16 Marzo, 2025
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Testimonianze di donna. Nell’aula consiliare di Manziana, racconti di vite al femminile e di bellezza

Una donna minuta ma con una carica di energia straordinaria: occhi vivi e intelligenti, una nota di risolutezza gentile, di chi sa cosa vuole e come lo vuole: ho conosciuto così Maria Grazia Garbarino, cofondatrice della Banca del Tempo, un’associazione di persone che dedicano, appunto, il loro tempo e le loro capacità e attitudini a chi ne ha necessità in quanto solo, anziano, malato; Maria Grazia è la promotrice dell’iniziativa tutta al femminile realizzata egregiamente sabato pomeriggio, 15 marzo, nell’aula consiliare del comune di Manziana.

Un evento volutamente non fatto coincidere con la giornata dell’8 marzo, come a voler rivendicare che le donne non devono vedersi recluse la loro vitalità e la loro possibilità di germogliare.

Racconti di donne, apparentemente anonime e di basso profilo, conosciute nella piccola comunità di Manziana, ma non così bene come l’occasione di ieri ha consentito di presentarle.

Donne che si sono tolte il velo della riservatezza, poiché nella discrezione hanno vissuto e vivono la professione e le passioni, la loro storie di ragazza, donna, madre, nonna.

Storie di donne che ce l’hanno fatta a vivere come volevano, a perseguire i loro sogni, a vincere una cultura ristretta e meschina, a realizzarsi nonostante la disgrazia, la grettezza, il pregiudizio, la ristrettezza provinciale, le critiche.

Quante belle donne abbiamo visto ieri, di età diverse, caratteristiche diverse, provenienze geografiche diverse, cultura diversa. Nella diversità però c’è stata la comunanza dell’essere riuscite a trovate se stesse, a esprimersi per ciò che hanno sentito e sentono; nell’arte, nel mondo del lavoro, nella cultura, nel darsi agli altri con il volontariato.

Un festival dell’intelletto e dell’anima che ha colorato la monocromatica aula consiliare con un caleidoscopio di delicatezza e determinazione.

Anna, pittrice botanica che costruisce mandala personali accompagnando al contatto con se stesse; Alessia, che ha dipinto la donna classica apportando pennellate di storia e mitologia, significati profondi e antichi.

La storia commovente e straordinaria di Daniela, raccontata dall’uomo che la ama, la sostiene e l’ha aiutata a non curarsi della disabilità.

Lucia Dutto, che da alunna sognava di fare la maestra, da maestra la professoressa, da professoressa la dirigente e ha realizzato tutti i suoi desideri arrivando a farsi eleggere sindaca della sua comunità natale.

Dice di sé di essere stata sempre molto decisa, nonostante la ristrettezza cultura del paese che l’avrebbe voluta al suo posto di mamma/donna chioccia e angelo del focolare, che ha dimostrato di saper conciliare con una realizzazione necessaria per far emergere la sua luce.

Una storia, la sua, di chi ce l’ha fatta leggendo tanto, studiando tanto, deponendo la paura e trascurando le critiche e gli ammonimenti.

Una donna Lucia, a cui è sempre piaciuto organizzare e non lasciarsi organizzare la vita e il tempo dagli altri.

E poi Anna Onelli, che si racconta citando Freud con quella sua molla che l’ha sempre spinta a rivendicare la sua bellezza al di là degli stereotipi. Dirigente scolastica, pedagogista, giornalista, segretaria del Rotary Club; ha accennato alla disabilità come a un elemento insignificante di fronte alla ferrea volontà di realizzazione di sé, così come il suo essersi schierata contro ogni forma di sopraffazione.

Francesca Del Sette, che si è raccontata ragazza desiderosa di crescere in cultura, conoscenza, guadagnandosi la propria indipendenza economica e ha fatto il medico, esercitando a Manziana per un’intera vita professionale.

E poi Gigliola, più conosciuta come nonna Giggia, fondatrice delle Zucche Allegre che attraverso le creazioni all’uncinetto, esercitano una missione di volontariato sociale a sostegno degli anziani.

E ancora Lucilla, vice presidente dell’APS che ha rivoluzionato l’aggregazione sociale degli anziani; Barbara Musetto, fondatrice di Centro Donna che grazie alla cultura si è garantita una grande indipendenza e ha sostenuto che prevenire è meglio che curare.

Pia Settimi, una donna senza età perché è stato difficile credere che quel vulcano di lucidità e caparbietà avesse 90 anni, che ha creato aggregazioni di lettura per fertilizzare immaginazione e bellezza.

Tra le storie, la musica popolare delle Canterine, un gruppo musicale e canoro diretto da Emanuela Marrucci alla chitarra e dai musicisti Luca Caputo al mandolino, Giuseppe Tidei al flauto ed Ernesto Pianella alle percussioni.

Un monologo tratto da Filumena Marturano interpretato da Maria Grazia e alcune sue poesie sono state bellezza tra la bellezza.

Sì, perché è stato un pomeriggio bello, in un’aula consiliare piena ai limiti della capienza dove i pochi uomini presenti, ci si auspica che abbiano potuto impregnarsi di quella necessità contagiosa e urgente di contrarre qualunque forma di maschilismo.

 

Ludovica e Gianluca Di Pietrantonio

Redattori L’agone

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