18 Luglio, 2024
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Vaccino Coronavirus, l’annuncio dello Spallanzani: “Sei mesi e siamo pronti”

Il preparato capitolino, realizzato grazie alla collaborazione tra gli specialisti dello Spallanzani e la ReiThera di Castel Romano, potrebbe essere pronto tra 6 mesi

Prima Pfizer, poi AstraZeneca. Infine le dosi anti- Covid made in Rome. Il vaccino capitolino, realizzato grazie alla collaborazione tra gli specialisti dello Spallanzani e la ReiThera di Castel Romano, potrebbe essere pronto tra 6 mesi. I test della Fase 1 hanno dato risposte confortanti e il farmaco dovrebbe essere prodotto in quantità giusto in tempo per partecipare alla grande campagna che nelle previsioni dell’assessorato alla Sanità della Regione dovrebbe interessare tutti i residenti di Roma e del Lazio (e non più soltanto operatori sanitari e pazienti fragili) a partire dall’estate.

“I risultati della prima fase – spiega Marta Branca, direttore generale dello Spallanzani – sono buoni. Abbiamo inoculato il nostro vaccino a 90 volontari. I primi 45 hanno tra i 18 e i 55 anni, gli altri 45 tra i 65 e gli 85. Non ci sono stati eventi tanto avversi da chiedere il blocco della sperimentazione ” . Qualche linea di febbre in una quota minoritaria dei pazienti, arrossamenti nell’area dell’iniezione, proprio come accade con il vaccino antinfluenzale. Insomma, nulla di preoccupante. ” Abbiamo inviato i risultati all’Aifa (Agenzia italiana del farmaco, ndr) e adesso aspettiamo il responso per partire con la Fase 2 e la Fase 3. Per ora abbiamo testato l’efficacia del farmaco. Adesso dobbiamo assicurarci della sua immunogenicità su una platea più ampia. Noi siamo pronti”, assicura Branca.

I volontari diventeranno prima centinaia, poi migliaia. “Il nostro vaccino – riprende il direttore generale dell’Istituto nazionale per le malattie infettive di via Portuense – si baserà sull’adenovirus e potrà essere conservato a temperature comprese tra i 2 e gli 8 gradi”. Un passo in avanti piuttosto deciso, considerate le difficoltà nell’acquisto e nella distribuzione di frigoriferi capaci di stoccare il vaccino Pfizer a meno 80 gradi.

Le caratteristiche del farmaco in sperimentazione allo Spallanzani fanno quindi ben sperare in prospettiva futura: il piano della Regione, come ha spiegato ieri a Repubblica l’assessore Alessio D’Amato, è quello di distribuire le dosi anche ai medici di famiglia e alle farmacie, in modo da ampliare il più possibile la rete della somministrazione.

Un progetto più semplice con un vaccino più facile da trasportare e conservare. E magari anche da produrre.

“Le dosi verranno realizzate in Italia – riprende Marta Branca – e quindi la filiera si accorcerà notevolmente. Serviranno milioni e milioni di unità per i richiami. Il vaccino contro il coronavirus potrebbe diventare come quello antinfluenzale, da ripetere una volta all’anno. In ogni caso la nostra sarà un’arma importante, da affiancare a quelle già in circolazione ” . Prima, come detto, va però completata la sperimentazione e ottenuto il via libera dell’Aifa. Fino a questo momento il farmaco è stato testato tra Roma e Verona, ma presto arriverà in centinaia di centri per velocizzare le procedure. “I tempi purtroppo non sono comprimibili – conclude Branca – ma il nostro impegno è massimo”.

Nel frattempo, da qui all’estate, avanti con il vaccino Pfizer e Astra-Zeneca. Poi sarà la volta dello Spallanzani e di ReiThera, che promettono di rendere autosufficiente Roma e il Lazio. Se non tutta l’Italia.

(La Repubblica)

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