22 Dicembre, 2024
spot_imgspot_img

Trapianti Modena: ‘maratona’ di 30 ore per salvare quattro vite

E’ stata una vera impresa quella compiuta tra il 22 e 23 dicembre dallo staff della Chirurgia Trapianti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena: tre persone erano in attesa di un fegato, mentre un’altra aspettava due reni

Modena, 30 dicembre 2020 – E’ stata una vera e propria maratona dei trapianti quella compiuta il 22 e 23 dicembre dallo staff della Chirurgia Trapianti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena, che in 30 ore consecutive è riuscita a salvare la vita a quattro persone in attesa di trapianto, tre di un fegato (uno è stato eseguito con tecnica ‘split liver’ grazie alla quale il fegato da donatore cadavere viene diviso in due parti funzionalmente autonome ) e un paziente a cui sono stati trapiantati due reni.

Come spiega Fabrizio Di Benedetto, direttore della Chirurgia Oncologica e Trapianti di Fegato dell’AOU “due pazienti su quattro provenivano da altre regioni e due degli organi donati sono stati prelevati e trasportati a Modena dall’équipe della nostra Chirurgia Trapianti con staffetta aerea. Una parte del fegato utilizzato per trapiantare un paziente di Modena è stato trapiantato in un altro Centro italiano, per salvare la vita ad un bambino con patologia congenita del fegato. Questi casi dimostrano il valore fondamentale della collaborazione tra centri specialistici, senza la quale risultati come quello di oggi non sarebbero possibili”. Il doppio trapianto di rene è stato eseguito su un uomo di 59 anni proveniente dalle Marche, il trapianto di emifegato destro a un uomo di 59 anni dalla Puglia, un trapianto di fegato su un uomo di 54 anni e un altro su un uomo di 60, entrambi residenti in Emilia-Romagna.

“La giornata ha visto al lavoro due sale operatorie in contemporanea per oltre 24 ore di seguito, con personale chirurgico, anestesiologico ed infermieristico impegnato per portare a termine tutti gli interventi. I pazienti, a cui è stato garantito accesso alle cure in totale sicurezza, stanno bene e sono ancora ricoverati per il proseguimento dei trattamenti”, puntualizza Massimo Girardis, direttore del Reparto di Anestesia I del Policlinico e professore a UniMoRe.

(Il Resto del Carlino)

Ultimi articoli