Gli studenti universitari con disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) sono in aumento, affrontare le loro esigenze con interventi di supporto è di fondamentale importanza. Recenti studi scientifici hanno dimostrato come studenti con Dsa ma senza diagnosi, all’Università sono depressi e insicuri, con bassa autostima. Lo screening precoce dell’apprendimento resta uno strumento di prioritaria importanza per prevenire gli effetti psicologici negativi associati a diagnosi tardive. Intervenire rapidamente, può fare, pertanto, la differenza nel percorso accademico e personale degli studenti con DSA, per garantire il loro successo accademico e il loro benessere psicologico. Un intervento tempestivo può prevenire o ridurre l’insorgenza di problemi emotivi e psicologici, come depressione, ansia e bassa autostima. Ricorrere alla diagnosi precoce e ad un supporto adeguato agli studenti con Dsa consente di garantire il loro successo accademico e il loro benessere psicologico. Ma quali sono gli interventi più efficaci a livello universitario? Esistono programmi specifici e strumenti dispensativi per le specifiche esigenze degli studenti con Dsa ? È importante conoscere i diritti degli studenti con Dsa e le misure di supporto previste dalla legge? Quale ruolo importante possono avere insieme famiglia e università? Di questo e molto altro ne parliamo in questa intervista con Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista, ordinario della società psicoanalitica italiana
Cosa riferiscono gli ultimi studi scientifici, in merito all’attuale situazione degli studenti universitari con DSA, non solo in Italia, ma anche a livello internazionale?
Gli studi riportati nelle Rivista DIS (2022), condotti per lo più nella scuola primaria, indicano una prevalenza tra il 5 e il 6%. La distribuzione temporale e geografica delle certificazioni Dsa , suddivise per regione e ordine scolastico dal 2010/2011 al 2018/2019. Nell’anno scolastico 2018/19 la prevalenza degli studenti certificati era del 4,9%, tuttavia, in questo valore confluiscono le certificazioni delle Scuole Primarie e Secondarie, di Primo e di Secondo Grado di tutte le Regioni. La prevalenza appare più elevata nella scuola secondaria di primo grado (scuola media) (5,9%), leggermente inferiore nella scuola secondaria di secondo grado (5,3%), mentre è più contenuta nella scuola primaria (3,1%). Per il 2018/2019 si registra una prevalenza per il Nord Ovest del 7,3%, per il Nord Est del 5,7%, per il Centro Italia del 5,9% e, infine, per il Sud Italia del 2,5%. L’analisi dell’ultimo anno disponibile e l’andamento degli ultimi 9 anni suggeriscono che una stima plausibile è più vicina al 10% (circa 4-5 alunni ogni 2 classi), che al 5% e suggeriscono anche che vi è ancora una forte sottostima, soprattutto nelle regioni meridionali, difficile da quantificare. Il numero di studenti universitari con Dsa è in continuo aumento. I dati nazionali sulla percentuale di studenti universitari con Dsa nelle università pubbliche italiane hanno rivelato che l’incidenza annuale, ovvero il numero dei nuovi studenti con certificazione, per l’anno accademico 2019/2020 è pari all’1,42%. A questi numeri, vanno aggiunti gli studenti iscritti alle università parificate e private .
Come la mancata diagnosi precoce può influenzare la loro autostima e la loro motivazione?
Gli studenti con Dsa non diagnosticati spesso sviluppano un senso di inefficacia e la convinzione che, indipendentemente dall’impegno, non riusciranno a ottenere dei buoni risultati scolastici. Questo può portare a bassa autostima non solo in ambito scolastico e universitario, ma in generale, fa sentire loro di avere un vulnus, una ferita profonda, una diversità che avvertono, ma che appare invisibile agli occhi degli altri e quindi poco comprensibile. Spesso si sentono meno capaci dei loro compagni e sono convinti “erroneamente”, di essere “meno intelligenti” o “non adatti” allo studio universitario. L’ansia anticipatoria e da prestazione, il confronto inevitabile con i compagni, possono portare a vergogna e isolamento che possono sfociare in un progressivo ritiro sociale e alla paura di frequentare contesti accademici o coetanei che frequentano l’università, da cui si sentono emarginati ed esclusi, talvolta senza comprenderne il motivo, ingiustamente.
Quali sono i principali campanelli d’allarme negli Studenti universitari che non sanno di avere un Dsa?
