Una crescita esponenziale di popolarità, una diffusione che tocca platee sempre più vaste, una capacità di attrazione rivolta a tutte le età: il Sup continua a conquistare adepti soprattutto in Paesi come l’Italia che offrono scenari e contesti diventati punti di riferimento per chiunque ami questo sport.
E il Sup è stato oggetto, all’Alberghiero di Ladispoli, di un Progetto coordinato dalla Prof.ssa Angela Di Sabatino, Docente di Lettere dell’Istituto di via Federici, ma soprattutto profonda conoscitrice e appassionata di questa disciplina. “Credo da sempre nel valore sociale, educativo e formativo dello sport – ha sottolineato la Prof.ssa Di Sabatino – e, in particolare, sono convinta che il Sup riesca a rappresentare una perfetta sintesi fra individuo e natura, assicurando un immediato effetto di riduzione dello stress e di miglioramento del benessere psico-fisico. “Vivere il mare”, il Progetto iniziato a gennaio con la collaborazione di Roberta Mariani, Campionessa europea, Psicologa, Coach e Istruttrice dell’Associazione ASD Marina di Cerveteri-“Supfit”, che opera sul litorale da più di dieci anni, ha entusiasmato gli studenti sin dal primo incontro.
La lezione di oggi è iniziata con una riflessione sulle emozioni per poi passare agli aspetti tecnici del Sup, alle differenze fra i diversi tipi e modelli di tavole e pagaie, ma anche ai fattori ambientali da conoscere prima di entrare in acqua. Mi ha sempre sorpreso il fatto – ha aggiunto la Prof.ssa Di Sabatino – che, pur vivendo in una città di mare, la maggior parte dei nostri studenti ignora del tutto i pericoli e i rischi connessi alle correnti, al vento e alle condizioni climatiche”. Roberta Mariani, nel corso dell’incontro, ha indicato diversi elementi che possono garantire la sicurezza di chi “vive il mare” con consapevolezza e “maturità”. Prima regola da seguire è “ascoltare se stessi” – ha sottolineato – e prepararsi studiando, come si deve fare per ogni attività. Il Sup aiuta senza dubbio ad individuare i propri punti di forza e debolezza in rapporto alle difficoltà che possono presentarsi e ai limiti che in ogni caso vanno rispettati, come quello che impone di non superare i 200 metri dalla costa o tutti gli altri connessi anche alle diverse Ordinanze delle Capitanerie di Porto. Ma durante la lezione sono state effettuate anche simulazioni sui diversi tipi di caduta in acqua o sulla ricerca del proprio equilibrio. “Oggi ho vissuto un’altra intensa e bellissima tappa del nostro progetto di “Vivere il mare” attraverso la conoscenza dell’attività del Sup, con i ragazzi della Classe Quinta Turistica. – ha commentato Roberta Mariani – Un percorso che nel tempo si è consolidato, creando un’alleanza forte tra formatore e allievo, in cui lo sport diventa una potente metafora di vita. In aula non si parla solo di pagaiare, si parla di equilibrio – in acqua e fuori. Quando chiesi ai ragazzi tempo fa cosa si aspettassero da questa esperienza, – ha aggiunto – non risposero “imparare a pagaiare perfettamente”. No, quello infatti arriverà col tempo. Hanno risposto ben altro. Infatti ciò che cercano è calma, tranquillità, pace, spensieratezza, sicurezza, divertimento ed equilibrio. Ed è da qui che son ripartita oggi: dal bisogno autentico di stare bene, di ritrovarsi e di imparare a gestire se stessi in ogni aspetto della vita dando valore ad ogni loro parola, ad ogni loro espressione. Una delle studentesse, alla fine della lezione, mi ha detto con un sorriso: “Potremmo portarti con noi a prendere un caffè insieme?” Un’altra: “Ma come fai a capirci al volo? A me piacciono troppo queste lezioni!” Ecco, è in questi momenti che capisci che la relazione educativa funziona, che si sta creando uno spazio sicuro dove l’apprendere va oltre. Un luogo dove i ragazzi si sentono visti, accolti, compresi. Questo è il valore più profondo del nostro progetto. E questo è solo l’inizio. Dobbiamo ancora entrare in acqua! E mettere in pratica la gestione dello stress, l’instabilità, l’autoregolazione emotiva, il fare squadra, migliorando la nostra consapevolezza mentale e corporea”. “Adesso – ha spiegato la Prof.ssa Di Sabatino – ci aspettano le uscite in mare … ma al di là del dato tecnico, il valore aggiunto di questa attività è capire che a scuola, oltre ad imparare le materie canoniche, che sono importantissime, va dato spazio anche a quelle attività che siano di stimolo ad un’educazione all’ascolto, alla riflessione e alla conoscenza dei propri punti di forza e debolezza per aiutare allievi e docenti nel dar vita ad una relazione formativa interattiva che superi l’insegnamento formale. Desidero dunque ringraziare la nostra Docente per essere riuscita non soltanto a fornire indicazioni utili per chiunque desideri avvicinarsi a questa disciplina – ha concluso la Prof.ssa Di Sabatino nel congedare gli allievi con l’hang loose, il saluto dei surfisti e dei suppisti – ma anche per aver saputo trasmettere il valore dello sport come potente strumento di maturazione e crescita personale che aiuta a superare le sfide, accrescendo la fiducia in se stessi e: un insegnamento prezioso e imprescindibile per il Sup e per la vita. Grazie a tutti”.