Proroga di 45 giorni, responsabilità ignorate e fondi insufficienti: il Comune non ci sta.
La Regione Lazio è stata costretta a fare marcia indietro: la gestione della discarica di Cupinoro non può essere abbandonata senza conseguenze. Dopo settimane di scontro con il Comune di Bracciano e una diffida ufficiale, la giunta Rocca ha concesso una proroga di 45 giorni per il monitoraggio del sito. Ma la partita non è chiusa. La Regione ha preso tempo ma non ha ancora risolto il nodo centrale: chi deve occuparsi di Cupinoro? Secondo le delibere regionali e le sentenze della Corte dei Conti, la responsabilità è della Regione. Ma da dicembre 2024, con la Delibera DGR 1168, la giunta Rocca tenta di scaricare tutto su Bracciano.
CUPINORO, UNA STORIA DI RIFIUTI E PROMESSE INFRANTE
Cupinoro ha funzionato tra il 1991 e il 2016, servendo 25 Comuni e accumulando milioni di metri cubi di rifiuti. Nel 2017, la Regione aveva previsto che avrebbe garantito la gestione della discarica fino all’individuazione di un nuovo soggetto gestore tramite gara pubblica. Le delibere DGR 45/2017, DGR 16/2018 e DGR 685/2019 confermavano questo impegno, istituendo una gestione commissariale e un Commissario ad acta per il capping e il postmortem. Poi, a fine 2024, il dietrofront: la Regione dichiara conclusa la gestione e ordina al Comune di Bracciano di prendersi in carico il sito. Una decisione senza fondamento giuridico secondo il Sindaco Marco Crocicchi, che ha presentato ricorso al TAR.
IL GOVERNO REGIONALE SCARICA LA DISCARICA
L’Assessore regionale Ghera ha annunciato lo stanziamento di 450mila euro l’anno per i prossimi tre anni per chiudere la partita. Un impegno che, considerando il comportamento della Regione negli ultimi anni, non offre alcuna garanzia sul futuro. Secondo le stime, per garantire la sicurezza ambientale e la gestione post-mortem del sito sarebbero necessari oltre 10 milioni di euro per i prossimi 30 anni. Ma la questione non è solo economica. “La Regione doveva vigilare e attivare le fideiussioni obbligatorie per legge, che coprivano i costi della gestione post-mortem qualora i gestori fallissero (come è avvenuto). Non l’ha fatto. Ora cerca di scrollarsi di dosso il problema, ma le responsabilità restano”, spiega il Sindaco Crocicchi.
Di fronte a un impegno così limitato nel tempo, c’è da fidarsi di una Regione che ha già dimostrato di non rispettare gli impegni presi? “Siamo contrari alle soluzioni tampone. Il nostro dovere è tutelare il comune e il territorio non solo nell’immediato ma guardando al futuro!” risponde Crocicchi.
PROCURA E PREFETTURA INFORMATE: BRACCIANO NON CEDE
Di fronte alla possibilità di un abbandono della discarica, il Comune di Bracciano ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica e alla Prefettura, chiedendo di valutare la condotta della Regione.
“Se la Regione non rispetterà gli impegni, ci troveremo di fronte a un disastro ambientale annunciato. Il sito ha bisogno di monitoraggio continuo, la gestione del percolato è un’operazione delicata. Non possiamo permettere che si interrompa tutto da un giorno all’altro”, afferma il Sindaco. Nel frattempo, il primo cittadino si è recato personalmente a Cupinoro con la Municipale e Carabinieri per verificare la continuità della gestione da parte della ditta incaricata dalla Regione.
COSA SUCCEDERÀ DOPO LA PROROGA?
La proroga di 45 giorni non risolve nulla. Se la Regione non cambierà rotta, ad aprile la discarica potrebbe restare senza gestione, aprendo due scenari possibili:
- Emergenza ambientale, con interruzione delle attività di monitoraggio e gestione.
- Contenzioso legale ancora più lungo, con il Comune costretto a impugnare ogni nuovo atto regionale.
Bracciano ha ottenuto un tavolo tecnico urgente presso la Prefettura, con Regione, ARPA Lazio, Ministero dell’Ambiente, Città Metropolitana e Università Agraria di Bracciano, proprietaria del sito. La soluzione deve essere trovata ora, prima che la situazione precipiti.