Il nuovo anno è iniziato fra le polemiche dopo le dimissioni e le rinunce a guidare il settore, commissariato da anni.
Giunta e nuovo commissario governativo hanno trovato l’intesa sulle nomine, ma pesano le dichiarazioni dell’ex prefetto sulla campagna vaccinale che sarebbe ostacolata dalla scarsa adesione dei medici
Non c’è pace per la sanità calabrese. In un contesto sempre molto complicato e pieno di criticità anche per l’emergenza coronavirus che spingerà la regione in zona arancione, l’avvio del nuovo anno ha portato altre polemiche, dopo la raffica di dimissioni dei diversi commissari registrata nell’ultimo scorcio del 2020. Anche il nuovo responsabile del settore, il prefetto Guido Longo, nominato lo scorso 27 novembre dal governo, è finito al centro di un acceso dibattito. Dopo la “telenovela” seguita alle dimissioni del generale dei Carabinieri Saverio Cotticelli, con il valzer di successori dimissionari (Giuseppe Zuccatelli) o rinunciatari (Eugenio Gaudio), Longo è incappando nel primo “scivolone” della sua esperienza in Calabria.
Lo scontro con i medici
Intervistato lo scorso 5 gennaio da Radio Capital sui ritardi della Calabria nella campagna di vaccinazione anti Covid, con la regione fanalino di cosa a livello nazionale nella percentuale di dosi somministrate, Longo si è difeso negando che si proceda a rilento, ricordando che il vaccino “non è obbligatorio, è facoltativo, volontario, per chi se lo vuole fare”. Colpa, dunque, di una bassa adesione del personale medico.
Immediata e furiosa la reazione degli Ordini provinciali dei medici della Calabria, che, in una nota congiunta, hanno espresso “stupore e rammarico” per le parole del commissario “sulla mancata disponibilità dei medici a vaccinarsi”, definendo la sua affermazione “oltre che assolutamente infondata, soprattutto offensiva per una categoria che fin dall’inizio della pandemia è stata ed è in prima fila nella lotta al virus, adoperandosi con coraggio, abnegazione e spirito di sacrificio, anche mettendo a repentaglio la propria incolumità fisica”.
La difesa di Spirlì
Per il commissario arriva la difesa sul piano istituzionale più forte, quella del presidente facente funzione della Giunta regionale, Nino Spirlì, che prendendo “atto con dispiacere della polemica avviata dai presidenti degli Ordini dei medici della Calabria”, si è posto esplicitamente al fianco di Longo: “Incontro il commissario ogni giorno e posso dire che, fin dal suo insediamento, ha messo in atto un’accanita difesa dei medici e di tutto il personale sanitario calabrese” ha detto Spirlì annunciando un incontro con il commissario.
Intesa sulle nomine
L’incontro c’è stato e ne è scaturita l’intesa sulle nomine dei commissari delle aziende sanitarie proposte da Longo che hanno ricevuto l’ok del presidente facente funzione della Giunta (praticamente un inedito, visto che nella precedente legislatura mai il presidente della Giunta, il democratico Mario Oliverio, aveva avallato le nomine commissariali).
Ad aggravare il quadro di una sanità senza pace, il rischio di chiusura della clinica Sant’Anna di Catanzaro, riconosciuto come polo chirurgico d’eccellenza, in crisi di liquidità per un contenzioso con l’Asp del capoluogo. In questo contesto, gli ottimi rapporti tra Regione e Ufficio del commissario sembrano davvero un’eccezione.
(Agi)