“Siamo molto preoccupati per il livello occupazionale che sta portando a sofferenza la Bracciano Ambiente che vede attualmente 17 dipendenti in cassa integrazione”. E’ quanto sottolinea il sindaco di Bracciano Giuliano Sala sull’attuale situazione della multiservizi comunale che gestisce tra le altre cose la discarica di Cupinoro, chiusa al conferimento dei rifiuti dal 31 gennaio 2014.
“Le attività della Bracciano Ambiente relative alla discarica di Cupinoro – spiega Sala – sono legate a fattori non dipendenti dalla società o dal Comune di Bracciano, ma sono strettamente correlate alla decisione che al riguardo potrà adottare il Consiglio dei Ministri al quale è stata inviato il verbale di chiusura della Conferenza dei Servizi relativa al rinnovo dell’AIA- Autorizzazione Integrale Ambientale n. 46/2007. Infatti, come prevede la normativa – spiega il sindaco di Bracciano – qualora ci sia conflitto tra diversi pareri espressi nell’ambito della Conferenza, l’istruttoria e il parere definitivo spettano al Consiglio dei Ministri. La eventuale ripresa delle attività non riguarderà più – commenta Sala – il conferimento del rifiuto tal quale da parte dei Comuni che già vi conferivano ma eventuali operazioni di trattamento dei rifiuti, almeno fino al processo di biostabilizzazione. Qualora l’esito del Consiglio dei Ministri – precisa Sala – dovesse sbloccare l’impasse attuale, la Bracciano Ambiente dovrà realizzare in maniera tempestiva, impiegando un possibile finanziamento di tre milioni di euro che potrebbe essere concesso dalla Regione Lazio, un impianto di biostabilizzazione per un successivo abbancamento dei rifiuti biostabilizzati nell’eventuale spazio residuale dell’attuale invaso di Cupinoro come prevede la normativa europea recepita dal ministero dell’Ambiente. Dal punto di vista finanziario, in accoglimento ad una richiesta presentata dalla Bracciano Ambiente, – aggiunge ancora Giuliano Sala – nella seduta di giunta regionale del 30 maggio 2014 è stato approvato un provvedimento con il quale la Regione Lazio ha disposto di concorrere alle spese già sostenute dalla Bracciano Ambiente spa per il “recupero delle aree degradate” (cosiddetto “post mortem”o “ecotassa”) fino al 30 giugno 2014. Il concorso alle spese dovrebbe essere di oltre 10 milioni di euro, anche se si tratta di un provvedimento di carattere finanziario e non economico e di cassa”.