28 Febbraio, 2025
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Il Pnrr nelle pieghe della burocrazia

Sono dieci le rate, l’ultima è prevista a giugno 2026

Il Covid/19 e la crisi economica europea hanno dato vita al Next Generation EU per aiutare gli Stati membri. Il dispositivo è il 241/UE/12.2.21 scade a giugno 2026 e prevede 672,5 miliardi di euro, di cui 312,5 di sovvenzioni e 360 di prestiti.  In Italia il Pnrr parte con Draghi il 30.4.21, approvato dal Consiglio UE il 12 luglio del 2021, con 191,5 miliardi di cui 122,6 di prestito e 68,9 di sovvenzioni. Il governo Meloni, dal 22 ottobre del 2022, ha presentato all’Unione europea il 7 agosto 2023, una modifica approvata l’otto dicembre dello stesso anno.  Ne ha presentato una seconda il 4 marzo 2024 approvata il 14 maggio e una terza il 10 ottobre approvata il 18 novembre.

Rallentamenti

Le modifiche hanno rallentato le procedure nelle pieghe della burocrazia.

Confindustria (1°sem.24) è scettica per tre motivi: “l’incertezza su… alcune nuove misure;  non sono chiare né le risorse necessarie né gli impatti macroeconomici fuori dal perimetro Pnrr;  non è chiaro se l’impatto… nuove misure sarà maggiore a quello delle misure precedenti”.

Si prefiguravano +2,8 punti percentuali sul prodotto interno lordo a fine 2026, con una crescita economica e una riduzione del debito, grazie a misure come transizione ecologica, trasporti, rinnovabili, scuola, sanità, dissesto idrogeologico, ricerca. Invece il governo le esclude per errori e ragioni oggettive, e dichiara che i progetti fuori dal Pnrr seguiranno altri fondi.

Altre cause

Basterebbe ricordare il Covid 19, i terremoti, le alluvioni, per credere e accelerare l’urgenza di questi lavori e invece il governo sopprime le misure e rischia di perdere i finanziamenti.

Per questo il ministro Foti chiede all’Unione europea di spostare la scadenza di giugno 2026, ma al momento la proroga non è prevista.

Dieci rate

Intanto il 30 dicembre è stata chiesta la settima rata; si tratta di 18,3 miliardi che seguono gli 8,7 della sesta rata già incassata. L’ottava rata prevede 40 obiettivi e l’importo di 12,8 miliardi. Sono 10 in tutto le rate del piano. L’ultima è prevista a giugno 2026.

Finora sono 122 i miliardi incassati su 194,4 compresi +2,9 per le modifiche; 71,8 in sovvenzioni e 122,6 in prestito.  Al 9 settembre sono stati spesi solo 51,4 miliardi. Milano finanza denuncia il sistema ReGiS, poco attendibile per i dati non aggiornati e i valori errati (es. dati del 1900).

Spendere è difficile

Sabino Cassese dice che stanziare risorse è quasi facile, spenderle è difficile, e ricorda che in 12 anni solo un quinto è stato realizzato. La Corte dei conti individua le cause nei procedimenti farraginosi e nella scarsità dei tecnici.

L’agone critica il governo perché naviga nel buio delle controversie e mina la credibilità dell’Italia nel mondo.
Franco Marzo

 

 

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