21 Dicembre, 2024
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Covid in Italia, 7 Gennaio 2021: 18020 nuovi casi e 414 morti. Positivi/tamponi al 14,8%

I tamponi processati oggi sono stati 121.275

Contagi in leggero calo da 20.331 a 18.020 ma con oltre 56 tamponi in meno che fanno balzare il tasso di positività al 14,9%, il 3,5% in più di ieri. Si contano ancora 414 morti mentre aumentano di 16 unità i posti occupati nelle terapie intensive e di 117 quelli nei reparti di medicina.

Stabili a 2.779 i casi in Lombardia, appena 153 in meno di ieri ma con 8mila tamponi in meno mentre in Piemonte si scende da 1.163 a 1.004 contagi ma con quasi tremila test in meno.

In rialzo da 1.576 a 1.779 i contagi nel Lazio, mentre in Liguria da 671 si scende da 365 a 196 a casi ma con un quarto dei tamponi rispetto a ieri.

In Veneto restano stabili a quota 3.596 (42 meno di ieri) i nuovi contagi Covid, ma calano a 43 le vittime nelle ultime 24 ore. «Vedo improbabile la zona rossa per i dati che abbiamo», è la previsione del Presidente del Veneto, Luca Zaia, sulla prossima ricollocazione e il possibile `declassamento´ della regione nell’ambito delle fasce. «Non auspico nulla – dice – mi rimetto all’Istituto Superiore della Sanità».
I laboratori dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige nelle ultime 24 ore hanno effettuato 1.832 tamponi PCR (ieri erano 2.561) e registrato 263 nuovi casi positivi . Inoltre a fronte di 3.853 test antigenici, sono state riscontrati altri 80 casi positivi, che portano il totale a 343 casi contro i 320 del giorno prima. Si è verificato un nuovo decesso, che porta il numero complessivo delle persone decedute per covid in Alto Adige a 763.

Rimbalzo dei contagi giornalieri di coronavirus in Emilia-Romagna, aumento anche dei ricoveri e altri 64 morti con Covid-19. Secondo i dati del bollettino quotidiano della Regione, su poco più di 9.600 tamponi delle ultime 24 ore i nuovi positivi sono stati 2.228 contro i 1.576 di ieri quando i tamponi erani an he 7mila di più.

In Toscana salgono da 411 a  667 i nuovi casi  rilevati su 8.377 tamponi, poco meno di tremila rispetto a quelli processati ieri.
Con meno della metà dei temponi in Basilicata In Basilicata ieri scendono da 210 a 66 i positivi al coronavirus ma di questi solo 62 appartengono a persone residenti in regione. Si registra anche un decesso.

La Fondazione Gimbe analizzando i dati in peggioramento dell’ultima settimana torna nel frattempo a denunciare il pericolo di una terza ondata. Dal 29 dicembre 2020 al 5 gennaio 2021, rispetto alla precedente, il monitoraggio settimanale registra infatti un incremento dei nuovi casi di Covid del 26,7% (114.132 rispetto a 90.117), dato che mostra «l’inversione della curva dei nuovi casi, dopo 6 settimane consecutive di calo». Nella settimana a cavallo del nuovo anno, rispetto alla precedente, tornano poi a crescere i decessi Covid del 3,6% (3.300 rispetto a 3.187), sono quasi stabili gli attualmente positivi (569.161 rispetto a 568.728), ma risale il numero di pazienti Covid in rianimazione (2.569 rispetto 2.549 pari al +0,8%) e le terapie intensive sono sopra la saturazione in metà delle Regioni. E con questi numeri la Fondazione « intravede l’inizio della terza ondata» mentre «il reale impatto del vaccino è molto lontano» e «rischiamo di avere solo il 5% di vaccinati a marzo».

