Dagli Usa a Israele, passando per l’Europa, i governi sono costretti a posticipare le riaperture o addirittura a reintrodurre limiti agli spostamenti

La variante Delta del coronavirus, precedentemente chiamata “indiana”, è la “più rapida” a diffondersi e potrebbe approfittare dell’allentamento delle restrizioni in molti Paesi per espandersi: è l’allarme che ha lanciato lunedì in conferenza stampa il capo dell’unità tecnica anti-Covid dell’Oms, Maria Van Kherkove. “Questa variante – ha sottolineato Van Kherkove – ci preoccupa molto e circola già in 92 Paesi. Ora ha l’opportunità di trasmettersi con l’aumento della socializzazione, se l’allentamento delle restrizioni avviene troppo in fretta”. Un timore che purtroppo i numeri stanno confermando.

Negli Usa la variante rappresenta ormai il 20% dei nuovi casi Covid e la sua prevalenza è raddoppiata nelle ultime due settimane, hanno spiegato le autorità sanitarie del Paese. “Questa variante rappresenta attualmente la più grande minaccia rispetto al nostro tentativo di eliminare il Covid-19”, ha affermato Anthony Fauci, il più noto e autorevole epidemiologo statunitense. Fauci ha comunque rassicurato che i vaccini funzionano anche contro la variante.

La situazione in Europa è altrettanto preoccupante nonostante il numero crescente di vaccinati. Evidenziando che la variante “è del 40-60% più trasmissibile” rispetto a quella più comune in circolazione, il Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc) ha spiegato che si prevede che “entro fine agosto il 90% delle nuove infezioni nell’Ue da Sars-CoV-2 sarà dovuto a questa variante“. L’Ecdc ha aggiunto che la variante Delta “può essere associata a un rischio maggiore di ospedalizzazione”.

In Germania la variante interessa circa il 15% di tutti i nuovi casi, un dato “che rappresenta un avvertimento e che ci fa dire che dobbiamo rimanere vigili”, ha avvertito la cancelliera Angela Merkel. Parole simili sono state pronunciate dal ministro della Salute tedesco: la variante, ha detto, “è particolarmente contagiosa” e può “rimettere in discussione il successo della lotta alla pandemia”.

Il Paese più colpito del Vecchio Continente è però il Regno Unito dove la variante Delta rappresenta ormai oltre il 90% di tutti i nuovi casi giornalieri. Mercoledì le autorità sanitarie hanno registrato oltre 16mila nuovi contagi nelle ultime 24 ore, il dato più alto dall’inizio di febbraio. E’ la diffusione della variante Delta – che ha costretto a rinviare di quattro settimane l’ultima fase della de-escalation nel Regno Unito, ora prevista per il 19 luglio – a innescare la crescita dei casi giornalieri, aumentati di circa il 44% negli ultimi sette giorni. Anche in Scozia la variante è prevalente e ha causato una recrudescenza dei nuovi contagi.

In Francia l’epidemia sta regredendo ma è in crescita la variante Delta, che rappresenta oggi il 10% dei nuovi casi. La settimana scorsa era presente fra il 2 e il 4% dei nuovi contagi.

Idem in Portogallo, dove il governo è stato costretto a vietare l’ingresso e l’uscita dalla capitale Lisbona durante il weekend. Oltre la metà dei nuovi casi di Covid registrati nella zona di Lisbona sono infatti rappresentati dalla variante Delta, che purtroppo si sta diffondendo anche in Italia con un ritmo esponenziale.

In Russia la variante sta mettendo a dura prova il sistema sanitario. A Mosca, dove è stato registrato il più alto numero di casi giornalieri (9.056) dall’inizio della pandemia, la variante è stata riscontrata nell’89,3% dei nuovi casi.

In Israele il governo ha deciso di posticipare al primo agosto l’ingresso dei turisti nel Paese, previsto per il primo luglio. La decisione, che finora prevede solo l’ingresso di turisti vaccinati, è stata annunciata dall’ufficio del premier, Naftali Bennett, e si inserisce nel quadro di una serie di nuove misure per fermare l’avanzata della pandemia. E nelle ultime ore il ministero della Salute ha raccomandato di vaccinare i giovani tra i 12 ai 15 anni il prima possibile.
(Agi)

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