Il Cavaliere sarebbe convinto del progetto di incrementare la collaborazione tra Forza Italia e Lega. Il primo passo potrebbe essere lo ‘speaker’ unico
Vi fidate del vostro presidente? Io non posso lasciare Forza Italia al 7%, con la federazione si crea un partito che va ben oltre il 30%, ne sono convinto. Modalità e tempi saranno da definire ma chi ha parlato con Silvio Berlusconi ne ha tratto il convincimento che questa volta l’ex premier non intende recedere sul progetto sposato da Salvini. L’ex presidente del Consiglio vuole ‘incassare’ al più presto il risultato, anche se non è detto che i tempi saranno celeri. Domani si terra la riunione del centrodestra sulle candidature alle amministrative d’autunno.
Oggi la presidente di Fdi, Giorgia Meloni, ha ricordato come la priorità sia l’individuazione dei sindaci: “Basta rinvii”, il suo invito. “Qui sembra che non vogliano vincere”, allarga le braccia un ‘big’ di Fratelli d’Italia preoccupato per l’impasse.
Dal canto suo, Berlusconi con i suoi interlocutori ha ‘collocato’ il progetto anche in ambito Ue. A suo dire Salvini farebbe bene ad avvicinarsi al Ppe per allontanarsi da politiche sovraniste e allo stesso tempo la famiglia del Partito popolare europeo potrebbe avvalersi di una componente in più e ‘ovviare’ a un eventuale risultato non lusinghiero del partito della Merkel in Germania.
Insomma, per l’ex premier non va perso troppo tempo, di sicuro occorrerebbe stringere prima delle amministrative. Ma è un dato di fatto che all’interno del partito azzurro c’è chi non è d’accordo sulla possibilità di federare partiti diversi. Le ministre in primis, ma anche una parte del gruppo frena. L’ex presidente del Consiglio nelle prossime settimane potrebbe essere a Roma. Non ha intenzione di spaccare il partito, è convinto che riuscirà a convincere i dubbiosi. Con un’operazione che parta innanzitutto dai contenuti: dalla riforma del fisco, della giustizia (con la raccolta firme) e dalla riforma delle semplificazioni.
Il primo ‘mattone’ del piano potrebbe essere lo speaker unico e la presentazione di proposte di leggi comuni. La trattativa andrà avanti e sarà il Cavaliere a dare l’avallo in prima persona. E non è detto che, fermo restando che in autunno dovrebbero tenersi i congressi provinciali e comunali di FI, la decisione passi in prima battuta attraverso i gruppi parlamentari.
“La federazione – ha argomentato Meloni – è un tentativo da parte dei partiti che hanno scelto di sostenere il governo Draghi, di rafforzarsi rispetto a uno strapotere della sinistra”. Berlusconi e Salvini sposano l’agenda Draghi. E il primo nei suoi ragionamenti sottolinea che è un bene che il premier su alcune decisioni vada dritto, senza ascoltare i partiti. Uno degli obiettivi di FI e Lega è quello di rafforzare la componente del centrodestra di governo, “ma è chiaro – osserva un esponente di primo piano del partito di via Bellerio – che in questo modo Fdi si collocherà nell’estrema destra”. “Qualsiasi cosa vogliano fare, non posso che augurare buon lavoro”, ha tagliato corto Meloni.