20 Marzo, 2025
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Il Comune di Canale Monterano dice no al riordino delle aree naturali protette

Amministrazione Comunale e Università Agraria oggi nuovamente impegnate in un incontro in Consiglio Regionale del Lazio per dire no alla legge sul riordino delle aree naturali protette e, nello specifico, sul progetto che di fatto accorperebbe la nostra Riserva ai parchi di Barbarano e Sutri sotto un unico ente gestore chiamato “Parchi della Bassa Tuscia e dei Monti della Tolfa”, in cui il Comune di Canale Monterano, oggi ente gestore, sarebbe solo uno dei 5 membri di un CdA a intera nomina regionale.

Dai Sindaci presenti ancora un ‘no’ unanime al progetto di riordino che, di fatto, peggiorerebbe una situazione già al limite, con poche risorse a disposizione e ancor meno personale.

Nel corso della discussione sono state condivise le criticità legate alla proposta di legge e sono emerse numerose riflessioni riguardo la gestione delle riserve, le problematiche di carattere ambientale, geologico e finanziario, e le preoccupazioni per le comunità locali.

Presenti per il Comune di Canale Monterano il Sindaco Alessandro Bettarelli e il Vice Sindaco Fabrizio Lavini, per l’Università Agraria di Canale Monterano il Presidente Fabio Chiaravalli. Presenti, inoltre e tra gli altri, il Presidente del Consiglio Provinciale di Frosinone Gianluca Quadrini, il Vice Presidente della Provincia di Viterbo Pietro Nocchi, il Sindaco di Barbarano Rinaldo Marchesi, il Sindaco di Farnese Giuseppe Ciucci, la Sindaca di Acquapendente Alessandra Terrosi, il Sindaco di Posta Fibreno Adamo Pantano, Giammarco Florenzani, membro del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL).

Nel suo intervento, il Sindaco Alessandro Bettarelli ha nuovamente espresso la contrarietà al progetto, soffermandosi su due aspetti principali. Primo: su come la proposta di legge n. 186 del 10 gennaio 2025, istituendo un nuovo ente regionale di diritto pubblico denominato “Parchi della Bassa Tuscia e dei Monti della Tolfa”, che accorperebbe di fatto la Riserva naturale regionale Monterano, il Parco suburbano Marturanum e il Parco antichissima città di Sutri, modifica i capisaldi su cui si poggia l’istituzione della Riserva Monterano (nella quale l’ente gestore era individuato nel Comune e l’Università Agraria avrebbe avuto un ruolo fondamentale nel Comitato Tecnico Scientifico) e rompe il patto tra Comunità locale e Regione Lazio che ne portò alla nascita. Secondo: su come il progetto vada contro un caposaldo della legge regionale per cui l’accorpamento dovrebbe avere come principio fondante quello di costituire un “unico sistema” di aree omogenee. Ma possono considerarsi omogenee dal punto di vista culturale, ambientale, geologico, sociale, turistico, aree come quelle della Riserva naturale regionale Monterano, del Parco suburbano Marturanum e del Parco antichissima città di Sutri, non confinanti, appartenenti ad ambiti territoriali e provincie diverse, nate e istituite con finalità diversissime?
Il Sindaco Bettarelli ha infine proposto un semplice emendamento alla legge sulle aree protette del Lazio, che risolverebbe il problema: potrebbe infatti essere emendata la L.R. 29/1997 nell’art. 12, che dispone:
La gestione delle aree naturali protette è affidata, tenuto conto del livello di interesse definito dalle relative leggi istitutive ai sensi dell’articolo 5, comma 4:
a) ad enti di diritto pubblico, dotati di autonomia amministrativa, da istituirsi, ai sensi dell’articolo 53 dello Statuto regionale, con la legge regionale prevista dall’articolo 9, qualora si tratti di aree naturali protette di interesse regionale;
b) alle province che vi provvedono nelle forme previste dall’articolo 22, comma 3, lettere a), b) e c) della l. 142/1990, qualora si tratti di aree di interesse provinciale (35).
con l’aggiunta di una terza possibilità:
c) AI COMUNI DI CUI ALLA L.R. 7 AGOSTO 2020 N. 9, LADDOVE L’AREA PROTETTA RICADA INTERAMENTE ALL’INTERNO DEL TERRITORIO DELL’ENTE LOCALE.
La proposta di emendamento ha riscosso l’approvazione unanime di tutti gli enti presenti ed è stata presa come spunto di discussione in ambito CAL (Consiglio delle Autonomie locali), che sarà a breve investito del progetto di riordino per esprimere un parere.

Per l’Università Agraria di Canale Monterano ha parlato il Presidente Fabio Chiaravalli, che ha sottolineato l’unicità delle riserve per motivi legislativi e logistici di gestione. Geologicamente, le riserve che dovrebbero essere accorpate sono sostanzialmente diverse. Infine il Presidente Chiaravalli ha fatto presente che, in riferimento agli usi civici sul territorio e anche in base alla Legge 79 del 1988, i diritti in materia di usi civici nelle riserve debbono continuati ad essere garantiti. L’Università Agraria di Canale Monterano, di concerto con il Comune, conferma quindi un parere del tutto negativo nei confronti della legge proposta, la qual cosa è stata comunque sostanziata dalla trasmissione di un documento specifico già avvenuta in occasione della prima audizione in Consiglio Regionale.

La riunione si è chiusa con la decisione unanime di proseguire con un fronte comune per fermare l’approvazione della legge, presentando soluzioni alternative per la gestione delle riserve naturali in base alle specifiche esigenze dei singoli territori, attraverso interventi a supporto della mozione.

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