Il progetto del porto crocieristico privato a Fiumicino è un attacco diretto alla portualità pubblica e alla centralità strategica del porto di Civitavecchia, primo scalo crocieristico del Mediterraneo assieme a Barcellona e quinto nel mondo. La decisione di favorire l’ennesima operazione privata, senza alcuna logica di sviluppo sistemico e in aperta concorrenza con un’infrastruttura pubblica, già consolidata e perfettamente funzionante, dimostra l’assenza di una visione coerente per il futuro della portualità italiana.
Il porto di Civitavecchia è una risorsa essenziale per l’economia della Regione Lazio e dell’intero Paese. Con fondali profondi fino a 18 metri, aree retroportuali di vasta estensione, collegamenti diretti con Roma via autostrada e ferrovia, e una posizione geografica ineguagliabile, rappresenta il fulcro naturale per il traffico crocieristico e commerciale dell’Italia centrale. Piuttosto che investire e potenziare questa infrastruttura pubblica, si sceglie di strizzare l’occhio a un’operazione privata che rischia di frammentare il sistema portuale e indebolire l’intero settore, creando un precedente mortale per la legge 84/94.
A rendere il quadro ancora più cupo è la risposta del sindaco di Fiumicino Mario Baccini alle richieste di chiarimento avanzate dal sindaco di Civitavecchia Marco Piendibene. Chiedere conto dello stato di avanzamento di un’opera tanto assurda quanto concorrenziale con il porto di Civitavecchia è proprio “pensare agli interessi di Civitavecchia”, eppure la risposta di Baccini testimonia due aspetti. Il primo è una memoria decisamente corta: è stato proprio grazie a Civitavecchia che Fiumicino è stato coinvolto nel network dell’Autorità di Sistema Portuale, eppure oggi ci si muove come se Civitavecchia non esistesse. Il secondo aspetto è ancora più preoccupante: il progetto della sedicente “Provincia Porta d’Italia” dimostra tutta la sua inconsistenza proprio nell’atteggiamento del suo principale promotore. Se la risposta di Fiumicino è “Civitavecchia pensi a sé”, se nel frattempo viene portato avanti un progetto di porto privato in diretta concorrenza con Civitavecchia, allora diventa chiaro che quello che si vuole proporre non è un sistema integrato, ma un’operazione che ridurrebbe Civitavecchia a una ruota di scorta della provincia di Fiumicino.
Il Partito Democratico di Civitavecchia respinge con forza questa prospettiva. La portualità non può essere lasciata in balia di interessi privati che puntano a trasformare un asset pubblico strategico in un feudo per pochi. Non può essere costruito un modello di sviluppo basato sulla frammentazione, la concorrenza interna e la logica del più forte. Il porto di Civitavecchia deve restare al centro delle politiche di sviluppo regionale e nazionale, con investimenti pubblici mirati a rafforzare la sua capacità operativa, attrarre nuove opportunità economiche e consolidare il suo ruolo di leader nel traffico crocieristico e commerciale.
La direzione da prendere è chiara: potenziare le infrastrutture esistenti, garantire lavoro e sviluppo per il territorio, rafforzare la sostenibilità ambientale e difendere il principio che le grandi infrastrutture strategiche devono rimanere un bene pubblico. Il Partiinfrastrutture strategiche,
to Democratico continuerà a battersi in ogni sede contro questa operazione sbagliata, chiedendo risposte serie e un cambio di rotta per il bene di Civitavecchia e della portualità italiana.
Enrico Luciani
Segretario del Partito Democratico di Civitavecchia