23 Novembre, 2024
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Asl Roma 4: Non si ferma lo screening per la prevenzione del tumore al seno

Da martedi 12/1 è partito a Civitavecchia lo screening mammografico che rimarrà nel parcheggio Conad (quello superiore) fino a fine marzo circa.

GLI ORARIO SONO 9-13 e 14-17 

Per la partecipazione la Asl ha inviato lettere di invito con relativo appuntamento alle donne dai 50 ai 74 anni, oltre alle donne che potranno partecipare con libera adesione.

Possono essere screenate anche donne portatrici di protesi mammaria

Il numero verde dello screening è 800539762
disponibile dalle 9.00 alle 13.00 dal lunedì al venerdì per qualunque tipo di informazione ed assistenza (compreso gli eventuali spostamenti di appuntamento).

Il camper si sposterà poi nei distretti 1 e 2 in spazi che verranno messi a disposizione dai comuni di cui daremo tempestiva comunicazione.

Il cancro della mammella rappresenta la prima causa di morte nel sesso femminile e determina, in Italia, circa 11.000 decessi ogni anno (50-60 nella sola ASL ROMA 4).

Un ampio consenso scientifico internazionale attribuisce allo screening mammografico la capacità di determinare, grazie ad una diagnosi precoce, una consistente riduzione di mortalità per cancro della mammella nelle donne oltre i 50 anni.

Quello che lo screening non può fare è ridurre l’incidenza di malattia ma può contrastarne gli effetti riducendo la mortalità fino, complessivamente, al 30%.

Le donne che partecipano regolarmente a programmi di screening del cancro della mammella possono ridurre del 50% il proprio rischio di morte.

Purtroppo per diversi motivi una quota notevole di donne non riesce ad accedere a quella indispensabile procedura diagnostica periodica rappresentata dalla mammografia.

Di qui la necessità di predisporre un percorso attivo e gratuito da parte della ASL che preveda l’invito periodico di tutte le donne residenti (e di quelle domiciliate che volessero partecipare spontaneamente) ed offra non solo la mammografia di screening ma anche tutti gli eventuali approfondimenti diagnostici e gli interventi che si dovessero rendere necessari.

Tutto il percorso è gratuito e oltre a seguire le linee guida nazionali e regionali è monitorato costantemente dalla Regione Lazio a garanzia di qualità del programma stesso.

Il programma di screening è destinato alle donne sane, che non abbiano cioè segni e/o sintomi, di patologia mammaria (noduli, cisti, dolore, ecc…); per queste ultime è necessaria una valutazione clinica tradizionale.

Il programma è attivo e procede regolarmente su tutto il territorio aziendale da alcuni anni.

Popolazione interessata: il programma di screening della ASL ROMA 4 coinvolge ogni anno più di 20.000 donne di età compresa tra 50 e 69 anni residenti o domiciliate nei 28 Comuni della ASL. L’obiettivo prioritario è garantire a tutte le donne la possibilità di usufruire di questo servizio con cadenza biennale come previsto dalle linee guida. L’adesione registrata nella ASL ROMA 4 è lusinghiera ma sicuramente migliorabile.

Si prevede nel corso del 2021 di eseguire oltre 11.000 mammografie.

Tra il 6 e l’8% delle donne saranno richiamate per approfondimenti, per il 2% circa sarà necessario procedere ad una biopsia.

Ogni anno vengono rilevate circa 60 lesioni neoplastiche.

Tra il mese di luglio e quello di settembre saranno contattate tutte le donne di età compresa tra 50 e 69 anni residenti a Ladispoli saranno invitate ad effettuare la mammografia.

Successivamente, entro dicembre saranno invitate tutte le donne di Cerveteri

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COMUNICAZIONI PER LA STAMPA

 LA PREVENZIONE IN EPOCA DI COVID

 La pandemia da COVID-19 oltre ad aver determinato effetti negativi diretti sulle popolazioni colpite, ha determinato una serie di effetti negativi indiretti tra i quali un rallentamento significativo delle attività di prevenzione. Questo si è verificato sia per le limitazioni imposte agli spostamenti ed alle attività ambulatoriali in tempo di lock down sia perché l’attenzione delle persone si è concentrata sull’epidemia.

