“L’eccidio delle Fosse Ardeatine fu una strage nazifascista, e i fascisti italiani furono protagonisti attivi, come dimostra la storia del professore Pilo Albertelli, medaglia d’oro al valore militare, che abbiamo ricordato oggi a Roma alla lapide deposta dal Partito d’Azione. Albertelli fu arrestato a Roma il primo marzo del 1944 dalla polizia fascista, torturato dalla famigerata banda di Pietro Koch, che dirigeva il reparto speciale della polizia repubblicana, e trasferito il venti marzo a Regina Coeli per essere poi inserito nella lista dei cinquanta prigionieri italiani che Kappler chiese al questore Caruso. Durante la prigionia tentò due volte di togliersi la vita pur di non parlare. Aveva solo 36 anni. Non basta dire che la strage fu perpetrata dalle truppe naziste: se si vuole rispettare davvero la storia, bisogna aggiungere ‘con la complicità dei fascisti italiani’. Una verità che la presidente del Consiglio preferisce dimenticare”. Lo ha dichiarato il segretario romano di Azione, Alessio D’Amato.