“Fa quel che può, quel che non può non fa” e poi “Faccio come se ogni altro sono io”, sono alcuni dei pensieri e della cifra stilistica del Maestro Alberto Manzi emersi nella due giorni dedicata alla sua figura nell’ambito della rassegna organizzata da Cultura Movens, Centro Studi Manzi e le società “Epica” e Acacia. Nell’evento patrocinato dal Comune di Bracciano emerge una cifra stilistica dell’uomo Alberto Manzi, che va oltre il maestro, passato alle cronache della storia del costume dell’Italia del dopoguerra per aver alfabetizzato milioni di italiani con il programma televisivo “Non è mai troppo tardi”. L’Archivio Storico di Bracciano ospita infatti un nutrito calendario di iniziative dedicate alla figura del Maestro Alberto Manzi, di cui lo scorso anno è ricorso il centenario dalla sua nascita. Primo appuntamento con il Maestro Manzi è stata l’apertura, lo scorso 22 febbraio, della mostra retrospettiva a lui dedicata, concessa dalla moglie del maestro Manzi, e che sarà visitabile fino al prossimo sabato 8 marzo; scorrendo i pannelli espositivi è possibile ripercorrere la vita di Manzi e capire che ci sono molti altri aspetti dietro all’uomo che ha alfabetizzato milioni di italiani attraverso il famoso programma televisivo “Non è mai troppo tardi”. Evento poi denso di emozioni e spunti di riflessioni è stato quello di venerdì 28 febbraio, quando Giulia Manzi, figlia del maestro, ha presentato il libro “Non è mai troppo tardi. Alberto Manzi, una vita tante vite”. La presentazione ha visto come coordinatori e relatori gli studenti di alcune classi del Liceo I. Vian di Bracciano, in particolare le classi 3-4-5Y e la 5N e L., che hanno posto all’autrice domande calzanti e puntuali, dimostrando piena padronanza dell’argomento. Domande che spesso hanno messo in imbarazzo Giulia Manzi che, superata la difficoltà di doversi aprire al pubblico come figlia di Manzi, ha poi saputo regalare ai presenti forti indicazioni pedagogiche e sui percorsi umani dell’uomo e non solo del maestro Alberto Manzi. A seguire poi il Convegno Nazionale “Il Maestro, il Letterato, l’Uomo. Per i Cento Anni di Alberto Manzi”, ad aprire i lavori gli studenti del Liceo Vian, coordinati dai docenti Mario Centola e Roberta Leoni, referente anche, con Simona Mangiatorti, di Cultura Movens, associazione organizzatrice dell’evento. Il convegno ha visto la partecipazione di Beatrice Bocci, Ricercatrice e studiosa dell’opera di Alberto Manzi, di Patrizia D’Antonio, scrittrice, docenti in Italia e all’estero e studiosa di Alberto Manzi, e di Roberto Farnè, Professore ordinario di Didattica generale all’Università di Bologna e fondatore del Centro Alberto Manzi. Una due giorni di relazioni, filmati e confronti che hanno restituito la figura di un uomo, maestro, scrittore, soldato, narratore di fiabe. Testimonianze e racconti che hanno riportato all’essenza di un insegnamento secondo la filosofia, non scritta, di Manzi, fatto di esperienze, di gioco, di confronti teso ad accedere la curiosità e la voglia di imparare nel bambino sul filo delle emozioni.
Cinzia Orlandi Redattrice L’Agone
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