23 Novembre, 2024
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Recovery Plan. Tre ore di vertice con Conte, fonti maggioranza: martedì Cdm

 Conte: a giorni tavolo confronto su priorità legislatura

Oltre tre ore di vertice di maggioranza a palazzo Chigi sul Recovery Plan con i ministri Alfonso Bonafede (M5s), Dario Franceschini (Pd), Teresa Bellanova (Iv) e Roberto Speranza (Leu), Roberto Gualtieri (Economia), Vincenzo Amendola (Affari europei), Peppe Provenzano (Coesione) e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro. Le delegazioni dei partiti sono state “rafforzate”: per il Pd il vice segretario Andrea Orlando e la responsabile delle donne, Cecilia D’Elia; per Leu i capigruppo Loredana De Petris e Federico Fornaro; per Iv i presidenti dei gruppi Maria Elena Boschi e Davide Faraone; per il M5s il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, il viceministro all’Economia, Laura Castelli e il sottosegretario agli Affari europei, Laura Agea. Sul tavolo la nuova bozza di Piano di ripresa e resilienza, inviata ieri ai partiti. Le delegazioni del Pd e di Iv partecipano da remoto.

Fonti maggioranza:

verso Cdm martedì Secondo quanto si apprende da fonti di maggioranza, il Cdm in cui sarà portato il testo del Recovery plan dovrebbe svolgersi lunedì o martedì della prossima settimana. Stando a quanto filtra, tra le ipotesi sembra più probabile che la riunione si tenga martedì. Nelle prossime ore il recovery plan nella versione integrale sarà dato ai ministri che avranno almeno 24 ore per leggerlo e fare osservazioni.

Hanno destato perplessità nella maggioranza le dichiarazioni rilasciate oggi dalla ministra Teresa Bellanova nelle quali ha certificato che il governo è arrivato al capolinea, “lo capiscono anche i bambini”. Matteo Renzi, leader di Iv, continua però a dire che tocca al premier prendere l’iniziativa e, riferiscono fonti parlamentari, è tornato a respingere offerte di ministeri che non contemplino un nuovo programma e un nuovo governo.

La partita per ora è sul Recovery, il premier ha allargato il confronto alle forze politiche per valutare fino in fondo quali sono i margini della trattativa.

La tesi di andare avanti con una maggioranza rabberciata non trova sponde non solo nel Pd, ma il segretario Zingaretti considera non percorribili anche altre strade. “Un altro governo, confuso, trasformista, trasversale, tecnico? Nulla di buono tutto ciò porterebbe all’Italia”. Renzi continua a pensare però che in caso di crisi si aprirebbero le porte per un altro esecutivo. Il gruppo dei parlamentari è con lui. Il tentativo di invitare qualcuno, soprattutto quelli che sono approdati da poco nel partito, a sfilarsi è fallito, dicono i renziani. Ma è pur vero che una parte dei deputati e dei senatori non escluderebbe del tutto la strada del compromesso. Ovvero la possibilità di portare a casa il risultato della nuova bozza del Recovery, la cessione della delega sui Servizi e cambi di casella nell’esecutivo, senza passare attraverso le dimissioni del presidente del Consiglio.

“Alla fine tornare al popolo è sempre un’ultima istanza democratica, ma in questo momento sarebbe un errore e davvero occorrerebbe fare altro”, dice Zingaretti secondo il quale bisogna “rilanciare e non distruggere” in questo momento. Il segretario dem invita il presidente del Consiglio a prendere “un’iniziativa per arrivare a una proposta di patto di legislatura, un’esigenza che – osserva – con tutti gli alleati di governo abbiamo condiviso come necessità per dare nuovo slancio”.

L’opzione di una crisi pilotata

(“Non servirebbero neanche le consultazioni, si andrebbe al Quirinale con una lista blindata”, dicono i renziani) è ancora scartata dal premier. La verifica è sempre in stallo, ma al momento non è ancora in calendario una prova di forza al Senato. Anche perché oltre ai numeri occorre considerare che alcuni esponenti di palazzo Madama sono a casa con il Covid o in quarantena.

Nel corso della riunione di maggioranza a Palazzo Chigi sul Recovery Plan, Italia Viva ha chiesto di avere “le specifiche” del Piano di resilienza rivisitato. Il partito renziano ha portato al tavolo i 62 punti stilati prima di Natale, con le richieste di Iv al governo, e adesso chiede che i dettagli del Pnrr vengano illustrati nel corso dell’incontro. Lo riferiscono fonti di governo. Tensione al tavolo Ci sarebbe stata tensione al tavolo di maggioranza a Palazzo Chigi sul Recovery plan.

Fonti di governo raccontano di uno scontro tra il renziano Davide Faraone con il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, accusato di aver fatto delle “provocazioni politiche”.

Tra le accuse mosse da Iv – primo partito a prendere la parola alla riunione dopo gli interventi di Conte e Gualtieri – quelle di aver spostato da una parte all’altra i fondi, ovvero le poste del Recovery, cancellando anche progetti targati Iv, “una provocazione bella e buona”, avrebbe lamentato Faraone, puntando il dito contro il responsabile del Mef.

