Secondo Confcommercio, sono circa 300mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi che rischiano di chiudere i battenti in modo definitivo a causa dei fermi legati alla pandemia. Tra le cause principali, la perdita quasi totale di fatturato e la conseguente crisi di liquidità. Inoltre sono ad immediato e grave rischio usura «circa 40mila imprese del commercio, della ristorazione e dell’alloggio ». Con il Mezzogiorno che paga un prezzo più alto «perché dotato di un tessuto imprenditoriale più fragile».