25 Novembre, 2024
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Dai licenziamenti ai vaccini, così prende forma il “decreto Sostegno”

Atteso entro la prossima settimana il primo pacchetto di aiuti del governo Draghi. Rifinanziamento della cig Covid per tutto l’anno, 2 miliardi per il piano vaccinale e ristori per 2,7 milioni di attività

Il primo e atteso pacchetto di aiuti del governo Draghi per imprese, partite Iva e famiglie, a valere sui 32 miliardi di extra deficit autorizzato con l’ultimo scostamento di bilancio, dovrebbe vedere la luce entro la prossima settimana. Il cosiddetto decreto Sostegno inizia a prendere forma e dovrebbe garantire un finanziamento di 2 miliardi per il piano vaccinale, la proroga del blocco dei licenziamenti fino a giugno, l’estensione della cassa integrazione Covid per l’intero anno, ristori per 2,7 milioni di attività colpite dalla crisi, congedi parentali per i genitori degli alunni in Dad e la sospensione delle nuove cartelle fiscali fino al 30 aprile.

Sarà ancora una volta un provvedimento di tipo emergenziale e sarà oggetto di un serrato confronto tecnico e politico da qui ai prossimi 7-10 giorni. “Il Mise sta conducendo le interlocuzioni con gli altri ministeri e in particolare con il Mef che è quello deputato a redigere il provvedimento che avrà i requisiti di urgenza e che vedrà la luce auspicabilmente entro la prossima settimana”, ha assicurato il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.

Il blocco dei licenziamenti fino a giugno

Primo pilastro resta il pacchetto lavoro. Secondo le ipotesi circolate, il governo pensa di prorogare il blocco dei licenziamenti, in scadenza a fine marzo, fino al 30 giugno. Non è chiaro se si tratterà di un intervento selettivo, o se, la mini proroga riguarderà tutti e solo successivamente saranno introdotti dei paletti.

Mentre il rifinanziamento della cassa integrazione Covid si estenderà per tutto l’anno e non più per tranche di settimane di cui usufruire in un determinato periodo di tempo. Dovrebbero essere garantite altre 40 settimane da spalmare fino al 31 dicembre.

Cambiano i ristori, addio ai codici Ateco

Cambierà invece il meccanismo dei ristori che, nelle intenzioni del governo, dovrebbero essere destinati a 2,7 milioni di attività, tra imprese e professionisti, con un fatturato fino a 5 milioni di euro. Non saranno più erogati in base ai codici Ateco che definiscono le attività ma al calo del fatturato che sarà calcolato sull’annualità.

Quindi gli indennizzi saranno destinati alle attività che dimostrino di aver registrato una perdita del 33% nel 2020 rispetto al 2019, calcolata sul confronto tra la media mensile del fatturato del 2019 e la media mensile di quello 2020.

Lo schema ipotizzato prevede delle fasce in base alle quali la percentuale di indennizzo diminuirà al crescere del fatturato: alle imprese e i professionisti con un fatturato di 100 mila euro annuo andrà il 30% di quanto perso; alle attività con un fatturato da 101 mila a 400 mila euro annui andrà il 25% della perdita registrata. L’indennizzo scenderà al 20% della perdita per chi ha un fatturato da 401 mila a 1 milione euro l’anno e al 15% per imprese e professionisti con un fatturato da 1 a 5 milioni di euro l’anno. Si starebbe ancora valutando un rimborso anche per le start up.

In arrivo 600 milioni in più per gli impianti di sci

Mentre ci sarà “un intervento ad hoc, come chiesto dalle Regioni” per la filiera della montagna, ha annunciato il viceministro dell’Economia, Laura Castelli. “I settori che hanno alti costi fissi è chiaro che non possono avere un calcolo normale”, ha spiegato il viceministro. E nelle ipotesi di lavoro circolate si starebbe valutando la possibilità di destinare alla filiera della neve, 600 milioni, oltre ai contributi a fondo perduto, da ripartire in Conferenza Stato-Regioni. Si era parlato della possibilità di destinare 4-5 miliardi al settore invernale che ha subito ingenti perdite anche a causa del dietrofront del governo sulla riapertura delle piste da sci.

L’erogazione dei ristori finora affidata all’Agenzia delle Entrate potrebbe essere gestita da una nuova piattaforma di Sogei. L’obiettivo del governo, secondo quanto riportato nello schema del provvedimento, è di erogare i primi indennizzi dopo 10 giorni ed entro il 30 aprile il totale.

Due miliardi per i vaccini, anche le farmacie coinvolte

Altro pilastro il pacchetto salute. Il governo dovrebbe destinare 2 miliardi al finanziamento della campagna vaccinale, quindi non solo per l’acquisto delle dosi ma anche per il trasporto e la somministrazione, che in una prima fase dovrebbe essere affidata ai medici di famiglia e in un secondo momento vedrebbe anche il coinvolgimento dei farmacisti.

Stop alle nuove cartelle del fisco fino ad aprile

Corposo anche il capitolo fisco. L’esecutivo pensa di sospendere fino al 30 aprile, ovvero fino alla fine dello stato d’emergenza, l’invio di nuove cartelle. Stop che dovrebbe riguardare anche il pagamento delle rate della ‘rottamazione ter’ e del ‘saldo e stralcio’, dopo l’annuncio della proroga comunicata in extremis sabato scorso dal Mef.

Si studia inoltre lo stralcio per le cartelle di 5.000 euro, comprensivo di sanzione e interessi, dagli anni 2000 al 2015. Un’operazione che consentirebbe di azzerare circa 60 milioni di cartelle, ossia poco meno della metà degli oltre 130 milioni di ruoli ad oggi nel magazzino del Fisco, e che costerebbe 1 miliardo nel 2021 e 1 miliardo nel 2022.

Rinnovo dei congedi per i genitori con i figli in Dad

Il decreto dovrebbe garantire infine il rinnovo dei congedi parentali straordinari retribuiti al 50% per i genitori degli alunni alle prese con le scuole chiuse a causa dei contagi così come la proroga dello smart working e i voucher babysitter. Il Dpcm che entrerà in vigore sabato prevede l’obbligo della didattica a distanza nelle zone rosse o laddove si registrano 250 casi ogni 100mila abitanti nell’arco di sette giorni.

I congedi straordinari Covid scaduti lo scorso dicembre dovrebbero essere destinati ai genitori con figli under 14 che si trovano in quarantena o non possono seguire la didattica in presenza.

(Agi)

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