Sotto traccia i ‘pontieri’ stanno lavorando a una crisi pilotata ma “nessuno si dimette al buio”
Non è ancora stato fissato il Consiglio dei ministri sul recovery plan, che comunque si terrà dopo l’Epifania. Prima dovrà esserci il chiarimento politico all’interno della maggioranza, perché in questo momento Renzi si metterebbe di traverso.
Non c’e’ un ‘timing’ sulla risoluzione della crisi e non c’è ancora una data delle eventuali dimissioni delle ministre di Italia Viva.
“Conte ci aveva detto che rispondeva alle questioni che abbiamo posto ai primi di gennaio. Stiamo ancora aspettando”, spiega un ‘big’ di Iv. Il braccio di ferro potrebbe durare ancora diversi giorni. “E intanto Conte si logora ancora di più”, taglia corto un esponente renziano.
Ed è in attesa pure il Pd che si aspetta un passo avanti del presidente del Consiglio per una mediazione. Sotto traccia i pontieri stanno lavorando al percorso di una crisi pilotata ma – come spiega un ministro – “nessuno si dimette al buio”. Ovvero prima di un accordo blindato e garanzie ben precise che al momento Italia viva non avrebbe fornito al presidente del Consiglio.
E allora per il momento i fari sono puntati a palazzo Madama. Il Maie potrebbe essere il contenitore di un bacino di voti, molti dei quali, però, provenienti dai pentastellati che hanno lasciato M5s. Chi sta lavorando al dossier dei numeri della maggioranza come, tra gli altri, il senatore Fantetti, ha contattato anche alcuni esponenti di Italia viva.
Da qui la rabbia di Renzi e la tesi che il premier Conte voglia lo ‘show down’ al Senato. E, se eventualmente non dovesse avere un gruppi di responsabili dalla sua parte, spiegare agli italiani che la crisi non si aprirebbe per colpa sua. “Vuole la conta – spiega una fonte di Iv – e magari farsi sfiduciare per provocare le elezioni”.
Al momento dunque resta lo stallo, in attesa del chiarimento tra Conte e Renzi.
Il presidente del Consiglio nei giorni scorsi ha aperto ad un rimpasto, è disposto al confronto ma allo stesso tempo resta in piedi il ‘piano B‘, ovvero quello di andare al Senato per capire se ci sono i numeri della maggioranza.
“Noi siamo pronti a lasciare le poltrone”, rilancia il leader di Italia viva.
Oggi intanto il governatore della Liguria ha cercato di dare uno scossone, aprendo ad un esecutivo di salute pubblica. “
Responsabili ma non per questa maggioranza”, la sua proposta. Proposta che trova consensi nel campo della Lega e di FI, ma la posizione ufficiale del centrodestra resta quella di un governo della coalizione oppure il voto anticipato.
Lo spauracchio delle urne è tornato ad affacciarsi, considerato anche che – osserva una fonte parlamentare del Pd – “non ci sarebbero le condizioni per altre opzioni”. Italia viva da tempo strizza l’occhio alla ‘soluzione Draghi’ ma al momento non si muove di un centimetro dalla posizione dei giorni scorsi. Attende la risposta di Conte, qualora non arrivasse comincerà a ragionare su altre strade. La prima porterebbe ad un governo con la stessa maggioranza ma con un altro premier, nella convinzione che M5s non voglia le urne. La seconda è proprio quella di un governo di salute pubblica che possa portare in porto il piano sui vaccini e il ‘Recovery plan’. Ma si aspetteranno tutti i passaggi formali e gli alleati di Italia viva continuano a pensare che Renzi non si spingerà al punto di causare una caduta di un governo in un momento del genere, con l’emergenza sanitaria ancora in atto.
(Agi)