L’anno 2021, anche se l’epidemia mantiene tutta la sua pericolosità, deve rappresentare, nelle intenzioni della ASL Roma 4, l’anno della ripresa delle attività di prevenzione e cura ed è quindi intenzione della ASL ridare vigore anche ai programmi di screening e riprendere l’opera di sensibilizzazione delle persone ad aver cura della propria salute.  Naturalmente tutto questo avverrà con tutte le cautele che la perdurante circolazione del COVID-19 richiedono.  Quindi con la massima attenzione alle pratiche di distanziamento sociale e sanificazione che sono condotte secondo le linee guida nazionali.

Al momento tutti e tre i programmi di screening sono in piena attività, segue una descrizione di ciascuno di essi.

SCREENING DEL TUMORE DELLA MAMMELLA

Il cancro della mammella rappresenta la prima causa di morte nel sesso femminile e determina, in Italia, circa 11.000 decessi ogni anno (50-60 nella sola ASL ROMA 4).

Un ampio consenso scientifico internazionale attribuisce allo screening mammografico la capacità di determinare, grazie ad una diagnosi precoce,  una consistente riduzione di mortalità per cancro della mammella nelle donne oltre i 50 anni.

Quello che lo screening non può fare è ridurre l’incidenza di malattia  ma può contrastarne gli effetti riducendo la mortalità fino, complessivamente, al 30%.

Le donne che partecipano regolarmente a programmi di screening del cancro della mammella possono ridurre del 50% il proprio rischio di morte.

Purtroppo per diversi motivi una quota notevole di donne non riesce ad accedere a quella indispensabile procedura diagnostica periodica rappresentata dalla mammografia.

Di qui la necessità di predisporre un percorso attivo e gratuito da parte della ASL che preveda l’invito periodico di tutte le donne residenti (e di quelle domiciliate che volessero partecipare spontaneamente)  ed offra non solo la mammografia di screening ma anche tutti gli eventuali approfondimenti diagnostici e gli interventi che si dovessero rendere necessari.

Tutto il percorso è gratuito e oltre a seguire le linee guida nazionali e regionali è monitorato costantemente dalla Regione Lazio a garanzia di qualità del programma stesso.

Il programma di screening è destinato alle donne sane, che non abbiano cioè segni e/o sintomi, di patologia mammaria (noduli, cisti, dolore, ecc…); per queste ultime è necessaria una valutazione clinica tradizionale.

Il programma è attivo e procede regolarmente su tutto il territorio aziendale da alcuni anni.

Popolazione interessata: il programma di screening della ASL ROMA 4 coinvolge ogni anno più di 20.000 donne di età compresa tra 50 e 69 anni residenti o domiciliate nei 28 Comuni della ASL.   L’obiettivo prioritario è garantire a tutte le donne la possibilità di usufruire di questo servizio con cadenza biennale come previsto dalle linee guida.  L’adesione registrata nella ASL ROMA 4 è lusinghiera ma sicuramente migliorabile.

Si prevede nel corso del 2021 di eseguire oltre 11.000 mammografie.

Tra il 6  e l’8% delle donne saranno richiamate per approfondimenti, per il 2% circa sarà necessario procedere ad una biopsia.

Ogni anno vengono rilevate circa 60 lesioni neoplastiche.

Stiamo già verificando nel corso degli ultimi anni una riduzione significativa degli interventi “demolitivi” sulla mammella che, nelle fasce di età di screening sono passati da oltre il 27% degli interventi per neoplasia a meno del 15%.

Le anagrafi comunali forniscono le liste delle donne residenti, le domiciliate potranno usufruire del programma presentandosi spontaneamente.

Tra il mese d luglio e quello di settembre saranno contattate tutte le donne di età compresa tra 50 e 69 anni residenti a Ladispoli saranno invitate ad effettuare la mammografia.

Successivamente, entro dicembre saranno invitate tutte le donne di Cerveteri

Un numero verde (800539762) con tre linee è disponibile dalle 9.00 alle 13.00 dal lunedì al venerdì per qualunque tipo di informazione ed assistenza (compreso gli eventuali spostamenti di appuntamento).

Le donne già affette da patologia della mammella (e già in trattamento terapeutico o in follow-up) non possono essere inserite nel programma in quanto devono seguire specifici protocolli clinici individualizzati; quelle che avranno eseguito una mammografia negli ultimi dodici mesi saranno convocate alla successiva scadenza.

