Roma, 3 aprile 2025 – Oltre 10.000 alunni con disabilità rischiano di vedere compromesso
il servizio di supporto all’autonomia e alla comunicazione di cui hanno diritto. Gli Operatori
Educativi per l’Autonomia e la Comunicazione (OEPAC), figure essenziali per garantire
l’inclusione scolastica, continuano a subire violazioni contrattuali e istituzionali che
mettono a rischio la qualità del loro lavoro e la stabilità del servizio.
Per questo motivo, la FP CGIL Roma Lazio proclama lo stato di agitazione del personale
OEPAC, chiedendo un intervento immediato da parte delle istituzioni e delle cooperative
coinvolte.
PERCHÉ PROTESTIAMO?
Regole ignorate, lavoratori penalizzati: il regolamento di Roma Capitale prevede che, in
caso di assenza dell’alunno, l’operatore possa svolgere attività alternative concordate.
Invece, in molti casi vengono imposti ferie forzate o tagli alle ore e allo stipendio.
Stipendi irregolari e discontinui: il Contratto Collettivo Nazionale delle Cooperative Sociali
prevede la mensilizzazione della retribuzione, ma molti lavoratori non ricevono un reddito
stabile, con gravi conseguenze economiche.
Municipi silenti: nonostante le ripetute segnalazioni, anche nelle sedi ufficiali come il
Gruppo di Lavoro per l’Inclusione Dipartimentale (GLID), i Municipi di Roma continuano a
ignorare il problema.
Nessun sostegno per il part-time ciclico involontario: gli OEPAC, come altre categorie di
lavoratori, restano senza stipendio per 3-4 mesi l’anno, dopo che la Regione Lazio ha
bocciato una misura di sostegno economico.
IL SERVIZIO OEPAC È UN DIRITTO: NON LO LASCEREMO CROLLARE
“La situazione è inaccettabile. Se non arriveranno risposte immediate, la mobilitazione
proseguirà con ulteriori azioni di protesta, perché i diritti dei lavoratori e quelli degli studenti sono indissolubilmente legati”, dichiara la FP CGIL Roma Lazio.
La FP CGIL Roma Lazio chiede l’attivazione immediata delle procedure di raffreddamento
e conciliazione, per garantire il rispetto del contratto e la continuità del servizio.
L’inclusione scolastica non può essere sacrificata per colpa dell’inerzia istituzionale.