Il convegno “Intelligenza artificiale Incontro o scontro” che si è svolto presso i locali dell’Archivio Storico, sabato 22 marzo, in collaborazione con L’Agone nuovo e con il Patrocinio del comune di Bracciano, è riuscito davvero a stimolare un dibattito tra il pubblico che si è protratto per più di due ore. Dopo una breve introduzione della giornalista de L’Agone, Paola Forte, che ha saputo governare l’intensa discussione fino alle conclusioni, l’ing. Luca Lestingi e il consulente informatico Marco La Posta, autori anche di due (un saggio e un romanzo) interessanti libri sull’argomento, hanno cercato di spiegare con competenza e passione, pregi e difetti, opportunità e pericoli, di qualcosa, a molti sconosciuta, che farà sempre più parte della nostra esistenza. Il sottotitolo del convegno è stato l’esatta fotografia di quello che è accaduto nell’elegante aula, alla presenza del sindaco di Bracciano Marco Crocicchi che, oltre al saluto dell’amministrazione comunale, ha voluto portare un contributo alla discussione: Incontro o scontro, senza punto interrogativo, perché uno non esclude l’altro, è così è stato. E allora nella mia mente son tornati i temi a me cari, quelli che cerco di contrastare anche attraverso le mie opere letterarie: quella tendenza ad avere paura del futuro, la pericolosa nostalgia del passato, quel “sono d’accordo con l’intelligenza artificiale ma”… mi ha ricordato: “non sono razzista ma…”, “non sono fascista ma…” “non sono omofobo ma…” ecco, è quel ma che mi preoccupa, ho come l’impressione che annulli la veridicità della frase precedente. Una mia paura? Perché quel ma potrebbe solo essere un piccolo dubbio, che è sempre il sale della vita? Può darsi ma… mi sono venuti in mente, senza tornare al periodo in cui Gutemberg, nella seconda metà del 1400, con l’invenzione della stampa mise in pericolo l’esistenza dei libri, così com’erano concepiti, procurando il panico tra i lettori dell’epoca, mi sono venuti in mente i divieti, a scuola, di usare la penna biro, invece del pennino e calamaio, veri strumenti educativi, i divieti di usare la calcolatrice, perché non allenava il cervello e si potrebbero fare mille altri esempi. Le nuove invenzioni hanno sempre portato timori ma occorre chiudere gli occhi è andare avanti perché ogni sviluppo tecnologico porterà a un uso buono e cattivo, basti pensare che quando l’uomo riuscì a costruire un aeroplano lo usò per conquistare, lanciando bombe a mano dall’alto, nuovi territori. Nell’acceso e interessante dibattito, c’è stato un tacito accordo sulla necessità di mettere dei paletti, di educare, ma anche qui mi sono chiesto: chi mette i paletti? Chi educa? Sono espressioni che a volte mi provocano un certo timore. Questo è stata l’importante conseguenza di questo interessante convegno: l’aver stimolato una pubblica discussione ma anche una serie di pensieri privati nella testa di ognuno di noi e siamo usciti con molti, nuovi dubbi ma… certamente più ricchi di prima.
Lorenzo Avincola