Chi desidera essere escluso dal programma può chiederlo formalmente e non sarà più ricontattato; si tratta di una scelta reversibile e se si cambia idea si può chiedere di essere reinseriti in qualunque momento.

Alle donne che non risponderanno al primo invito sarà inoltrato un sollecito e potranno essere contattate anche telefonicamente.

Il test di screening consiste nella mammografia bilaterale in due proiezioni e viene eseguito tramite mammografo digitale installato su mezzo mobile in grado di raggiungere tutti i Comuni dell’Azienda per avvicinare quanto più possibile la prevenzione alle persone.

L’esame di screening non viene eseguito presso strutture cliniche aziendali (ad es. presso gli ospedali e/o i poliambulatori) in quanto l’elevato numero di utenti interessati ostacolerebbe le normali attività cliniche che devono invece essere garantite senza ostacoli.

La mammografia eseguita viene letta da due radiologi diversi specializzati (che dedicano cioè almeno la metà del proprio orario di lavoro alla lettura di mammografie di screening); se entrambi i radiologi  ritengono l’esame sia normale viene inviata per posta alla donna una risposta di esame “normale” e viene preannunciato un nuovo test dopo due anni.  Se le diagnosi dei due radiologi non sono esattamente concordanti interviene un terzo lettore. L’introduzione, anni or sono, della metodologia digitale ha consentito di ridurre al minimo i tempi di refertazione.

In alcuni casi è necessario confrontare le mammografie con indagini precedenti in possesso della donna. Anche in questi casi la tecnologia digitale facilita questi confronti in quanto i radiologi di screening hanno a disposizione le immagini digitali dei round di screening precedenti.

In altri casi  è necessario ricorrere ad ulteriori accertamenti di II livello consistenti in genere in ecografie, ingrandimenti radiologici, esami ematologici, biopsie, ecc…).

Anche queste indagini sono gratuite ma le interessate questa volta vengono contattate telefonicamente ed invitate ad effettuare ulteriori accertamenti presso una sede ASL nel giro di pochi giorni.

Nella maggior parte dei casi gli esami di approfondimento, il cui esito viene comunicato contestualmente alla conclusione degli accertamenti, permettono di escludere una patologia seria.   Nel 4-5 per mille dei casi invece si diagnostica un tumore. La diagnosi di neoplasia viene sempre documentata con esami bioptici il cui esito viene comunicato dal Chirurgo della Senologia Clinica della ASL che offre anche le relative opportunità terapeutiche (III livello) e la possibilità di intervento in tempi estremamente ridotti.

In ogni caso la donna può decidere di continuare autonomamente gli approfondimenti e/o l’eventuale intervento che si rendesse necessario.

L’Azienda RMF è comunque, in ogni caso, in grado di garantire il completamento dell’iter diagnostico/terapeutico.

E’ essenziale, per la migliore riuscita dell’iniziativa, che le donne che non intendono partecipare perché eseguono la mammografia spontaneamente lo comunichino tempestivamente al numero verde.  In ogni caso tutte le donne di età compresa tra 50 e 69 anni sono invitate ad eseguire i controlli periodici consigliati a tutela della propria salute.

Può capitare che non si riceva l’invito personale, talora il motivo del disguido è banale (ad es. la mancanza del nominativo della donna sulla campanelliera)

 SCREENING TUMORE COLON RETTO

Il cancro del colon retto rappresenta la seconda causa di morte per entrambi i sessi, essendo preceduta nei maschi e nelle femmine rispettivamente dal tumore del polmone e quello della mammella.

Determina in Italia circa 21.000 decessi ogni anno (più di 100 nella sola ASL ROMA 4).

Un ampio consenso scientifico internazionale attribuisce allo screening la capacità di determinare, grazie ad una diagnosi precoce,  una consistente riduzione di mortalità per questo tumore.

Ma oltre che ridurre la mortalità questo screening attraverso la ricerca del sangue occulto nelle feci può far calare anche l’incidenza del tumore eliminando eventuali polipi benigni che potrebbero esserne precursori.  Quindi si tratta di prevenzione primaria.

Purtroppo per diversi motivi una quota notevole persone non conosce o non riesce ad accedere a questa pratica di prevenzione.

Di qui la necessità di predisporre un percorso attivo e gratuito da parte della ASL che preveda l’invito periodico di tutte le persone residenti (e di quelle domiciliate che volessero partecipare spontaneamente)  ed offra non la ricerca del sangue occulto ma anche tutti gli eventuali approfondimenti diagnostici e gli interventi che si dovessero rendere necessari.

