Sullo stoccaggio del nuovo preparato il direttore della Asl Roma 6 assicura: “Abbiamo container sia per conservare le dosi Pfizer a -80°C che le fiale di Moderna a -20°C”
È in arrivo Moderna: il secondo vaccino Covid-19 in Italia dopo il prodotto Pfizer-BioNTech. A poche ore dall’approvazione da parte dell’Agenzia del farmaco europea (Ema), ecco il via libera dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). La prima fornitura nel Lazio sarà di 10mila dosi. Non molto. Ma l’antidoto dell’azienda americana è “sicuro ed efficace”.
E pure facilmente gestibile, visto che può essere conservato a meno 20 gradi, ossia ad una temperatura più alta rispetto a quella prevista per Pfizer (-75°C), che può essere messo in frigorifero solo fino a cinque giorni prima della scadenza. Sebbene entrambi siano accomunati dall’utilizzo di una base di RNA messaggero, (tecnologia formulata per contrastare la Sars e la Mers), e abbiano lo stesso meccanismo di azione, oltreché la stessa modalità di somministrazione: due iniezioni intra-muscolari, nel braccio sotto la spalla, a una certa distanza temporale l’una dall’altra.
Nello specifico, però, il vaccino Moderna deve essere somministrato in due dosi da 100 microgrammi a 28 giorni di distanza. Mentre il vaccino di Pfizer in due dosi da 30 microgrammi a 21 giorni di distanza. L’immunità si considera pienamente acquisita a partire dalla seconda settimana successiva alla seconda somministrazione e non dalla prima settimana come nel caso di Pfizer. Non solo.
Moderna è indicato a partire dai 18 anni di età, anziché dai 16 come per il primo vaccino. A preoccupare, intanto, la disponibilità o meno dei frigoriferi dove conservare le fiale di Moderna nei vari hub: “Noi ne stiamo acquistando altri – spiega il direttore generale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda – ma abbiamo container sia per conservare le dosi Pfizer a -80°C che le fiale di Moderna a -20°C”, assicura.
“Abbiamo un frigo da 800 litri che può portare migliaia di dosi e a -20° ne abbiamo due, quindi c’è spazio a sufficienza. In unico frigo di -80°, ad esempio, riusciamo a stoccare numeri importanti: poco più di 4mila a settimana”. Ma per sapere come sarà distribuito questo primo “esiguo” quantitativo, bisognerà attendere ancora: “Forse – anticipa Mostarda – le fiale di Moderna potrebbero essere utilizzate per i pazienti dializzati. Ancora nulla è confermato”.
Considerato, però, l’alto livello di efficacia (94,1%), probabilmente, tra i destinatari non mancheranno gli ultraottantenni. Il vaccino potrà essere iniettato anche dal medico di famiglia, a differenza di Pfzier, la cui somministrazione va eseguita obbligatoriamente negli ospedali e in luoghi dedicati. Certo è che per la somministrazione dei vaccini Moderna (modello ‘cold’) non sono stati selezionati medici e infermieri già in servizio, bensì quelli in quiescenza e i laureati non ancora occupati.
Cresce, intanto, l’attesa. In Italia, quindi anche nel Lazio, l’arrivo delle dosi, che verranno distribuite dalla Difesa, è previsto entro la prossima settimana. Il Piano prevede lo stoccaggio delle fiale di Moderna nell’hub nazionale di Pratica di Mare e il trasporto nei vari centri di somministrazione con i mezzi militari. Mentre il vaccino Pfizer continuerà ad essere consegnato dalla casa farmaceutica, come stabilito.
Si attende, intanto, l’autorizzazione da parte dell’Ema del vaccino italo-inglese di Pomezia e Oxford, AstraZeneca, nonostante il farmaco sia già stato inoculato in Gran Bretagna. Lo stesso vale per il vaccino di Janssen-Cilag, azienda farmaceutica del gruppo Jhonson&Jhonson, atteso non prima della primavera. Entro l’estate, infine, dovrebbe terminare la Fase 3 dell’antidoto italiano di Reithera Grad-Cov2, la cui Fase 1 si è conclusa pochi giorni fa e con risultati positivi.
(La Repubblica)