ma anche dagli occhi e dal cuore.
Ludovica Di Pietrantonio