Pesaro, Daniele Egidi è diventato un caso nazionale: “Il mio era complottismo, spero che il mio cambiamento serva anche agli altri”
Pesaro, 5 gennaio 2020 – È stato ricoverato in pneumologia a Pesaro, sotto ossigeno. Viene monitorato costantemente. La sua polmonite bilaterale ancora non arretra mentre il mondo dell’informazione nazionale ha acceso i riflettori su di lui, sul negazionista malato che ammette l’errore. Per Daniele Egidi, 54 anni, fanese, tecnico informatico, affetto dal 24 dicembre di covid-19, il decorso procede lentamente. Al telefono, la voce è buona, intervallata da qualche colpo di tosse: “Immaginavo tutto, anche di trovarmi nell’occhio del ciclone sui social ma non fa niente. Credo di aver fatto la cosa giusta nell’ammettere di aver preso una cantonata sul covid-19. Ero uno scettico, sì negazionista, e mi sbagliavo”.
“Ora sono qui in Pneumologia – dice – mi stanno curando con nuovi antivirali, la dottoressa mi ha tranquillizzato dicendo che la situazione è sotto controllo anche se il quadro clinico rimane serio. Mi trovo in una stanza adeguata, e spero che l’infezione pian piano passi. Ho pensato al messaggio che ho mandato in dieci mesi alle persone intorno a me. Era dettato da una lettura alterata della realtà, che ha determinato sicuramente degli errori nei miei comportamenti ma forse anche in chi condivideva le mie idee. Ho capito che le parole su questi temi possono fare sfracelli. Me ne rendo conto ora. Il mio era un messaggio affascinante: negavo il Covid, e dunque potevo essere ascoltato con facilità e magari seguito. E’ stato un messaggio pericoloso per la mia vita e quella degli altri”. Mi accorgo oggi da pneumologia come sia stato un complottista, un paranoide (il disturbo paranoide di personalità è caratterizzato dalla diffidenza ingiustificata e dal sospetto verso gli altri, chi ne soffre tende ad interpretare gli eventi in modo prettamente malevolo e ostile ndr)”.
“È un dato di fatto che io, sul Covid-19, lo sia stato. Ora – dice Egidi – ho fatto un passo avanti nella mia vita, ho ammesso il mio errore, il mio stupido complottismo e spero che altri sentano l’esigenza di guardare con occhi veri al dramma del covid-19. Io sto imparando la lezione in diretta, non ho insegnamenti da dare a nessuno ma racconto soltanto la mia esperienza. Che può essere importante per chi la leggerà con cuore aperto o all’opposto rivelarsi insopportabile per chi continua a pensare che il Covid-19 sia un’invenzione del potere. Io conosco i siti, chiamiamoli di controinformazione, che attraggono soprattutto quelli della mia età, dai 40 ai 65 anni. Hanno risposte a tutto, ed ero convinto che fossero nel giusto. Mi sbagliavo. Sono cantonate. E lo dico da questo lettino d’ospedale con l’aiuto dell’ossigeno”.
(Il Resto del Carlino)