Tutto il percorso è gratuito e oltre a seguire le linee guida nazionali e regionali è monitorato costantemente dalla Regione Lazio a garanzia di qualità del programma stesso.

Il programma di screening è destinato alle persone sane, che non abbiano cioè segni e/o sintomi, di patologia, per queste ultime è necessaria una valutazione clinica tradizionale.

Il programma è stato attivato nel 2013 in forma sperimentale presso il distretto F3 e successivamente è iniziato in maniera estensiva presso il Comune di Civitavecchia. Nel corso del 2021 sarà esteso a tutto il territorio aziendale.

 

Popolazione interessata: il programma di screening della ASL ROMA 4 dovrà coinvolgere ogni anno circa 44.000 persone di ambo i sessi e di età compresa tra 50 e 74 anni residenti o domiciliate nei 28 Comuni della ASL.   Si tratta evidentemente di uno sforzo organizzativo ed assistenziale estremamente impegnativo che ha l’obiettivo prioritario di garantire la possibilità di usufruire di questo servizio con cadenza biennale come previsto dalle linee guida.  Considerando una adesione media del 40-50% si prevede di eseguire circa 20.000 esami l’anno.

E’ prevedibile che il 5-6% delle persone saranno richiamate per approfondimenti, in particolare per eseguire una colonscopia.

Le anagrafi comunali forniscono le liste dei residenti, i domiciliati potranno usufruire del programma presentandosi spontaneamente.

Tutti i residenti sono invitati con lettera personalizzata cui è allegata una brochure informativa. Un numero verde con quattro linee è disponibile dalle 9.00 alle 13.00 dal lunedì al venerdì per qualunque tipo di informazione ed assistenza (compreso gli eventuali spostamenti di appuntamento).

Le persone già affette da carcinoma del colon retto (e già in trattamento terapeutico o in follow-up) saranno escluse dal programma; quelle che avranno eseguito una colonscopia recentemente saranno sospese temporaneamente dal programma e convocate alla successiva scadenza.

Chi desidera essere escluso dal programma può chiederlo formalmente e non sarà più ricontattato; si tratta di una scelta reversibile e, se si cambia idea, si può chiedere di essere reinseriti in qualunque momento.

Alle persone che non risponderanno al primo invito sarà inoltrato un sollecito e potranno essere contattate anche telefonicamente.

 

Il test di screening consiste nell’esame delle feci per la ricerca del sangue occulto (cioè non visibile ad occhio nudo).  Si tratta di un esame semplicissimo ed ovviamente innocuo che sarà successivamente letto da un analizzatore automatico che garantisce la massima affidabilità ed esclude possibili errori di interpretazione.

Nella lettera di invito sono indicati sedi ed orari per il ritiro e la riconsegna del test che ciascuno eseguirà autonomamente secondo istruzioni che verranno consegnate all’atto del ritiro del test.

Le risposte normali saranno inviate per posta proponendo un nuovo test dopo due anni.

Quando si rende necessario ricorrere ad ulteriori accertamenti di II livello questi consistono in una endoscopia eseguita da specialisti esperti ed appositamente formati.

Anche questa indagine è gratuita ma gli interessati questa volta vengono contattati telefonicamente ed invitati ad effettuare ulteriori accertamenti presso una sede ASL nel giro di pochi giorni.

Nella maggior parte dei casi gli esami di approfondimento, il cui esito viene comunicato contestualmente alla conclusione degli accertamenti, permettono di escludere una patologia seria.   Più raramente si diagnostica un tumore. La diagnosi di neoplasia viene sempre documentata con esami bioptici.

Nei casi di lesioni benigne e/o di piccole dimensioni si provvede alla contestuale eliminazione per via endoscopica senza necessità di altri interventi.

Se dovesse rendersi necessario un intervento chirurgico vero e proprio l’Azienda RMF è comunque, in ogni caso, in grado di garantire il completamento dell’iter diagnostico/terapeutico

In ogni caso ciascuno può decidere di continuare autonomamente gli approfondimenti e/o l’eventuale intervento che si rendesse necessario.

