Saldi al via da domani nella gran parte delle regioni, con sconti buoni, in netta risalita rispetto a quelli di quest’inverno, anche se inferiori rispetto a quelli record registrati la scorsa estate.
Secondo lo studio dell’Unione Nazionale Consumatori, che ha analizzato i ribassi effettivamente praticati dai commercianti negli ultimi anni secondo le rilevazioni dell’Istat, l’abbigliamento registrerà un abbassamento dei prezzi del 20,6%, in deciso aumento rispetto al 18,5% di gennaio 2021, +2,1 punti percentuali, anche se inferiori rispetto al record dell’estate 2020 quando lo sconto si era attestato al 23,9%.
Il record della convenienza spetta agli Indumenti, che con -22,2% rappresentano la voce più scontata, 2,3 punti in più su gennaio 2021, ma ben sotto al primato di un anno fa, quando con un -26,2% si era superata la fatidica soglia del 25%.
Le Calzature segneranno un ribasso del 20,6%, 2,6 punti di differenza rispetto al 18% di quest’inverno.
Nel complesso, per Abbigliamento e calzature lo sconto sarà del 20,7%, ben superiore nel confronto con il 18,5% dell’inizio dell’anno ma inferiore al 23,8% di un anno prima.
La riduzione minore del prezzo, come sempre, spetta agli accessori (guanti, cravatte, cinture…), con una flessione dei listini del 12,8%, anche se si tratta dello scostamento maggiore rispetto al gennaio 2021, ben 2,9 punti percentuali in più (era 9,9%).
“I commercianti, in crisi quanto i consumatori, hanno deciso di alzare gli sconti praticati rispetto a quest’ inverno, anche se non a livelli record. Speriamo basti per risollevare le sorti del settore. I dati Istat, comunque, confermano che i ribassi solitamente reclamizzati in vetrina, 70% e 50%, sono ben lontani da quelli effettivi. Insomma, la vecchia abitudine di far lievitare il prezzo vecchio è ancora diffusa. Per questo suggeriamo ai clienti di guardare sempre al prezzo effettivo da pagare e di non farsi incantare da sconti troppo elevati” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Quanto alla sicurezza degli acquisti in epoca Covid e alle domande che ci fanno i consumatori, vogliamo tranquillizzarli: con le giuste precauzioni si possono fare in totale sicurezza. Per rassicurarli abbiamo stilato un vademecum specifico” conclude Dona.
Di seguito i consigli dell’Unione Nazionale Consumatori per acquisti sicuri in epoca Covid, alla luce delle ultime disposizioni in vigore:
1) Ingresso. Non entrate nei negozi che non hanno il detergente per la disinfezione delle mani all’ingresso del negozio. Controllate anche se ci sono guanti “Usa e getta” a disposizione dei clienti. Nel caso di acquisti con scelta in autonomia e manipolazione del prodotto da parte del cliente, infatti, il Dpcm prevede che deve “essere resa obbligatoria la disinfezione delle mani prima della manipolazione della merce. In alternativa, dovranno essere messi a disposizione della clientela guanti monouso da utilizzare obbligatoriamente”.
2) Occhiata all’interno. Date un’occhiata all’interno prima di entrare. Gli accessi dovrebbero essere regolamentati e dilazionati “in modo da evitare assembramenti e assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti”. Per locali fino a quaranta metri quadrati può accedere una persona alla volta, oltre a un massimo di due operatori. Se, quindi, vedete assembramenti, state alla larga, come minimo fino a che non viene meno la ressa (che è comunque un indice del fatto che in quel negozio non si stanno rispettando le buone prassi, quindi, se decidete di entrare lo stesso, prestate più cautela). In ogni caso, è obbligatorio esporre all’ingresso un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale e dovrebbero esserci le informazioni per garantire il distanziamento dei clienti in attesa di entrata. Se non ci sono, è un brutto segnale.
3) Temperatura. Non è un obbligo la rilevazione della temperatura. Il Dpcm in vigore prevede che per “supermercati e centri commerciali, potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura > 37,5 °C”). In ogni caso, la rilevazione della temperatura è indice di serietà del negozio.
4) Mascherine. Non entrate se il commerciante non indossa la mascherina, è obbligatoria in tutte le occasioni di interazione con i clienti. Anche i consumatori devono averla. Ricordiamo, infatti, che l’ordinanza del ministero della Salute del 22 giugno 2021 ha tolto l’obbligo di indossare le mascherine nelle zone bianche, ma solo negli spazi all’aperto, non certo nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private come i negozi.
5) Quale mascherina e come? Meglio se FFP2. Anche la chirurgica può bastare, se mantenete il distanziamento di minimo 1 metro. L’importante è indossarla bene, coprendo non solo la bocca ma anche il naso (non è una sciarpa!), ben aderente al volto (preferibile, quindi non avere la barba, specie se folta), stringendo bene il ferretto superiore sul naso e portando la parte inferiore sotto il mento. Una volta indossata, possibilmente dopo essersi disinfettati e/o lavate le mani per 60 secondi e prima di uscire di casa, non toccate più la mascherina fino al vostro rientro. Se siete costretti a riposizionarla, toccate solo gli elastici, altrimenti dovete prima rilavarvi le mani o disinfettarle. Non mettete la mascherina in tasca e non appoggiatela su mobili o ripiani.
6) Disinfettate le mani sia quando entrate in negozio sia quando uscite. Anche l’addetto alla vendita deve procedere ad una frequente igiene delle mani con prodotti igienizzanti e deve anche farlo prima e dopo ogni servizio reso al cliente.
7) Utilizzate i guanti monouso messi a disposizione dei clienti, se ci sono. L’ISS, infatti, suggerisce ai commercianti che sarebbe meglio se il cliente entrasse nel negozio senza guanti, utilizzando invece quelli monouso forniti dall’esercente, per essere sicuri che siano puliti.
8) Prova dei capi: verifica preventiva. Il commerciante dovrebbe impedire il contatto con la merce esposta da parte del cliente senza guanti. Se non fa rispettare questa regola, meglio non provare gli abiti e stare alla larga. I dispenser con gel idroalcolici dovrebbero stare anche all’ingresso delle cabine di prova. L’Iss suggerisce al commerciante, come possibile ulteriore precauzione, di non mettere a disposizione del cliente i capi provati nella stessa giornata, lasciandoli in ambiente ventilato e comunque non umido. Se, quindi, vedete che un capo appena indossato da un altro cliente viene subito esposto, meglio storcere il naso.
9) Prova dei capi. E’ possibile che non vi diano la possibilità di provare il capo. Non c’è mai stato l’obbligo di far provare gli abiti. E’ sempre stato rimesso alla discrezionalità del negoziante. In passato consigliavamo di diffidare di questi commercianti, ma non questa volta (può essere indice di serietà). In ogni caso, l’Iss di sanità suggerisce ai commercianti di vietare la prova degli abiti che possano entrare in contatto con il viso (ad esempio maglioni o altri capi che vengono infilati dalla testa) rappresentando questa pratica un valido strumento per limitare la probabilità di eventuale contaminazione degli indumenti. Bene saperlo!
10) Carta di credito. Meglio pagare con carta di credito e non con contanti, così da non avere resto. Sul sito del ministero della Salute, infatti, suggeriscono di lavarsi le mani dopo aver utilizzato soldi.