A differenza dei bambini e degli adolescenti, questi studenti hanno spesso sviluppato strategie di compensazione, ma continuano a incontrare difficoltà significative, soprattutto di fronte a carichi di studio più elevati e metodi di apprendimento meno strutturati, senza un orario vincolato, spiegazioni e verifiche come nella scuola secondaria. Le difficoltà a cui prestare attenzione sono: lentezza nella lettura di manuali universitari, con necessità di rileggerli più volte e difficoltà a individuare concetti chiave e a sintetizzare le informazioni; frequenti errori di ortografia e difficoltà nella costruzione scritta di frasi complesse; problemi nella stesura di tesine scritte con difficoltà a organizzare il discorso in modo coerente; bisogno di maggior tempo per preparare gli esami rispetto ai coetanei; difficoltà o vera e propria fatica nel prendere appunti durante le lezioni; difficoltà a esprimere i concetti in modo chiaro e articolato durante gli esami orali, nonostante lo studio intenso e una buona preparazione.
E a livello psicologico?
Frequenti i disturbi d’ansia accompagnati da una sensazione pervasiva di stare al passo degli altri studenti. Frequente anche l’evitamento degli esami o il rinvio progressivo dello studio fino al disallineamento tra lezioni ed esami da sostenere. Da un punto di vista emotivo, compare un senso di frustrazione non gestibile con perdita di fiducia nelle proprie capacità accompagnata da pensieri come di non essere abbastanza intelligenti o adatti per l’università. La difficoltà a mantenere la concentrazione per lunghi periodi come richiesto dal tipo di studio universitario, può portare ad un esaurimento delle forze fisiche e mentali, soprattutto quando sarebbe necessario aumentare l’intensità, come durante il periodo delle sessioni d’esame.
Quali possono essere gli interventi più efficaci a livello universitario? Esistono programmi specifici e strumenti didattici per le specifiche esigenze degli studenti con Dsa?
Riconoscere questi segnali è fondamentale per indirizzare gli studenti verso una valutazione diagnostica e per permettere loro di accedere alle misure compensative e dispensative previste dalla legge 170/2010 in Italia. Un intervento tardivo può aumentare il rischio di ansia, demotivazione e abbandono degli studi universitari. Il Programma Didattico Personalizzato universitario è identico a quello delle scuole superiori che in chi è già certificato viene semplicemente rinnovato, poiché ormai i disturbi sono o compensati o stabilizzati. Negli studenti con diagnosi tardiva, le misure dispensative e compensative sono quelle inerenti al disturbo certificato, tempo aggiuntivo, agli esami scritti, utilizzo di mappe concettuali e formulari a prove scritte ed esami orali, uso della calcolatrice, etc. Ogni università ha una segreteria dedicata ai Bisogni Educativi Speciali, presso questa va depositata la richiesta unitamente alla certificazione e il PDP delle scuole secondaria di secondo grado. È importante sapere che gli studenti devono consegnare 15 giorni prima della sessione d’esame le mappe concettuali al docente che deve validarle e che può dare indicazione di rivederle o cambiarle. Lo studente quindi le rielabora seguendo le indicazioni date dal docente stesso e le inoltra di nuovo via e-mail. Le mappe concettuali possono essere portate e consultate durante l’esame, sia questo, scritto, che orale.
E’ importante conoscere i diritti degli studenti con Dsa e le misure di supporto previste dalla legge?
Sì, è fondamentale che gli studenti universitari con Dsa conoscano i propri diritti e le misure dispensative e compensative previste dalla legge. La consapevolezza dei propri diritti li aiuta ad affrontare il percorso accademico con maggiore serenità, riduce il sovraccarico di ansia, previene la frustrazione e demotivazione. Di fatto, permette agli studenti di avere una buona o eccellente carriera universitaria, certamente più faticosa (soprattutto per i tempi stringenti di consegna di mappe e formulari al docente universitario) e spesso con più ore di studio con il vantaggio però di riuscire a sostenere gli esami in tempo, proprio grazie alla griglia organizzativa e ai tempi dettati dalle consegne.
Quale ruolo importante possono avere insieme famiglia e università?