SCREENING TUMORE CERVICE UTERINA

Anche se negli ultimi anni, l’incidenza del cancro invasivo in Italia è in calo, passando da un tasso standardizzato di 9,2/100.000 a 7,7/100.000 in 10 anni, le stime per l’Italia indicano un totale di 2.200 nuovi casi l’anno , con il rischio cumulativo di ammalarsi di 1 donna su 163.

Negli ultimi vent’anni la mortalità per tumore dell’utero (corpo e collo) è diminuita di oltre il 50%, soprattutto per quanto riguarda il cervicocarcinoma. La sopravvivenza relativa a 5 anni dopo una diagnosi di tumore della cervice uterina è passata dal 64% del periodo 1990-1994 al 67% del periodo 2000-2004. I dati di mortalità sono di qualità molto scadente poiché la maggior parte delle morti sono attribuite genericamente al tumore dell’utero senza specificare se corpo o collo.

Nel Lazio si verificano ogni anno circa 300 nuovi casi e 30 decessi.

Il tumore della cervice uterina è riconducibile all’infezione da HPV, il papilloma virus umano, infezione molto frequente; nei paesi industrializzati il picco di prevalenza coincide con l’inizio dell’attività sessuale e diminuisce all’aumentare dell’età ma quella provocata da tipi di papilloma virus oncogeni, regredisce spontaneamente nella maggioranza dei casi.  Se l’infezione progredisce determina lesioni intraepiteliali precancerose.

Lo screening del cervicocarcinoma si basa sulla possibilità di individuare la malattia in fase asintomatica, quando è più probabile che questa sia in fase preinvasiva e favorendo la diagnosi in una fase in cui il trattamento può essere più efficace.

Il programma di screening della cervice è rivolto alle donne di età compresa tra i 25 e 64 anni; nella Regione Lazio si tratta di invitare circa 1.500.000 di donne ogni tre anni per l’effettuazione del Pap test di screening.

L’obiettivo primario di questo intervento di sanità pubblica è quello di ridurre l’incidenza specifica del cervicocarcinoma oltre che la mortalità causa specifica.

Il modello organizzativo adottato dalla Regione prevedeva inizialmente l’esecuzione triennale del pap test come da protocolli dell’epoca.

Successivamente con l’approvazione del Piano Regionale di Prevenzione 2014-2018 (DCA U00593 del 16/12/2015) è espressamente previsto il transito verso l’esecuzione del test HPV per lo screening del cancro della cervice uterina alla luce della chiara evidenza scientifica che uno screening con test clinicamente validati per il DNA di HPV oncogeni come test di screening primario e con un protocollo appropriato, è più efficace dello screening basato sulla citologia nel prevenire i tumori invasivi del collo dell’utero.

La ASL Roma 4 ha adottato sin dall’inizio detto protocollo descritto dai documenti di indirizzo contenuti nel Piano Nazionale per la Prevenzione nonché nel DCA 204/2017, che prevedono l’esecuzione di pap test nelle donne di età fino a 30 anni ed HPV test nelle età successive; protocollo validato anche in termini di healt tecnology assessment.

Invito ed esecuzione dei test di screening  (pap-test ed HPV-test)

Le Donne residenti nella fascia d’età 25-64 anni ricevono una lettera personalizzata con la presentazione del progetto e l’invito a parteciparvi effettuando il test di screening presso il più vicino consultorio aziendale.

Le donne tra 25 e 29 anni ricevono l’invito al Pap Test primario (e nelle positive successivo HPV test di triage prima della eventuale colposcopia). Le donne dai 30 ai 64 anni ricevono l’invito all’HPV test primario (e successivo Pap test di triage per la eventuale colposcopia) in accordo con le linee guida vigenti.

In fase di accoglienza dell’utente si aggiorna la sua situazione anagrafica, si raccoglie il numero di telefono come informazione integrativa essenziale per le attività successive.  Successivamente si compila l’anamnesi e si procede all’esecuzione del prelievo attraverso un campione in fase liquida attraverso un apposito device. Successivamente si prepara il piano di lavoro che accompagna i campioni da consegnare in laboratorio.

Esecuzione delle colposcopie

Vengono inviate in colposcopia le donne che, positive al pap-test o all’HPV-test, risultano positive anche al successivo triage con il test alternativo.

La Donna può scegliere di effettuare gli approfondimenti diagnostici presso altri centri di sua fiducia, nel qual caso le verrà richiesta copia della refertazione medica.

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