Con l’approvazione del vaccino Moderna l’Italia potrà contare su 22,8 milioni di dosi certe entro giugno. Nel frattempo l’Europa ci ha assicurato ulteriori 13.460.000 del vaccino Pfizer-BioNTech e 10.768.000 di Moderna con tempi di consegna non ancora definiti. «Al di là dell’efficienza logistico-organizzativa del nostro Paese – afferma il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – senza il via libera dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) ad altri vaccini, AstraZeneca in primis, o l’anticipo improbabile di consegne, potremo vaccinare circa il 5% della popolazione entro marzo e meno del 20% entro giugno». A fronte di questa situazione, prosegue Cartabellotta, «non è più accettabile l’affannoso inseguimento del virus con l’estenuante alternanza di restrizioni e allentamenti che, di fatto, mantiene i servizi sanitari in costante sovraccarico, danneggia l’economia del nostro Paese, produce danni alla salute delle persone e aumenta il numero dei morti». «Sulla base di questi elementi e delle migliori evidenze scientifiche», la Fondazione Gimbe, sta elaborando una proposta per la gestione 2021 della pandemia.

Sul fronte vaccini il colosso farmaceutico Bayer e l’azienda biotech Curevac annunciano di aver stretto un’alleanza per il vaccino anticovid. Ne hanno dato notizia in un comunicato, annunciando un contratto di cooperazione e service. Curevac è impegnata da tempo nella produzione di un vaccino, non ancora autorizzato sul mercato. Bayer dovrebbe supportarla per ottenere l’approvazione, per elaborare gli studi necessari a questo scopo e per la catena di distribuzione.

«Attualmente non ci sono prove che i vaccini non siano efficaci contro entrambe le varianti, ma siamo ancora nella fase della raccolta delle informazioni e della loro analisi», riferisce nel frattempo un portavoce della Commissione europea al quale è stato chiesto se il vaccino anti-Covid Moderna fosse o meno efficace anche contro la variante inglese. Come è noto, l’altra variante è quella sudafricana.
Dati confortanti arrivano sulla sicurezza dei primi vaccini inoculati. Sono infatti solo 21 finora i casi complessivi di reazioni anafilattiche ai vaccini anti-Covid di Pfizer e Moderna, su un totale di 1,9 milioni di dosi somministrate negli Usa nella prima settimana e mezza di campagna vaccinale. Delle 21 persone, 17 avevano una storia di allergie o reazioni allergiche a farmaci, cibi o punture di insetto. Lo hanno comunicato i Center for diseases control (Cdc), in una conferenza stampa fatta ieri. Il tasso di reazioni anafilattiche quindi è di 11,1 casi di per un milione di dosi somministrate, ben più alto dell’1,3 casi per milione che si ha con il vaccino antinfluenzale, ma che comunque «rimane un’evenienza rara», ha sottolineato Nancy Messonnier, direttrice del Centro nazionale per l’immunizzazione e malattie respiratorie dei Cdc. L’età media delle persone che hanno avuto queste reazioni è stata di 40 anni e i sintomi sono comparsi nel giro di 13-15 minuti. Sulla base di questi dati i Cdc stanno modificando le loro indicazioni, precisando che chi ha una reazione immediata o allergica alla prima dose di vaccino, non deve fare la seconda. Chi inoltre sa già di essere allergico ai componenti del vaccino, come glicole di polietilene e polisorbato, o altri simili, non deve vaccinarsi ora. Per chi ha una storia di reazioni allergiche a vaccini iniettabili o di anafilassi per qualsiasi causa, si consiglia di monitorarlo per 30 minuti dopo il vaccino. «Allo stato attuale i benefici, noti e potenziali, dei vaccini, superano comunque i rischi di potersi prendere il Covid. Cdc e Fda stanno analizzando tutte le segnalazioni di reazioni avverse per determinare se possono essere associate alla vaccinazione – conclude Messonnier – In molti casi infatti possono essere una coincidenza. I vaccini anti-Covid, lo ribadiamo, sono sicuri». Le raccomandazioni dei Cdc valgono per i vaccini di Pfizer e Moderna, entrambi a mRna.

(La Stampa)

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