Forte irritazione, viene raccontato, manifestata anche dal vice segretario dem, Andrea Orlando. Nella cronaca della tensione entrano anche piccoli episodi che raccontano il clima che c’è, come un botta e risposta tra Boschi e Gualtieri: “Siete sommari” e la replica “Rispotta scritta, così capite”.  Recovery, Bonafede: da pazzi se salta, prima possibile in Cdm “Far saltare il Recovery plan sarebbe da pazzi, portiamolo in Consiglio dei ministri il prima possibile e diamo al Parlamento la possibilità di lavorarci in maniera collegiale. Il recovery è un patrimonio ottenuto per il Paese, non per un singolo partito”. Lo avrebbe detto, secondo fonti del M5S, il capo delegazione Alfonso Bonafede nella riunione a Palazzo Chigi. Iv chiede tempo per esaminare le schede Dovrebbe slittare il consiglio dei ministri sul Recovery Plan.

Nel corso del vertice a Palazzo Chigi, Italia Viva ha chiesto di avere le schede di dettaglio del piano. Il ministro dell’economia Roberto Gualtieri ha assicurato che le schede arriveranno prima del consiglio dei ministri.

A questo punto Italia Viva ha chiesto tempo per l’esame. Mes Al vertice di maggioranza il capogruppo di Italia viva al Senato Davide Faraone ha posto la questione dell’attivazione del Mes sanitario. Faraone, secondo quanto riportano fonti di governo, ha chiesto esplicitamente al premier “se si intende attivarlo o no” perché l’utilizzo delle risorse previste dal Meccanismo europeo di stabilità significherebbe poter intervenire sulla Sanità “in modo strategico” e contemporaneamente “liberare risorse”. All’insistenza di Italia viva sul Mes, il titolare dell’Economia avrebbe tagliato corto: “Oggi si parla di Recovery Plan”.

Ponte sullo Stretto

“E’ tempo di decidere, basta rinvii”. Sul tavolo della maggioranza sul Recovery Plan, Iv è tornata anche sul tema della realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, lamentando un presunto immobilismo del governo. Pd: non commissariare oltre Cdm Occorre “procedere in fretta” sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e “i partiti non possono commissariare il Consiglio dei ministri”. E’ questa la posizione del Pd che sarebbe emersa, secondo quanto si apprende, dal vertice di maggioranza con il premier Giuseppe Conte. Una posizione, spiegano fonti di governo, determinata dal fatto che Italia viva “sta mettendo paletti su tutti gli aspetti”. Renzi: “Italiani non ne possono più, governo prenda una decisione” ”Ancora oggi non ci hanno dato il piano di Recovery Fund, ci hanno dato una sintesi. Gli italiani non ne possono  più. Al governo dico: prendete una decisione, quella che sia, ma  prendetela…”. Lo ha detto il leader di Iv, Matteo Renzi ospite di  ‘Stasera Italia’. “Noi abbiamo detto: quando arriva il testo va votato. Prima di votare sì al testo ci diano 24 ore per leggerlo, sono 140 pagine, solo che al momento non c’è”. Così il leader di Iv, Matteo Renzi, a Stesera Italia su Rete Quattro.

Conte: a giorni tavolo confronto su priorità legislatura “Il Recovery non è lo strumento per definire tutte le questioni poste sui tavoli di confronto della maggioranza.

Anche perché vi sono interventi che non possono essere finanziati con il Recovery Fund. Nei prossimi giorni vi inviterò al confronto per concordare una lista di priorità per la restante parte della legislatura”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, a quanto si apprende, al tavolo di governo. Patto di legislatura Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha accolto l’invito del segretario Pd, Nicola Zingaretti, a proporre un patto di legislatura da qui al 2023. “E’ tempo di definire una lista di priorità per la restante parte della legislatura”, ha detto Conte. La bozza del Recovery plan è un punto di equilibrio delle richieste pervenute dalla maggioranza.

Così il presidente del Consiglio, secondo quanto si apprende, ha spiegato che sul testo bisogna portare avanti una mediazione.

Senza però accumulare ritardi che, a suo dire, sarebbero imperdonabili in quanto incompresi dai cittadini.

Leu: prossimo passo Cdm, testo 24 ore prima a ministri “E’ stata una discussione articolata e  complessa.

Noi abbiamo chiesto che si vada in Cdm perchè il Parlamento possa iniziare a lavorare e dare il suo contributo”. Lo ha detto  Loredana De Petris, capogruppo di leu al Senato, al termine della  riunione di maggioranza con il premier Giuseppe Conte sul Recovery. “Il tema – ha aggiunto Federico Fornaro, capogruppo alla Camera- non è approvare un testo definitivo, in Cdm andrà una bozza che sarà  discussa con le parti sociali e in Parlamento. E c’è l’impegno a  fornire il testo ai ministri 24 ore prima del Cdm. Ma ripeto non sarà  un testo chiuso, ma una bozza, non è che oggi o domani si chiude anche perchè comunque alla fine ci dovrà anche essere l’approvazione  dell’Ue.

Ma ora il prossimo passo è il Cdm”

(Rainews)

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