La famiglia ha sempre un ruolo centrale nel supporto dei figli e il compito di provvedere per tempo ad avviare il processo di certificazione. Spesso, la mancata diagnosi durante gli anni scolastici precedenti, fa sì che le difficoltà emergano con forza all’università, dove il metodo di studio è diverso, dove è richiesta maggiore autonomia e la quantità di testi da studiare è più elevata. Importante aiutare i figli a interfacciarsi con le istituzioni universitarie per garantire il rispetto delle misure previste e informarsi insieme sulle opportunità offerte dall’università (tutor accademici, sportelli di supporto psicologico per Dsa, applicazioni delle misure compensative e dispensative nelle prove d’esame. Le università hanno il compito di garantire un ambiente di apprendimento inclusivo, applicando con rigore e serietà le norme previste per gli studenti con Dsa. Inoltre, è fondamentale che creino sportelli di orientamento e consulenza per studenti che non sono ancora certificati, strutturando delle collaborazioni con specialisti per favorire l’accesso a diagnosi tempestive e dando indicazioni sui centri pubblici e privati che eseguano di test neuropsicologici mirati.
In che modo, questa sinergia può supportare il loro rendimento scolastico di studenti universitari con Dsa e favorire il loro benessere?
La collaborazione tra lo studente, la sua famiglia e l’università è determinante per il successo accademico degli studenti con Dsa. Se da un lato, le famiglie possono avviare e sostenere il percorso di certificazione e motivare i figli, dall’altro l’università deve garantire che le misure previste vengano applicate con serietà e senza discriminazioni. Solo un approccio sinergico può permettere agli studenti con DSA di sviluppare le proprie potenzialità e affrontare il percorso universitario con il meritato successo e con la maggiore serenità possibile.
Quali sono le caratteristiche peculiari degli studenti universitari con Dsa e quale ruolo gioca un eventuale percorso psicoanalitico?
Uno studio pubblicato su Research in developmental Disabilities (2021) ha evidenziato che gli studenti universitari con Dsa sono una categoria di giovani adulti che hanno superato le avversità, che hanno perseverato negli sforzi anche se hanno avuto difficoltà e che poi hanno avuto successo. Quindi sono capaci e bravi quanto più degli altri a livello universitario, come nello sport o nella musica o nelle arti grafiche. Inoltre, hanno trovato un metodo di studio attraverso le indicazioni di tutor didattico specializzato, acquisito consapevolezza dei propri punti di forza, trovato strategie efficaci per apprendere. Inoltre, non hanno timore nel chiedere aiuto quando si trovano in difficoltà. Di accompagnamento a tutto ciò, una buona percentuale di questi studenti durante la loro vita, nell’infanzia, nell’adolescenza o all’università ha chiesto personalmente o su invito dei genitori, hanno avuto l’opportunità di fare un’analisi personale o una psicoterapia psicoanalitica. Questo ha ridotto fortemente o fatto loro superare del tutto i disturbi ansioso-depressivi spesso correlati alla consapevolezza e alle difficoltà dei primi anni in cui vengono accertati e certificati i Dsa, ciò è confermato anche in un accurato studio pubblicato in Frontiers in Psychology nel 2024.
Quali consigli dare a studenti e genitori?
Riconoscere le proprie difficoltà e chiedere aiuto, sia per la prima certificazione, che per il prolungamento all’università; Informarsi presso l’Ufficio Servizi per DSA e Disabilità della tua università per sapere quali strumenti compensativi e misure dispensative è possibile richiedere. Conoscere la legge 170/2010 e le Linee Guida CNUDD, così da essere sicuri che i propri diritti e i diritti dei figli vengano rispettati; Usufruire dei servizi dell’università, richiedendo se necessario un tutor didattico se l’ università lo mette a disposizione, può aiutare a sviluppare un metodo di studio miglio e più efficace; Prepararsi bene agli esami, studiando con dedizione e concordando con i docenti le modalità di esame più adatte: chiedere se è possibile esame orale invece che scritto o viceversa, più tempo a disposizione, uso di strumenti informatici, ecc.; Avere una buona programmazione e distribuzione del tempo in cui portare avanti anche altre attività, sportive, artistiche, teatrali, musicali, etc. Non aspettare mai all’ultimo momento per prepararsi, è importante avere un calendario per organizzare lo studio nel tempo; Non paragonarsi agli altri. Il proprio percorso può essere diverso, ma è altrettanto valido; Avere sempre un sostegno psicologico. Proseguire il proprio percorso se lo si è già iniziato o chiedere di intraprenderne uno. Una buona analisi aiuta ad affrontare meglio le difficoltà, sostiene emotivamente, aiuta a combattere ansia e scoraggiamento e dà un ritmo interno.
Marialuisa Roscino