Il direttore artistico ha fatto prevalere il senso di responsabilità, rimanendo convinto che platea vuota possa penalizzare lo spettacolo
Amadeus ora si rimetterà alle decisioni che prenderanno la Rai e il Comitato tecnico scientifico.
Ieri il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, rispondendo ai giornalisti, aveva assicurato: “Sul festival di Sanremo il Cts sta istruendo la pratica. Valuterà tutti gli aspetti e tutti i protocolli e poi, sulla base di questi dati, si esprimerà”.
Il direttore artistico in queste settimane ha lavorato con la sua squadra per la realizzazione di un grande spettacolo, puntando a rendere il teatro assimilabile a uno studio televisivo, rispettando così le regole, come chiariscono anche le Faq pubblicate sul sito di Palazzo Chigi: la presenza del pubblico è ammessa, se l’Ariston venisse considerato come gli studi di show della Rai e della concorrenza. Ma ci si muove su un equilibrio, e comunque alla fine sarà il Cts ha decidere.
Dopo giornate di dubbi, il conduttore ha fatto prevalere il senso di responsabilità per il proprio ruolo di direttore artistico: far saltare Sanremo significherebbe mettere in seria difficoltà tutti coloro che ci lavorano.
Sarebbe un ulteriore colpo all’industria discografica, che spera in un segnale di ripartenza. La stessa Rai grazie al festival lo scorso anno ha incassato oltre 37 milioni di ricavi pubblicitari.
Ora Amadeus attende le decisioni dell’azienda, che in base al protocollo organizzativo e sanitario sta cercando un punto di equilibrio tra le indicazioni del governo e quelle degli esperti, e la parola finale del Cts che deciderà sulla presenza o meno di figuranti in sala e sulle modalità in base alle quali l’evento possa svolgersi in sicurezza.
Intanto il vicepresidente dell’Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e odontoiatri, Stefano De Lillio, ha proposto agli organizzatori di Sanremo di invitare come pubblico presente all’Ariston per il festival i medici e tutti gli operatori sanitari che hanno già ricevuto entrambi le dosi del vaccino anti Covid, e che quindi “sono immunizzati”. È quanto di legge in una nota dell’Omceo Roma.
Invece il presidente SIAE Mogol frena: “L’Ariston è un teatro e come tutti gli altri è sottoposto alle limitazioni imposte dalla pandemia. Viviamo un periodo difficile e nessuno deve essere messo a rischio: le regole devono essere uguali per tutti, non servono certo forzature”.
(Quotidiano.net)